Now Reading
VALENTINO NEGRI – IL ROCK NON MORIRA’ MAI

VALENTINO NEGRI – IL ROCK NON MORIRA’ MAI

Abbiamo incontrato Valentino Negri, anima rock, cantautore, artista molto versatile, autore e produttore pavese. L’artista ha respirato arte fin dalla culla, grazie al padre Tino, cantante e bassista per molti grandi artisti, primo tra tutti Drupi che abbiamo avuto il piacere di intervistare poche settimane fa.  Valentino cresce cosi, sui palchi, in tour con la musica nel sangue.  Studia pianoforte fin da piccolo, inizia presto a cantare e studiare chitarra al conservatorio Franco Vittadini di Pavia e poi al CPM di Milano. All’età di 14 anni forma la sua prima Band che dalle cantine, porterà in giro per i maggiori locali del nord Italia sia come cover band che con i primi inediti ed è proprio in questi anni che Valentino inizia a seguire Drupi e a collaborare al suo fianco.
Giovanissimo frequenta l’Accademia della Canzone di Sanremo arrivando tra i finalisti.
Insieme al grande Drupi fonda l’etichetta discografica indipendente Proxima Centauri, ha una grande versatilità e creatività che espleta in moltissimi modi: scrive, viaggia e suona in giro per l’Italia e per il mondo. Tante le sue collaborazioni internazionali.
Lo abbiamo intervistato per Tuttorock:

Hai iniziato giovanissimo, la musica nel sangue e figlio d’arte. Qual è la tua esigenza creativa?
Bellissima domanda davvero, grazie di avermela fatta e sono felice di risponderti perchè  mia esigenza creativa “purtroppo” è molto alta e sono sempre molto autocritico in tutto quello che scrivo e faccio musicalmente perché sono cresciuto con degli standard molto elevati e quindi pretendo molto da me; questo non nego che molte volte mi abbia penalizzato anche nell’ accettare o rifiutare proposte che si sarebbero potute rivelare decisive per la mia musica , come ad esempio la richiesta di partecipazione ad “X-factor” che ho rifiutato e altre proposte che si scontravano con le mie volontà, sbagliando – lo ammetto – ma sono felice cosi e posso tranquillamente affermare che non sono mai sceso a compromessi anche perché non ne ho avuto bisogno. Nulla della mia musica è studiato a tavolino. La musica per me è arte, per fare business ci sono altri canali molto più redditizi. Oggi il successo, secondo il mio parere, sembra quasi un ammissione di colpa. E’ la prova che ti sei venduto al sistema. Sono cresciuto con l’ insegnamento che la musica sia un mestiere, una cosa seria, porto avanti questo principio al meglio che posso e con estrema felicità.

Hai una lunga e solida amicizia e collaborazione con Drupi, che abbiamo avuto il piacere di intervistare: com’è il rapporto tra voi?
Drupi mi ha insegnato moltissimo di quello che so sulla musica e sulla vita, è in pratica come se fosse stato il mio secondo padre da quando ho 16 anni. Lui ha sempre una testa giovanissima e attenta all’innovazione e al cambiamento e quindi tutt’ora scriviamo e suoniamo insieme e siamo soci della nostra etichetta discografica Proxima Centauri Edizioni grazie alla quale ci divertiamo a fare la musica che ci piace. Con lui ho girato il mondo, suonando e cantando nella sua band e aprendo con i miei brani i suoi concerti che all’ estero si svolgono il palazzetti dello sport , arene e stadi. Ricordo che in Canada, a Toronto, c’erano 15mila persone presenti e lui mi fece uno scherzo dicendo che non avrei potuto suonare le mie cose. Poi, a metà concerto, mi presentò di sorpresa al pubblico e cantai il mio pezzo, fu una grande emozione e successo. In Europa dell’Est è una star da tv nazionale, con limousine all’aeroporto! C’e’ un featuring con lui nel mio disco “Black” dove ho ri-arrangiato in chiave Rock un suo vecchio successo “Due” di (Riccardi/Albertelli) che cantiamo insieme, ed è stato un grande onore.

Nei tuoi viaggi negli Stati Uniti hai assorbito cultura, musica ma anche grandi collaborazioni. Cosa ti ha lasciato quella grande esperienza?
Sicuramente un imprinting pesante in tutto quello che sono, dal momento che sono atterrato la prima volta a Los Angeles quando avevo 16 anni e ad aspettarmi all’ aeroporto c’era Larry Dunn degli Earth Wind & Fire… Da quel giorno non ho mai smesso di andare negli Stati Uniti. Lì c’è davvero tutto il meglio ed il peggio di ogni cosa credo ma l’importanza e la considerazione della musica nella cultura popolare, l’amore e la passione con la quale viene fatta e trasmessa credo sia davvero un fatto unico. Sono stato a contatto con grandi musicisti, attori e rockstar ed una cosa che li accomunava quasi tutti, dopo che si entrava in confidenza, era una grande umiltà. Con alcuni siamo rimasti tutt’ora in contatto e avevamo anche dei progetti da realizzare per il mio prossimo disco ma a causa Covid,  purtroppo, aspettiamo di vedere la piega che prenderà la pandemia nel prossimo futuro; comunque non vedo l’ ora di tornare , anche se non so bene quello che troverò. Sono molto grato di aver vissuto l’America prima di tutto questo e per qualche tempo anche prima dell’11 settembre 2001, perché era un posto davvero incredibile. Spero di tornarci presto.

Hai firmato per Drupi vari brani, tra cui anche l’unico inedito di “Fuori Target & Friends”, raccontaci queste esperienze e qual è l’idea comune dei tuoi brani.
La più grande soddisfazione come autore è stata quella di scrivere per lui dei testi nei quali si è poi rispecchiato in pieno – parole sue – come se fossero autobiografici, perché assorbo molto e quando poi penso di scrivere per qualcuno mi metto nei suoi panni. Non sai quanto possa essere perfezionista e pignolo riguardo i suoi brani e durante il lavoro in studio! Quattro brani dell’ ultimo disco e l’ inedito di “Fuori target & Friends” scritto con il giornalista e autore Guido Prussia. Ma quando gli feci ascoltare “L’Ultimo Tango” che scrissi in dieci minuti,   dopo che avevo chiuso con una ragazza meravigliosa, la volle cantare lui a tutti costi e cosi ci lavorammo insieme, andò subito in classifica in Polonia e nella Repubblica Ceca, inserita successivamente nell’ ultimo Greatest Hits insieme a tutti i suoi grandi successi. E’ stata una grande soddisfazione.

Nel corso di questo 2021 e’ prevista prima l’uscita di un featuring con il rapper Rismo e per fine anno un nuovo tanto atteso disco: 
Il Feat con Rismo e’ nato per caso da un amico comune che ci ha messo in contatto tramite social e poi dopo qualche tempo Rismo mi contatta e mi dice “ Brò, dobbiamo fare un pezzo insieme , senti questo beat, il ritornello è tutto tuo”. Al primo ascolta sapevo già cosa avrei dovuto fare e come sarebbe venuto e cosi è poi stato , non l’abbiamo più cambiato.  Vi regalo un’anteprima: il pezzo si chiamerà “ Liberi & Wild ” non sappiamo ancora quando uscirà esattamente, anche perchè Rismo ed io non ci siamo mai visti di persona, anche se siamo diventati buoni amici. La nostra collaborazione è nata tutta a distanza tra Italia Spagna. La canzone è molto radiofonica, positiva.  Per quanto riguarda il mio disco invece, sto sperimentando molto insieme al mio team e anche se non  posso dire che siamo a buon punto , credo che quando troveremo la chiave di svolta, tutto arriverà; sarà un disco sicuramente più maturo e complesso, naturalmente sempre rock ma questa volta le contaminazione saranno pesanti, dichiarate e davvero diverse tra loro.

Un tuo pensiero sui luoghi di cultura chiusi e la difficoltà della musica, i live fermi, l’impossibilità di suonare dal vivo. Cosa ti auguri per il futuro, in un altro anno difficile a causa dell’emergenza sanitaria?
Penso che molti luoghi fossero in condizioni di poter garantire la sicurezza adeguata per riaprire già da tempo, se si rimane troppo in apnea, si muore. Ora non vorrei fare polemiche ma il nostro Paese è una delle culle delle arti e della cultura dell’umanità, invece l’ importanza dei luoghi di cultura e dei benefici che questi hanno da sempre sulla società, sembrano non interessare le Istituzioni che invece dovrebbero tutelarne il mantenimento e promuoverne la diffusione. L’arte è una cura per tanti mali della società e questa chiusura drastica non fa altro che peggiorare lo stato d’ animo e quindi di salute fisica e mentale della popolazione.
I live purtroppo li vedo ancora lontani e i primi a pagarne il duro prezzo sono le migliaia di persone che lavoravano dietro le quinte per rendere ogni evento possibile e che ora sono state abbandonate. Per quanto riguarda gli artisti, l’empatia e l’alchimia che si crea in un concerto dal vivo e l’energia che ci si scambia con il pubblico è davvero insostituibile, imparagonabile da qualsiasi social e concerto in tv, sono però anche convinto che dopo questo periodo buio ci sarà una grande esplosione e rinascita di tutto il movimento. Desidero, voglio immaginare e sperare che nascerà una nuova Woodstock e una nuova era di concerti, eventi e manifestazioni.

Come hai visto il Festival di Sanremo, quest’anno blindatissimo? Ti piace il rock dei Maneskin, vittoriosi? E cosa ne pensi dell’apertura alla musica indipendente?
Ho potuto seguire il Festival molto poco, sono sincero. Senza il pubblico cambia tutto l’interesse da casa e anche le performance sono alterate, a mio parere. Faccio i miei complimenti ai Maneskin e ai loro producers per l’impegno verso la causa del Rock, anche se devo dire che se io fossi il cantante di una rock band maledetta e vincessi Sanremo, sarei molto preoccupato. Mi farei delle domande, ecco.  Diciamo che lo sdoganamento del rock da parte dei media che di rock non ne hanno mai saputo nulla, soprattutto in Italia, mi lascia un po’ perplesso…vedremo i risvolti che avremo sulla discografia, la quale fino a ieri denigrava il rock Made in Italy.  Ora che si sono scoperti tutti dei rockers, la cosa potrebbe farsi molto interessante .
Io il rock a Sanremo lo avevo portato qualche anno fa da indipendente, con “ Se” ma forse nessuno era ancora pronto. Ho un bellissimo ricordo. Non dimenticherò mai la giuria di qualità che si alzò tutta in piedi ad applaudire la mia performance, quindi mi auguro che i posti riservati agli indipendenti, vadano davvero agli indipendenti e non a chi si professa tale ma in realtà non lo è.
In ogni caso il Rock non morirà mai.
https://www.instagram.com/valentino_negri/?hl=it

Alessandra Paparelli