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TIR – Intervista alla storica heavy metal band romana

TIR – Intervista alla storica heavy metal band romana

Una lunga storia di circa 40 anni quella dei TIR e non è affatto sbagliato dire che fanno parte della storia dell’heavy metal italiano. Un nuovo album è in preparazione ed ho avuto l’opportunità di intervistare la band. In quest’intervista ci raccontano la loro storia, il presente ed il futuro, di seguito l’intervista.

Ciao e benvenuti su Tuttorock. Inizierei subito chiedendo di riassumere la storia della band, una lunga storia. Dove, come, quando e perché nascono i TIR?
Ciao e grazie per questa opportunità di poterci raccontare. Riassumere quaranta e più anni di storia è impresa ardua, ma ci proverò. Conosco la band da sempre ed ora che ne faccio anche parte, sarà un vero piacere rispondere alle vostre domande, quindi: partiamo subito!  I TIR nascono nell’80 a Roma, all’epoca in pieno fermento per l’arrivo dell’ondata NWOBHM, anche se già alcune band avevano anticipato questo sound (Judas Priest su tutte). La band nasce con il chitarrista Sergio Bonelli, al quale si è aggiunto Danilo Antonini (chitarra) e subito dopo Dino Gubinelli al basso, Per la voce e la batteria, nel corso degli anni si sono alternati diversi elementi. La voglia di fare Heavy Metal era tanta, quindi chiusi i primi brani in scaletta, via e partenza immediata con esibizioni live. Primo promo ufficiale nell’84, partecipazione alla celebre compilation “Metallo Italia” l’anno seguente (che ha permesso ai TIR di farsi conoscere a livello nazionale), passaggio all’Ariston di Sanremo, videoclip, concertone al Piper di Roma. Insomma, un turbinio di attività nell’intenso fermento musicale, tipico delle band hard & heavy nate nei primi anni 80.

Avete un po’ vissuto tutta la storia dell’heavy metal, quanto e cosa è cambiato da allora?
Sinceramente, negli anni 80 c’era tanta voglia di esibirsi dal vivo. Alcune band italiane (quelle più conosciute) iniziavano ad aprire ai grandi nomi dell’hard rock ed heavy metal in tour in Italia. Partivano i primi grandi festival metal nel nostro paese (Modena, Milano, Bologna, Reggio Emilia…). Purtroppo il mancato supporto del mondo discografico per il genere ha sempre relegato le band italiane a partecipazioni di margine, a dispetto della qualità che invece c’era eccome! Forse solo i Vanadium ebbero un contratto con una major (Durium). Band come Labyrinth, Rhapsody of Fire, Vanexa, Death SS, Strana Officina, Raff, Dark Lord, Buldozer (vi assicuro che la lista è molto più lunga), hanno lottato negli anni per affermarsi sul mercato. Qualcuno di questi nomi è riuscito a varcare anche il confine. Si sono aggiunte poi band come i DGM (metal prog), i Lacuna Coil (che hanno considerevole riscontro all’estero). Recentemente anche i Flashgod Apocalypse stanno riscuotendo un meritato consenso internazionale. Il sound col tempo si è un po scurito, per via della nascita di generi e sottogeneri che talvolta si discostano vistosamente dal classic metal. C’è da dire però che tutto questo fa parte dell’evoluzione dei tempi. Ricordiamoci i primi anni 80, quando i generi black e death metal era considerati un sacrilegio rispetto al tradizionale hard rock o classic metal. Oggi fortunatamente si suona di tutto: dal brutal al folk, dal doom al symphonic. Resistono i filoni diciamo “tradizionali” (power, trash, progressive, classic metal), legati soprattutto ai grandi nomi che continuano imperterriti a diffondere il verbo. Ciò che è rimasto da quei primi anni, purtroppo, è il cronico assente supporto da parte dell’industria dello spettacolo in generale (radio, TV, discografia…), la mancanza di sponsor motivati nell’organizzare grandi festival, modo poter dare maggior spazio alle tante band italiane di valore.

Quanto sono cambiati i TIR invece da allora?
Potrà sembrar strano, ma i TIR hanno quasi mantenuto inalterato il proprio stile: Heavy Metal. Ascoltando i primi lavori o i due “recenti” album (Heavy Metal del 2011 e Metal Shock del 2019) si riesce facilmente ad individuare lo stile della band, aggiornato ovviamente nel corso degli anni, ma sempre forte, coriaceo, diretto. E’ il nostro marchio di fabbrica. Nella band si sono alternati nel corso degli anni diversi validissimi turnisti (come anche nei due album), in particolare alla voce e batteria. Nella nuova formazione, oltre al sottoscritto, abbiamo reclutato il giovane talentuoso batterista Gioele Sozzi, un’incredibile sorpresa. Direi anche che proprio grazie a Gioele, siamo riusciti finalmente nell’intento di abbassare drasticamente l’età media della band!

Perché avevate scelto il nome TIR?
Mi raccontava Sergio Bonelli che la scelta inziale era (ed è ancora) quella di ispirarsi al grande bisonte della strada, una forza in movimento, veloce, rumorosa, potente… un TIR! Sono stati comunque accostati diversi acronimi (Total Inferno Rock, Temple Inferno Rock…) ma il nome della band è semplicemente TIR.

Come nasce un vostro brano? Da un riff, da un testo o da cos’altro?
I brani dei TIR sono maggiormente idee compositive di Sergio e Danilo, elaborate successivamente in studio da tutta la band. Formula mantenuta anche nell’ultimo full length Metal Shock. Provenendo le nostre due asce da studi musicali classici, i brani arrivano in studio già confezionati e pronti per la stesura dei rispettivi testi. Poi, nell’arrangiamento, ognuno porta il suo personale contributo.

State preparando un nuovo album?
Yeees! Siamo carichi per questa prossima avventura in studio, considerati gli oltre 3 anni dall’uscita di Metal Shock; con la nuova (finalmente stabile) formazione, vogliamo mettere a frutto le idee compositive già raccolte da Sergio e Danilo, addizionarle alle mie e  frullarle poi in studio con Dino e Gioele.

Potete anticipare qualcosa?
Sarà un album ricco di sorprese, questa anticipazione possiamo darla. Oltre a proseguire in parte la strada tracciata dai precedenti lavori, scoprirete i TIR alle prese con nuove sonorità.

Come definite il vostro sound?
La band è conosciuta proprio per il suo classico muro di suono, fatto di chitarre potenti e mai banali, un basso tagliente ed elaborato, il veloce, pesante drumming double bass, una voce tesa, diretta. E’ una miscela di granitico heavy con contorni speed metal e richiami classicheggianti.

In generale che argomenti trattano i vostri testi?
Diversi testi dei TIR sono stati scritti riferendosi al periodo storico dell’antica Roma. Ed è  proprio “Roma” uno dei brani più conosciuti della nostra band. Narrazioni di celebri battaglie, sentimenti, coraggio, vittorie, sconfitte… Nel nostro repertorio ci sono brani che vanno a scavare nel profondo dell’animo umano, incoraggiandone fondamentali valori quali rispetto, lealtà. Non manca infine un pensiero ai fratelli dell’universo metal che hanno lasciato in anticipo il corso della loro vita, ricordandoli con affetto nella ballad “Il volo delle aquile”. Personalmente, come autore, condivido molto dei testi della band, preferendo trattare (anche in altri miei lavori) tematiche di natura introspettiva.

Una situazione mondiale disastrosa, cosa pensate di quello che succede nel mondo e se la musica può fare, in piccolo, qualche cosa?
Quel che sta succedendo in questo periodo è qualcosa di assolutamente folle. Abbiamo dovuto assistere ai massacri delle due guerre del secolo scorso per giungere, al termine della seconda (più precisamente nel dicembre 1948), ad una dichiarazione universale dei diritti dell’uomo oltre a ribadire il ripudio della guerra e la promozione assoluta della pace ma… niente, nonostante gli errori e soprattutto “orrori” trascorsi, ecco come si torna ancora indietro. La musica da sempre ha apportato il suo fattivo contributo come strumento di pace, amicizia e fratellanza. Pensiamo ai primi grandi concerti rock organizzati per promuovere questi valori e dell’effetto che hanno sortito negli anni a seguire in quei paesi dove persisteva un forte oscurantismo. Davanti all’esibizione di un’orchestra, di uno spettacolo teatrale, dell’arte in generale, tutto si ferma e si livella magicamente. La musica tutta può e deve essere un messaggio di pace, un immenso profondo abbraccio sonoro.

Tante esperienze live, qualche aneddoto da raccontare e quanto è importante per voi la vita on the road?
Nel corso di una serata, prima di esibirci, mi feci raccontare dai “senatori” della band (Sergio Bonelli, Danilo Antonini e Dino Gubinelli) quali fossero stati i momenti più esilaranti (o drammatici) della band nel corso dei tanti live. Un po tutti hanno concordato sul ricordo di un concerto a metà anni 80 al Piper di Roma, credo insieme ai Raff, dove per un rocambolesco episodio occorso all’interno della band, rimasero in dubbio se esibirsi o meno. Dubbio mantenuto fino a pochi secondi prima dell’inizio del live, con la sala stracolma di gente. Riuscirono comunque nell’impresa e fu un successo!

Chiudete come vuoi l’intervista, un messaggio ai nostri lettori per ascoltare la vostra musica.
Innanzitutto ringraziamo nuovamente la redazione di TuttoRock. Conoscendo il vostro magazine, siamo onorati di essere stati contattati e figurare nelle vostre pagine. Ai vostri lettori rivolgiamo un caloroso saluto, invitandoli a visitare la nostra pagina Facebook (TIR Heavy Metal), per entrare in contatto con la band (a noi fa sempre piacere interagire con nuovi amici) conoscerci meglio e rimanere così aggiornati sulle prossime attività.
Lunga vita al Rock! Lunga vita al Metal!

FABIO LOFFREDO

Band:
Enzo Sisma: Voce
Sergio Bonelli: Chitarra
Dario Antonini: Chitarra
Dino Gubinelli: Basso
Gioele Sozzi: Batteria

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