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SUMMER JAMBOREE FESTIVAL 2021 – Intervista a ANGELO DI LIBERTO

SUMMER JAMBOREE FESTIVAL 2021 – Intervista a ANGELO DI LIBERTO

30 Luglio – 8 Agosto 2021 SUMMER JAMBOREE XXI Sarà diverso ma si farà. Festival Internazionale di Musica e Cultura dell’America anni ’40 e ‘50 – Senigallia – Marche (AN)

Ciao Angelo, piacere di averti, con il Jamboree sulle pagine di Tuttorock. Un festival che possiamo tranquillamente definire storico.
Piacere mio, possiamo usare la parola “storico” perché racconta la storia. Questa sarebbe stata la XXI edizione, ma causa pandemia ci siamo dovuti fermare anche noi l’anno scorso, quest’anno riprendiamo il percorso. Durante questo periodo non ci siamo fermati a riposare, abbiamo continuato a macinare idee per prepararci al ritorno. 

L’unico lato positivo del covid è stato che vi ha permesso di avere tempo per preparare ancora meglio quello di quest’anno.
Sai, il festival è composto da tante cose, anche se quello di quest’anno è diverso del solito. Avremo meno concerti, ma tante iniziative di contorno. 

Immagino ci voglia un grande coraggio e voglia di fare per organizzare un festival come il vostro in mezzo tutte le restrizioni vigenti.
Certamente, io e l’altra metà del festival, Alessandro Piccinini, con il quale studio assieme tutti i dettagli, siamo sempre stati in contatto con l’amministrazione locale, che si è dimostrata più che disponibile, partendo da qui abbiamo iniziato a mettere giù il piano operativo. Tutto si deve fare nel rispetto delle norme vigenti, quindi abbiamo organizzato il mercatino, poi la mostra delle auto d’epoca, rigorosamente pre 1969. Quest’anno il ballo è proibito, ma abbiamo chiamato i migliori insegnati del mondo per mostrarlo dal palco e mantenere alta l’attenzione. Visto che hanno riaperto i teatri abbiamo portato al Jamboree uno spettacolo di burlesque mettendo assieme musica e danza, il risultato è finale è molto bello. 

Poi avete messo il tattoo ho visto.
Esatto, anche se ai tempi che ripercorriamo con il Jamboree i tatuaggi non erano diffusi come oggi. Noi facciamo rigorosamente riferimento all’epoca dell’”Old School”. 

Il vostro è un festival certamente di impronta vintage.
Non è nemmeno un’impronta, ma proprio l’anima, la base di tutto nel tema del festival è il mondo americano degli anni ’40-’50. Cerchiamo di rispettare in tutti gli aspetti questo sentimento, anche il food è basato sui mezzi e le ricette dell’epoca. Abbiamo sempre la musica di quei tempi o perlomeno l’ambiente, come appunto il truck-food in alluminio, poi però usiamo con orgoglio la nostra carne marchigiana doc. 

La musica è comunque il fattore trainante, anche se quest’anno in forma ridotta, come è stato composto il bill?
Sì, come dicevamo prima ripartiremo da 9 concerti, ridimensionando anche il numero dei dj, oltretutto non potranno fare ballare (risate). Io curo la direzione artistica, partendo dalla line-up ipotizzata l’anno scorso, ho dovuto adattarmi alla realtà di adesso, per cui dall’America avremo eccezionalmente Pokey LaFarge, che si esibirà in solo. Poi oltre alle nostre band italiane avremo band tedesche, svizzere, inglesi e comunque tanta bella musica interessante. 

Aggiungiamo una bellissima mostra fotografica come Women.
Ci è venuta questa idea di allestire una mostra con le foto di Milton Green esponendo le icone dell’epoca, come Marilyn Monroe. Loro erano molto amici, e ci sono foto pazzesche, amichevoli e “ammicchevoli” di Marilyn, che mostrano la loro grande complicità. 

Per non scordare il video film che presenterete proprio per festeggiare e celebrare il festival.
Sarà un evento gratuito, che si terrà al Cinema all’aperto, in cui presenteremo, ad un numero limitato di persone, il documentario che racconta la mostra dei 20 anni del Summer Jamboree.

Solitamente Il Summer Jamboree Festival è in più sedi, coinvolgendo tutta la città.
Abbiamo 4 palchi, tra cui quello con la festa hawaiana cui teniamo molto, che riscuote sempre un grande successo. È diventato un evento sempre più importante, abbiamo avuto in questo contesto Los Lobos, Edoardo Bennato con Giuseppe Scarpato. Eravamo arrivati a numeri incredibili nel concerto in spiaggia, ma da qualche anno abbiamo deciso di ridimensionarlo e trasformarlo in evento con ingresso a pagamento e avere la possibilità di raccontare altre fantastiche storie, ovviamente quest’anno non ci sarà. 

Le restrizioni sono state sicuramente uno scoglio grosso da affrontare.
Eh sì, ne siamo stati consapevoli fin dal primo momento, ma non bisogna scordare le precauzioni relative ad altri aspetti che esistevano anche prima della situazione attuale. Non esiste solo la pandemia cui pensare quando si organizza un evento come questo.

Proprio in questi giorni stanno mettendo a punto il green pass, questo potrebbe influire sull’organizzazione?
Noi ci basiamo su quello che è al momento e ci adatteremo a nuove disposizioni, qualora dovessero entrare in vigore. Già adesso le norme sono tante, per esempio per un concerto da 700 persone dobbiamo montare più di 1.000 sedie per rispettare il distanziamento previsto dalla legge. Per molti aspetti siamo sempre stati un esempio perché rispettiamo pedissequamente quanto disposto, e faremo lo stesso quest’anno.

Per fortuna le istituzioni vi supportano per bene.
Abbiamo sviluppato un grande indotto per il territorio, un aspetto sicuramente positivo.   

Un nome particolare da indicare come ascolto consigliatissimo?
A me piacciono tutti, ma oltre all’imperdibile concerto dell’americano Pokey LaFarge vi consiglio Johnny Trouble, un ragazzo che ha vissuto in una foresta con i dischi di Johnny Cash e la sua chitarra, ha una voce che lo ricorda tantissimo e vale assolutamente di essere ascoltato. 

MAURIZIO DONINI

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