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PEARL JAM – Gigaton

PEARL JAM – Gigaton

pearl jam gigaton

Un bello scatto naturalista del fotografo Paul Nicklen è la prima immagine che colpisce di questo Gigaton,  il nuovo disco dei Pearl Jam ha lasciato l’amaro in bocca ai fans più integralisti del gruppo di Seattle. Ma quando si parla di band iconiche la fanbase rimane sempre ancorata ai lavori che l’hanno fatta innamorare, senza comprendere che non si può pretendere che a 50 anni il proprio idolo canti e suoni come a 20, sia per la maturità artistica che ne consegue che l’evoluzione sempre cercata da qualunque band che si rispetti. E maturità è sicuramente il leit motiv del disco, meno rabbioso di altri lavori passati, ma più solido e quadrato, come nella splendida Quick Escape,  e se Alright risulta sotto tono, senza decidersi se essere ballad o solo noiosa, il duo di apertura Who ever said e Superblood wolfmoon sono due frecce incendiarie lanciate dalla chitarra di McCready. Mentre è il basso imbracciato sorprendentemente da Gossard a sviluppare l’assordante hit-radio Dance of the Clairvoyant, che ammettiamolo è una vera bomba atomica, se non fosse per certe ingenerose critiche lanciate senza senso sulla presunta commercialità, come se una canzone non potesse essere bella e anche vedere bene. Bella power ballad incisiva Seven O’clock, ma sono Never destination e Take the long way a riaccendere gli antichi fasti, ritroviamo la rabbia ancestrale di Vedder con un canto ringhioso e un ritmo accecante imposto dalla band. La parte finale è la più intensa e intimistica, curiosa la scelta di scalettizzare quattro pezzi acustici tutti di seguito, al di là della indubbia bellezza, dalla malinconica Retrograde alla creazione solista di Vedder, River cross, questo fa cadere la tensione e il mordente alla compattezza del prodotto. Ma questo è un gusto personale, avrei preferito una mescolanza maggiore tra lenti e veloci, nulla che vada a inficiare la bellezza del disco. Un album che porta il grunge originario su di un declivio più rock, a volte con una spruzzatina di punk soffice, ma che rinverdisce i fasti dei nostri amati Pearl Jam.

MAURIZIO DONINI 

Tracklist:

Who Ever Said
Superblood Wolfmoon
Dance of the Clairvoyants
Quick Escape
Alright
Seven O’Clock
Never Destination
Take The Long Way
Buckle Up
Comes Then Goes
Retrograde
River Cross

Credits:
Durata: 00:57:05
Disponibile dal: 27/03/2020
Etichetta: Monkeywrench Records
Distributore: Universal

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VOTO
pearl jam gigaton

Band:

Eddie Vedder – voce, chitarra
Stone Gossard – chitarra
Mike McCready – chitarra
Jeff Ament – basso
Matt Cameron – batteria

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