VALENTINA LUPI – Intervista alla cantautrice

In occasione dell’uscita del nuovo album “Madre non Madre”, fuori dal 10 novembre per Romolo Dischi su tutte le piattaforme digitali, ho avuto il piacere di intervistare Valentina Lupi, cantautrice e figura particolarmente apprezzata nella scena underground romana.

Ciao Valentina, benvenuta su Tuttorock, parliamo subito di questo tuo nuovo album, “Madre non Madre”, che riscontri hai avuto dai primi due singoli?

Ciao.

È sempre difficile scegliere la canzone “di punta”, quella che senti possa essere più rappresentativa di un intero lavoro.

Ho scelto due brani diversi tra loro con delle caratteristiche molto definite che offrono una buona suggestione su quello che è l’album. Le canzoni hanno un fil rouge che le collega tutte tra di loro. L’accoglienza è stata calorosa.

9 brani da me apprezzatissimi, scritti in quale lasso di tempo e ispirati da cosa?

Grazie.

I brani sono stati concepiti nell’arco di due anni. Tutto è nato dall’ idea del titolo dell’album, ho pensato prima a questo e poi ho costruito le canzoni intorno. Sentivo il bisogno di dare voce ai tanti modi di sentirsi madre e anche non madre, ci sono stati dei momenti in cui mi sono sentita inadatta come madre e anche in colpa per questa sensazione. Mi trovavo sotto lockdown con un bimbo di due anni e avevo iniziato ad interessarmi a fatti di cronaca che riguardavano la depressione post parto visto che ne stavo soffrendo e avevo riflettuto spesso sulla condizione delle madri che crescono i propri figli da sole. Ho pensato molto anche a mia madre che non c’è più da tempo e a quanto la figura materna possa influenzare la vita di ogni essere vivente nel bene o nel male. Ho riflettuto sui rapporti d’amore che cambiano necessariamente nel tempo soprattutto dopo la nascita di un figlio, e poi ho anche raccontato la gioia della maternità in “Mio Re”, mio figlio è la cosa più bella e più giusta che mi potesse accadere. Tutte queste considerazioni mi hanno portato a creare questo lavoro.

Riascoltandoti c’è un brano in particolare che ti ha fatto pensare: “Questo mi è venuto davvero bene”?

Sono molto soddisfatta di tutto questo lavoro, forse il brano che mi ha sorpresa di più alla fine è stato “Ho visto Gesù”.

Parlami un po’ della collaborazione con Adriano Viterbini (Bud Spencer Blues Explosion, I Hate My Village) che ha curato la produzione artistica dell’album, quando e come nasce?

Adriano è un amico di vecchia data.

Ho sempre nutrito profonda stima per lui, credo sia una persona lungimirante, un portatore di luce, un’anima speciale oltre che un grande musicista. Appena cominciai a pensare a queste canzoni, lo chiamai, scelsi proprio la sua collaborazione, il suo gusto, sapevo che poteva essere solo lui a produrre questi brani, mi disse che era curioso e che avrebbe voluto ascoltare qualche traccia. Ci vedemmo dopo qualche giorno da quella telefonata e iniziammo subito a lavorare su “Madre non madre”. Fu la prima traccia del disco, venne immediatamente, fu un flusso potente.

Quando e com’è avvenuto il tuo avvicinamento al mondo della musica?

Ho iniziato a suonare da bambina il pianoforte e a scrivere canzoni al liceo. Devo l’amore per il cantautorato ai miei genitori che ascoltavano musicassette e vinili di Battisti, Franco Califano e Mia Martini. Poi verso la fine degli anni ’90 mi sono avvicinata al blues e ho fondato un gruppo con alcuni amici di scuola con i quali poi sono entrata in studio a registrare le mie prime canzoni.

Il momento più bello della tua carriera artistica?

Sono due, l’inizio con il mio primo disco “Non voglio restare cappuccetto rosso” e questo con l’uscita del mio nuovo album.

Hai già qualche data live in programma?

Sì, saremo il 22 novembre al Wishlist di Roma dove presenteremo il disco, poi il 25 novembre al Geena di Latina, il 2 dicembre al Deliri Cafè di Sora.

Sul mio sito valentinalupi.it e sui miei social si possono trovare tutte le date aggiornate.

Con che formazione ti presenterai sul palco?

Sul palco saremo in quattro. Mi accompagneranno dal vivo anche Ylenia Procaccioli alla chitarra, Vezeve al beatbox e Francesco Pacenza al basso.

Grazie mille per il tuo tempo, vuoi aggiungere qualcosa per chiudere l’intervista?

Grazie a te, sì, non vedo l’ora di suonare questo disco dal vivo, ci vediamo in concerto!

MARCO PRITONI