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SANREMO 2023 – INTERVISTA ALLA DISCOGRAFICA, GIORNALISTA MONICA LANDRO

SANREMO 2023 – INTERVISTA ALLA DISCOGRAFICA, GIORNALISTA MONICA LANDRO

Marco Mengoni è il vincitore della 73esima edizione del Festival di Sanremo 2023, era nell’aria già nei giorni della kermesse musicale. Sensibile fino alle lacrime, poetico, vincitore annunciato, interpretazione e voce impeccabili, il palco dell’Ariston fa emozionare – e lui si è emozionato anche in conferenza stampa – ma ha dato prova di saperlo conquistare dal primo all’ultimo secondo di canzone ed esibizione.  Nel vincere omaggia le donne del Festival, non presenti nella top five.  Soltanto 9 le donne, rispetto ai 28 artisti presenti in gara. Prossimo passo l’Eurovision, in cui porterà la sua “Due Vite” sul palco europeo. Ma in queste ultime ore, le polemiche tra i vertici Rai e la politica impazzano: Stefano Coletta direttore dell’intrattenimento Prime Time Rai Uno ed Amadeus rispondono agli attacchi del Governo, Coletta risponde anche agli attacchi omofobi.

Noi abbiamo intervistato Monica Landro, discografica, grande esperta musicale, giornalista, ed operatrice culturale che era presente nella Sala Stampa Lucio Dalla di Sanremo raccontandolo per le sue testate. L’abbiamo raggiunta per un bilancio dei cinque giorni del Festival ma anche delle polemiche delle ultime ore.
Dal bacio tra Rosa Chemical e Fedez al cielo in una stanza di Gino Paoli fino alla signora della canzone italiana, Ornella Vanoni, passando per Chiara Ferragni e le altre co-conduttrici, da Blanco ospite che esagera e rovina le rose della sua stessa coreografia fino alle polemiche intorno alle esternazioni di Fedez-J-Ax: la cronaca onesta delle cinque serate del Festival che rimarranno impresse nella nostra memoria.  Sono state soltanto nove le donne su ventotto artisti, “i cantanti uomini hanno inviato più brani in fase di selezione”, rispetto alle donne.

Tante le polemiche, i colpi di scena, i momenti memorabili:
Non sono mancate le polemiche, ne abbiamo parlato con la nostra ospite in intervista, i momenti memorabili anche in negativo come il caso Blanco che ha distrutto nel corso della serata inaugurale le rose sul palco, pronte per lui: così Monica Landro ” Sembra che la faccenda fosse costruita a tavolino, Amadeus e vertici Rai sarebbero stati al corrente di quanto sarebbe avvenuto sul palco ma pare che la “gag” – legata all’uscita del nuovo singolo dell’artista bresciano “L’Isola delle rose” – gli sia sfuggita di mano e la vicenda certamente gli resterà cucita addosso per molto tempo. Chi ne è uscito perdente è proprio lo stesso Blanco“. “Mai come quest’anno” – ci ha raccontato la giornalista e discografica –  “è stato il Festival dei record, mai al di sotto del 60% di share, Amadeus ha fatto un lavoro straordinario, è sempre davvero il Re Mida della musica, inoltre i testi delle canzoni hanno avuto contenuti attuali, personali e sociali, legati ai rapporti umani, alla crescita personale ma anche alla depressione, alla solitudine, alla società e all’amore che sembrerebbe essere l’argomento più ricercato in tutte le sue sfaccettature.” Non manca un apprezzamento per un mito della canzone italiana quale Gianni Morandi, co-conduttore “Sempre sobrio ed elegante, un porto sicuro per tutti, attento conoscitore della musica e dei tempi televisivi”.
Abbiamo intervistato per Tuttorock Monica Landro – discografica, grande professionista della musica, giornalista ed operatrice culturale che in questi giorni è stata presente nella cittadina dei fiori:

Regalaci un bilancio di queste serate e ti chiedo: Mengoni era davvero il super favorito?
“Il podio, fin dall’inizio, lo aveva preso Marco Mengoni con il suo brano “Due vite”, con il quale ha vinto la 73ma edizione del Festival: l’artista era già da dieci giorni precedenti il favorito all’Ariston. Indubbiamente ha portato un bel brano, lui è tecnicamente perfetto, il palco è il suo ambiente naturale e lo abbiamo visto tutti; certo, questa canzone non è “L’Essenziale” , brano che gli valse la vittoria nel 2013 e che gli diede un enorme successo. E’ sicuramente un bel brano che farà parte del suo repertorio, non credo però – secondo il mio parere – che sarà una canzone che potrà sostituire “L’Essenziale” nell’amore collettivo.
Un’edizione da record, questa di quest’anno: già dalla prima serata il Festival ha avuto picchi di ascolti che Amadeus insieme ai vertici Rai, hanno tenuto sempre a sottolineare nel dettaglio durante le conferenze stampa”

Amadeus, quattro edizioni da record e grande lungimiranza artistica:
“E’ stato un Festival degno dei precedenti di Amadeus, il quale si dimostra ancora una volta ottimo direttore artistico e presentatore, che gioca in una zona di confort e va sul sicuro; gli riconosco un grande lavoro e lungimiranza nella scelta del cast artistico: da un lato chiama cantanti acclamati dai più che possono raccogliere un pubblico, un target alto e fedele al concetto del Festival di Sanremo e della canzone italiana ( ritroviamo per esempio I cugini di campagna che raccolgono una fetta di pubblico decisamente adulto, Giorgia e Mengoni che sono certezze assolute per chi ama la canzone italiana) e contemporaneamente va a pescare in quel mondo di Spotify che in larga fascia conoscono ma che non a tutti arriva; Amadeus è estremamente accorto, furbo e lungimirante nel momento in cui chiama Ariete piuttosto che Lazza o Rosa Chemical. Sono tutti artisti non conosciuti al pubblico di Sanremo ma che arrivano dal mondo digitale, dallo streaming, e vengono catapultati in quello reale.  Ad Amadeus riconosco la capacità di saper attingere nel panorama musicale andando a toccare tutte le fasce generazionali e questo è uno degli ingredienti che ci permette di avere da quattro anni un Festival così di successo, eterogeneo, chiacchierato e di cui si parla moltissimo. Oggi tutti lo guardano mentre anni fa moltissimi si vantavano di non vederlo. Anche il Fantasanremo (gioco che ricalca la logica del Fantacalcio, con una squadra creata, formata da cinque cantanti che partecipano sul palco, Ndr), ha contribuito moltissimo al successo del Festival: era già diventato un fenomeno emergente, attenzionato lo scorso anno ma quest’anno è stato davvero il grande protagonista. Il Fantasanremo è un gioco per ragazzi, i ragazzi guardano il Festival e per giocare ovviamente, devono quindi guardarlo tutto fino alla fine.  Un fenomeno diventato nazionale.

Un tuo giudizio sulle co-conduttrici: Chiara Ferragni, Francesca Fagnani, Paolo Egonu e Chiara Francini ma anche su Gianni Morandi, conferma di un artista iconico:
“Riguardo alle co-conduzioni delle prime tre serate, ritengo Gianni Morandi un gigante, appartiene al bene collettivo, impossibile non essere affezionati a lui, impossibile non amarlo. Un personaggio ed un artista trasversale, transgenerazionale che raccoglie il pubblico degli anni ’60 e la generazione Z: lo ha fatto attraverso i social ed anche i ragazzi oggi – pur magari non conoscendo le sue canzoni passate – gli riconoscono un grande affetto ed una grande stima. E dunque Amadeus, decidendo di fare il Festival insieme a lui, ha dimostrato anche qui una grande lungimiranza, sa di avere la spalla perfetta di un artista che piace in maniera totalizzante. Nelle tre edizioni precedenti, sapeva di aver fatto un ottimo lavoro con Fiorello al suo fianco ma Fiorello è un personaggio certamente amato ma polarizzante: una grande fetta di pubblico lo ama ma c’è anche una fetta più piccola che non lo ha in grande simpatia.  Gianni Morandi è invece un artista ed un personaggio totalizzante, impossibile dire di lui qualcosa che sia distante dal volergli bene e riconoscergli simpatia, professionalità, competenza; quindi da buon direttore artistico sapeva bene di avere un jolly a disposizione.  E’ stato anche un Festival all’insegna dell’impegno civile e sociale: Chiara Ferragni, che ha aperto e chiuso il Festival, mostra –  a mio parere – grande discrasia tra ciò che appare sui social e quando appare in diretta tv. Guardando il docufilm su Netflix, si ha la percezione che sia una grande imprenditrice, una donna di cultura, dirigente d’azienda, che scrive e dice cose interessanti e sui social non è mai banale: madre, moglie, imprenditrice e influencer, le si riconosce un ruolo. In televisione invece, a mio avviso, ha utilizzato un linguaggio molto povero, in cui tutto è “isssimo e super”. Non mi è piaciuto il monologo femminista, sotto forma di lettera alla bambina che è stata e che oggi vive in lei, l’ho trovato banale con concetti semplicistici. La Ferragni ha restituito un’immagine più povera rispetto a quella dei social.
Francesca Fagnani, direttamente da Belve, è una giornalista con un altro piglio rispetto alla Ferragni, non ha bisogno di filtri e social e quando va in tv è perchè ha qualcosa da dire. Ha portato un monologo, un tema riguardante l’accesso all’istruzione ed all’uguaglianza, con una potente riflessione sui ceti sociali svantaggiati. Ha mostrato grande esperienza di giornalista arrivando forte e diretta al pubblico con la certezza di essere se stessa e di non dover dimostrare niente a nessuno. Chiara ha invece sentito, probabilmente, la forte pressione di dover dimostrare qualcosa di più e di non essere soltanto una influencer.
Paola Egonu ha raccontato la sua esperienza di vita e di rapporto con il razzismo che l’ha sempre accompagnata. I temi che tocca sono sempre delicatissimi; personalmente l’ho ascoltata attentamente e vista in conferenza stampa: ha ripetuto che l’Italia è un Paese razzista e che non vuole fare polemiche ma le cose vanno dette – a mio parere – come stanno. Vivo in Italia da sempre, credo di essere molto attenta sempre alle dinamiche sociali, faccio fatica a definire l’Italia un Paese razzista paragonandolo ad altre realtà e situazioni nel mondo.  Che la Egonu faccia leva sempre su questo argomento, un pochino mi dispiace. Intendiamoci, il nostro Paese è pieno di difetti e problemi ma credo che la prospettiva da cui la Egonu voglia far vedere l’Italia, personalmente non la condivido in pieno, continuo a vedere una posizione forzata. Certamente il tema c’è, il tema esiste e va combattuto: io stessa sono da sempre impegnata e molto attenta ai temi sociali, razzismo e violenza contro le donne su tutto, però restituire un’immagine troppo indecorosa dell’Italia sotto questo profilo un pochino mi dispiace. Relegata ad un orario troppo tardivo Chiara Francini, una professionista molto brava, con un toccante monologo in un orario indecente sulla maternità negata. Le quattro co-conduttrici si sono spese tutte su temi importanti, veicolando messaggi molto forti, forse poco valorizzati”.

Chi ti ha deluso e chi è andato oltre alle tue aspettative?
Premesso che i brani da bocciare sono stati davvero pochi quest’anno, il mio sguardo da discografica, giornalisita e fruitrice di musica promuove in pieno sia il Festival che le 28 canzoni. Mi ha deluso Giorgia perchè riscontro purtroppo sempre le stesse considerazioni: è la voce probabilmente più bella che abbiamo in Italia ed anche a livello internazionale, Giorgia è bravissima ma il vero problema è che non ha mai avuto una canzone degna del suo valore artistico, vocale ed interpretativo. Per un’artista che era stata a lungo distante dalle telecamere, dalla televisione e dal Festival di Sanremo, mi aspettavo un ritorno in grande stile con un testo che ci lasciasse senza parole. Ed invece no. Ha portato una canzoncina con una voce potentissima quale quella che si ritrova e spiace molto,  trovo sia stata un’occasione sprecata per lei.  In tanti anni di carriera ha fatto tante belle canzoni ma mai un capolavoro”
“Chi invece è andato oltre alle aspettative e mi ha stupita è Rosa Chemical: lo conoscevo di nome ma non personalmente, lo sentivo nominare dai miei figli ma non avevo mai badato a lui: intorno a Rosa, come noto, ci sono state molte polemiche anche precedenti al Festival. L’ho incontrato poi dal vivo in sala stampa e mi sembra davvero un ragazzino 25enne con uno sguardo dolcissimo. Sul palco ha un look aggressivo e contemporaneamente ha uno sguardo dolce, pieno di gratitudine, educato, un artista che ha sempre ringraziato tutti. Ha dimostrato positività, umiltà e dolcezza d’animo davvero reali. Ha ringraziato Amadeus per averlo chiamato, protetto durante le polemiche relative all’interpellanza parlamentare, è stato l’unico dei 28 artisti in gara a mostrare umiltà e gratitudine. Ha portato un brano che funziona, un testo non violento (abbiamo avuto testi ben peggiori), mi ha molto colpita perchè credo abbia messo il lato umano davanti a quello professionale. Il suo brano “Made in Italy” andrà sicuramente bene, è un pezzo carino ed ai giovani piace molto. Rosa ha avuto l’opportunità di essere traghettato in un mondo più reale, rispetto a Spotify, cosa che mi sento di dire anche di Lazza: l’artista è arrivato a Sanremo poco conosciuto al grande pubblico ma notissimo su Spotify, con il record degli streaming e proprio grazie al Festival è entrato in un mondo reale con un volto, con presenza scenica, con la capacità reale di cantare e non filtrata da altro. Quelli che mi hanno stupita realmente, dunque, sono proprio Rosa Chemical e Lazza.

Come hai trovato la serata dei duetti? Chi ti ha stupita maggiormente?
Il bilancio della serata duetti e cover è andato molto bene: sul palco abbiamo riascoltato con piacere vecchi e grandi successi, canzoni divenute icone della musica italiana, vedi Ramazzotti, Giorgia, Paolo Vallesi. Alla fine gli artisti hanno ricantato alcuni loro pezzi storici, Anna Oxa per esempio ha dato una bellissima versione della sua “Un’emozione da poco”, non mi è dispiaciuta Madame insieme al rapper Izy, andando a toccare “Via del Campo”, non è mai facile mettere le mani su De Andrè.  Mengoni, Giorgia, Lazza, hanno avuto una resa straordinaria, anche Collazio con Ditonellapiaga – a mio parere – pessimi invece Gianluca Grignani con Arisa – è riuscito a farla stonare – non sono riusciti a tenere dritto il brano nemmeno con due direttori musicali, di cui uno era Beppe Vessicchio. In questo Festival, chi non ha mai davvero convinto è stato a mio giudizio Sethu che portava “Cause perse”, anche nella serata dei duetti e delle cover non è mai emerso. Ottima resa invece quella di Salmo, sono rimasta stupita dal suo cantare, sa cantare bene e non soltanto rappare. Nel complesso quella di venerdì sera è stata una bella serata nonostante gli orari impossibili ed il gestire 28 canzoni.  Governare 28 artisti con altrettante canzoni ritengo sia impresa difficilissima nel complesso, sia per gli addetti ai lavori, sia per i giornalisti che ne devono scrivere, sia per gli orari troppo tardivi.

Il bacio tra Fedez e Rosa Chemical:
“Questo bacio ha radici più pr0fonde rispetto alla sterile polemica di un bacio tra due uomini, che nel 2023 non dovrebbe più scandalizzare nessuno: la libertà sessuale è un tema sdoganato e molto sentito tra i giovani ed ha comunque un suo valore, non mi sento di condannare quel bacio. Quello che io condanno – a mio avviso – è il decoro ed il degrado morale che si è visto in questo Festival: a Sanremo quest’anno è stato permesso troppo. Capisco l’esigenza e la voglia di esprimersi, il farsi notare dopo due anni di pandemia in cui siamo stati tutti in silenzio, giovani e giovanissimi inclusi. Però ci sono modi e luoghi per fare le cose ed a mio parere quello non era nè il modo nè il luogo. Diciamo che l’intervento del Governo avviene nel momento in cui Rosa Chemical da delle risposte sfrontate e maliziose, offerte in prima serata nella finale, per rispondere a modo suo all’interrogazione parlamentare avvenuta pochi giorni prima del Festival.  Era non tanto una prima serata Rai quanto una serata elegante ed importante dove andava onorata solo la musica italiana, quindi a mio avviso l’atteggiamento tenuto da Fedez e Rosa Chemical è stato del tutto fuori luogo.

Alessandra Paparelli