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INTERVISTA AL MENTALISTA ANDREA RIZZOLINI IN OCCASIONE DELLA TOURNÈE DI INCANTI

INTERVISTA AL MENTALISTA ANDREA RIZZOLINI IN OCCASIONE DELLA TOURNÈE DI INCANTI

Non è un’ illusione: in una società in cui si è persa la capacità di meravigliarsi, c’è ancora chi riesce a trovare il tempo di donarci un incanto.

Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Andrea Rizzolini, definito “nuova giovinezza” dell’ illusionismo contemporaneo.
Vincitore del campionato italiano di mentalismo (2017) e terzo classificato ai campionati del mondo di magia a Quebec City (2022) , attualmente in tournèe con “Incanti” spettacolo da lui scritto e diretto e prodotto da Officine dell’ Incanto.

Buonasera Andrea e complimenti per il tuo spettacolo: “Incanti” che ha un fine molto nobile, ovvero sostenere il progetto “Together for Teens”. Ce ne vuoi parlare?

Abbiamo questa tradizione di iniziare ogni tournée dedicando la prima data in beneficienza e quest’anno siamo davvero fieri di poter fare la nostra parte per aiutare il progetto “Together for Teens” dell’Associazione CAF. Si tratta di un progetto dedicato a ragazzi adolescenti provenienti da contesti familiari difficili con l’obbiettivo di fornire loro supporto in questa importante fase della loro crescita. Siamo sei ragazzi che salgono sul palcoscenico per aiutare altri ragazzi poco più piccoli di loro: la trovo una cosa bellissima.

Lo spettacolo promette di conferire dignità a quella che spesso viene erroneamente considerata come una forma di intrattenimento minore, ovvero quella dell’illusionismo: nell’immaginario collettivo spesso e volentieri associata al mondo dell’infanzia. Nelle vostre fonti di ispirazione però citate grandi drammaturghi come Shakespeare, Goethe e Pirandello… in che modo siete riusciti a coniugare il lato ricreativo a quello più impegnato?

Come dico nello spettacolo, credo la parola “intrattenimento” venga troppo spesso fraintesa e confusa con altre parole come “divertimento” oppure “svago”. Intra-tenere vuol dire letteralmente “tenere dentro”, vuol dire che per gli istanti di tempo che passiamo qui, assieme, a teatro, io tengo dentro di me quello che tenete dentro di voi, tutti i pensieri, le preoccupazioni che animano lo stordimento in cui ciascuno di noi conduce la propria quotidianità, e lo faccio con la sola e unica speranza di poter lasciare in questo vuoto che viene a crearsi nella vostra anima qualcosa che, per quanto piccolo, vi obbligherà a lasciare andare almeno uno di questi pensieri, una di queste preoccupazioni, nel momento in cui, finito lo spettacolo, sarò costretto a restituirvi tutto ciò che per questo tempo ho cercato di tra-tenere per voi. In INCANTI noi cerchiamo proprio di dimostrare che l’illusionismo non deve necessariamente essere una forma di divertimento o di svago, ma che invece può essere considerato come una forma d’Arte come le altre, capace a suo modo, con il suo linguaggio, di portare in scena gli stessi interrogativi e la stessa umanità che, in modo diverso, hanno raccontato i grandi drammaturghi che citiamo durante lo spettacolo.

Condividi il palco con altri 6 pluripremiati illusionisti italiani under 30: vuoi raccontarci qualcosa di questa esperienza?

Ci consociamo tutti da anni ormai, siamo uniti da una forte amicizia e da un amore comune per questa forma d’arte verso la quale condividiamo una stessa passione. Ognuno di noi viene da un background diverso e questo si vede nelle performance che portiamo sul palcoscenico: io e Piero abbiamo studiato filosofia e veniamo entrambi dal mondo del teatro di prosa, Francesco studia cinema, Niccolò è dottore in psicologia clinica, Dario ha un passato come ballerino mentre Filiberto è primo violino in alcune orchestre. Siamo accomunati da un rapporto interdisciplinare con la nostra forma d’arte che vive delle nostre diverse esperienze e degli interessi che muovono ciascuno di noi e nell’arco della serata il pubblico ha modo di appezzare questi diversi approcci.

Spesso c’è molta confusione tra quella che è la professione del mago, del prestigiatore, dell’ illusionista ed infine del mentalista. Puoi spiegarla a chi ci legge?

A noi non piace molto usare le parole “mago” o “prestigiatore” perché sentiamo che sono troppo cariche di pregiudizi, spesso degradanti, preferiamo, invece, utilizzare la parola “illusionista”. Per come noi lo intendiamo, l’illusionista è un artista che esprime sé stesso utilizzando l’inganno per parlare delle Illusioni, quelle con l’inziale maiuscola, che caratterizzano l’esperienza di ciascuno di noi in quanto esseri umani: questo, secondo noi, è ciò che un’illusionista dovrebbe fare per poter essere considerato al pari di un pittore, di un poeta, di un cineasta… Anche la parola “mentalista” secondo me è troppo spesso soggetta a fraintendimenti: il mentalismo – per come io lo intendo – non ha nulla a che fare con chissà quali capacità legate al linguaggio del corpo, la comunicazione non verbale, etc. Dal mio punto di vista, la grande differenza tra l’illusionismo in generale e il mentalismo consistono nel modo in cui vengono realizzate le “illusioni” che vengono presentate: se il mago classico utilizza specchi, botole e doppi fondi per fare apparire il coniglio dal cappello, il mentalista, invece, utilizza le parole per creare l’illusione che ci siano un cappello e un coniglio Il grande segreto del mentalismo consiste nel comprendere che cambiando le parole con cui descriviamo la realtà possiamo cambiare effettivamente il mondo che ci circonda.

Come credi che venga percepita la figura dell’illusionista nel nostro Paese?

Purtroppo, a causa di una sfortunata storia televisiva, l’illusionismo nel nostro paese non viene ancora considerato come una forma d’Arte al pari del teatro e della danza, per esempio. Questo perché nel corso degli ultimi anni l’illusionismo e gli illusionisti sono spesso diventati oggetto di scherno e di facile ironia a causa di una incapacità di adeguarsi al tempo in cui viviamo, ai suoi codici e alla sua estetica, come invece è accaduto in altri paesi, come la Francia, la Spagna, anche l’Inghilterra. Con INCANTI noi abbiamo cercato di creare uno spettacolo di illusionismo che non fosse uno spettacolo di magia, se con la parola “magia” intendiamo tutto ciò che ha a che fare con vallette semi-nude tagliate a metà in scatole ricoperte di paillettes e conigli tirati fuori da un cappello cilindro. Volevamo mettere in scena uno spettacolo di illusionismo che non fosse costretto a sentirsi fuori luogo sul palcoscenico di un teatro di prosa, che fosse capace di mostrare quanto invece sia vicino ciò che noi facciamo con il lavoro e le tematiche affrontate da altri artisti in altri campi espressivi.

Ritieni che all’estero ci sia una maggiore apertura nei confronti della tua figura professionale e che forse possa avere anche maggiori possibilità di esprimersi artisticamente?

Assolutamente sì. In Italia è (ancora) assurdo pensare di vedere sul palcoscenico di un teatro stabile uno spettacolo di illusionismo, e lo stesso vale anche per uno spettacolo di circo e teatro fisico, questo, invece, è del tutto normale in altri Paesi.
In Francia, grazie al movimento della ”magie nouvelle”, c’è stata un grande rivalutazione culturale dell’illusionismo come arte performativa. È un po’ la stessa cosa che stiamo cercando di fare noi in Italia con il movimento del “neo-illusionismo”, di cui sono tra i fondatori assieme a Niccolò Fontana e Piero Venesia (anche loro parte di Incanti). In Italia, purtroppo, non ci sono sovvenzioni per fare ricerca e per creare nuovi spettacoli, ma speriamo che questa situazione nei prossimi anni possa cambiare.

Nel particolare sei specializzato in “mentalismo”, di cui sei campione italiano. Hai seguito un particolare percorso di studi per intraprendere questa carriera? 

Non c’è un corso specifico per diventare mentalista. La cosa che sicuramente mi è stata più utile per la mia pratica artistica è stato studiare filosofia, in particolare filosofia del linguaggio. Sono da sempre stato affascinato dalle parole, delle loro storie, dal mondo in cui le utilizziamo per parlare del mondo e del modo in cui parlando le mondo lo costruiamo, lo cambiamo.
Quando mi chiedono di consigliare un libro di mentalismo, infatti, consiglio sempre le “Ricerche Filosofiche” di Wittgenstein, che per me sono davvero un libro di incantesimi, in cui risulta evidente che stretto legame sussista tra il significato delle parole e il modo in cui noi le utilizziamo per fare certe cose piuttosto che altre.

Cosa ha fatto scattare la “scintilla” nei confronti della magia?

A 10 anni ho visto una videocassetta di David Copperfield registrata da mio nonno negli anni ’90: quando l’ho visto volare sul palcoscenico come io stesso sognavo di fare nei miei sogni ho deciso che quello era ciò che avrei voluto fare nella mia vita. Ogni sera porto in scena questo “piccolo inizio” – come direbbe Husserl – della mia grande passione per l’illusionismo: infatti, prima di ogni spettacolo, chiediamo al pubblico di raccontarci un loro sogno avuto recentemente scrivendolo su un foglio di carta, ad ogni recita uno di questi foglietti viene scelto a caso e io cerco di fare diventare quel sogno realtà per fare vivere ad uno spettatore quella stessa sensazione che io ho provato da piccolo che mi ha fatto innamorare dell’incanto.

Fin dagli albori della civiltà sono sempre state esistiti personaggi a cui venivano attribuiti poteri mistici attraverso l’utilizzo di parole, oggetti rituali, simboli ed amuleti.
Questo fenomeno definito “magia” che da tempi immemori affascina l’essere umano, ha in sé un lato insieme divino ed oscuro, in quanto gli viene attribuita la capacità di influenzare gli eventi, dominare i fenomeni naturali e piegare la volontà dell’uomo.
Cosa ne pensi?

C’è sicuramente una questione antropologica molto interessante legata alla magia, al modo in cui essa viene percepita in diverse culture e in diversi contesti sociali. Una delle fondatrici del movimento della “magie nouvelle”, Valentine Lousseau, è un’antropologa che ha condotto numerosi studi sul campo presso le tribù dei Lacandón nella foresta del Messico e ha scoperto che in queste culture ciò che è ritenuto magico per noi non è magico per loro: per esempio, quando lei ha mostrato ad alcuni membri della tribù un trucco di magia in cui faceva sparire un piccolo sasso, gli indigeni non rimasero per niente stupiti; scoprì poi che questo era dovuto al fatto che nella cultura dei Lacandón le cose non erano concepite come capaci sparire o apparire, semplicemente ritenevano che se una cosa non è più in certo luogo deve per forza essere da qualche altra parte e, infatti, Valentine racconta che gli indigeni la portarono in giro per tutta la foresta alla ricerca di un sasso identico a quello che aveva fatto sparire per dimostrarle la loro teoria. Trovo questi racconti e queste riflessioni molto interessanti.

Hai mai sfruttato le tue doti di mentalista per sedurre qualcun*?

Purtroppo, dalla mia esperienza, i trucchi di magia tendono a non fare colpo ai primi appuntamenti…!

Ci sono dei colleghi che stimi, che vedi come un punto di arrivo?

Ammiro molto l’illusionista americano Derek Del Gaudio (di cui vi consiglio di guardare lo spettacolo In & Of Itself disponibile su Disney+) e i francesi Etienne Saglio e Yann Frisch.
Loro rappresentano per me i maggiori esponenti dell’illusionismo contemporaneo.

Parliamo di “incanti” ma cos’è che riesce ad incantare Andrea Rizzolini?

È strano perché ciò dico sul palco quando parlo dell’incanto, della capacità di saperlo coltivare nella vita di tutti i giorni, lo dico innanzitutto a me stesso. D’altronde, in un mondo così veloce e così pieno di distrazioni è davvero difficile sottrarsi dallo stordimento e prendersi un momento per apprezzare le piccole cose di cui è fatta la nostra quotidianità. Quando ho bisogno di un po’ di incanto, nelle giornate di sole, guardo il cielo, lascio che esso invada completamente il mio sguardo e cerco di perdermi in quell’infinito a portata di mano a portata di tutti e di nessuno.

Ti ringrazio per il tuo tempo e ti auguro un in bocca al lupo per il tuo spettacolo!

DATE:

21 novembre – MILANO – Teatro Carcano – ore 20.45
24 novembre – PADOVA – Teatro ai colli – ore 18.30 e ore 21.00
25 novembre – GALLARATE (Varese)– Teatro Condominio – ore 17.00 e ore 21.00
27 novembre – TORINO – Teatro Gioiello – ore 21.00
28 novembre – TORINO – Teatro Gioiello – ore 21.00
29 novembre – TORINO – Teatro Gioiello – ore 21.00
1 dicembre – ASTI – Teatro Alfieri – ore 21.00
2 dicembre – ASTI – Teatro Alfieri – ore 21.00

Biglietti disponibili su Tiketone.it

SUSANNA ZANDONÀ

ANDREA RIZZOLINI
www.andrearizzolini.com

DARIO ADILETTA
www.instagram.com/darioadilettamagic/

FRANCESCO DELLA BONA
www.francescodellabona.com

NICCOLO FONTANA
www.niccolofontana.com

FILIBERTO SELVI
www.filibertoselvi.com

PIERO VENESIA
www.pierovenesia.com