PSYCHOTIC WALTZ – Intervista al cantante Devon Graves

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Ventiquattro anni di pausa ma il 2020 è l’anno del ritorno dei progmetallers statunitensi che con “The God-Shaped Void” ripartono da dove lasciarono in sospeso nel 1996. Ne abbiamo parlato con Devon Graves, cantante e leader della band e ci ha assicurato che per ora la sua priorità sono gli Psychotic Waltz.

Ciao Devon, benvenuto tra le pagine di Tuttorock, come stai? Finalmente possiamo parlare nuovamente degli Psychotic Waltz. Perché questo ritorno?
Ciao Fabio, grazie a te e a Tuttorock, si in effetti è dal 1996 che gli Psychotic Wlatz erano fermi. Non c’è una vera ragione, avevo altri progetti in mente, altre idee e così ho dato vita a i Deadsoul Tribe, ho iniziato a scrivere canzoni per quel progetto, sono stato in tour e ho lasciato alle spalle altre cose, poi ho creato un altro progetto, gli Shadow Theory e gli ho dedicato molto del mio tempo

24 anni di pausa, perché tutto questo tempo?
Si infatti sono tanti anni, ma non è stata una scelta voluta quella di far passare tanti anni, è successo e poi mi sono accorto che forse era il momento di riprendere in mano gli Psychotic Waltz, il resto è storia recente.

Parlami di “The God-Shaped Void”, quale è stato il processo compositivo dei brani?
Non c’è stato un vero processo, il tutto è nato quasi per caso, nel senso che alcune canzoni le ho scritte interamene io, altre insieme agli altri ragazzi della band. E’ stato sicuramente un processo molto lungo e creativo e questo penso si senta nei brani. Avevo bisogno di tornare indietro di risentirmi in una vera band, dove tutti hanno qualcosa da dire, di condividerla insieme agli altri e devo ammettere che oltre ad essere stato molto costruttivo, è stato anche molto divertente.

C’è un perfetto bilanciamento tra heavy metal e progressive, ma anche in tutti gli album degli Psychotic Waltz, come riesci a bilanciare il tutto alla perfezione?
Per me è spontaneo, amo tutti e due i generi musicali, amo il metal, i Genesis e il progressive e tutto queste influenze le faccio arrivare nel sound degli Psychotic Waltz.

Molto particolari anche le parti di flauto, un tocco originale per uno strumento che oltre per la musica classica viene usato per il progressive rock, nel metal è raro e molto suggestivo. Come hai deciso di suonare il flauto?
Conosci una certa band che si chiama Jetrho Tull e la loro “Aqualung”?

Cosa dirti Devon, hai citato uno dei miei gruppi preferiti e un album che considero un capolavoro non solo del rock progressivo ma della musica in generale!
La stessa cosa la penso anche io. “Aqualung” è un capolavoro e Ian Anderson mi ha sempre dato emozioni con il modo che ha di suonare il flauto. Tutte le contaminazioni che senti nel sound degli Psychotic Waltz, le parti di chitarra acustica, il pianoforte, il flauto, i riff hard rock e heavy metal, derivano tutte dal mio amore per “Aqualung”.

Che temi trattano i testi?
Molto vari, attualità, esperienze, ecc. C’è il mondo di oggi, c’è la lotta tra il bene e il male, ci sono le incomprensioni, c’è politica, c’è Dio, anche se non per forza in campo religioso.

La vostra reunion risale a circa dieci anni fa, ma solo oggi esce il nuovo album, perché?
Ci abbiamo lavorato molto e volevamo che questo ritorno fosse qualcosa di speciale e non ci siamo dati fretta. Quando abbiamo capito che era il momento giusto, ci siamo dati da fare per creare un qualcosa che unisse il vecchio sound della band con i tempi di oggi.

Non ti chiedo di dirmi quale è l’album migliore dei Psychotic Waltz, ma ti chiedo di dirmi le varie differenze tra “A Social Grace”, “Into The Everflow”, “Mosquito” e “Bleeding”, una tua brevissima recensione.
Una domanda un po’ difficile, ma ci provo! “A Social Grace” è stato il primo passo della band, una scommessa per me voler sperimentare alcune sonorità, “Into The Everflow” ha sonorità che possiamo anche dire più spaziali, mentre con “Mosquito” e “Bleeding” avevo cercato di modernizzare un po’ il sound, ma sempre in un contesto metal e progressive. Diciamo che per tutti e quattro gli album ho cercato di provare e sperimentare.

Che differenze invece ci sono tra i primi 4 album e l’ultimo?
Delle differenze ci sono, anche se lo stile è lo stesso, forse qui ho portato alcune idee che avevo per i Deadsoul Tribe.

Cosa mi dici dei Deadsoul Tribe e degli Shadow Theory?
Al momento il mio interessa primario sono gli Psychotic Waltz, stavolta in pausa ci sono i Deadsoul Tribe e forse continuerò con gli Shadow Theory.

Nel 2011 è uscito un box set in vinile “The Architects Arise: The First Ten Years”, cosa pensi di questo ritorno al vinile e a suoni vintage?
Penso che sia un’ottima cosa e sono stato molto contento dell’uscita del box in vinile. Io colleziono vinili e ritornare a quel formato penso sia un’ottima cosa. Amo la musica, amo ascoltare musica e lo faccio spesso e volentieri.

Ora sempre Devon Graves, non più Buddy Lackey?No, ora Devon Graves, Buddy Lackey era un soprannome di molti anni fa, oggi penso non abbia senso.ù

Chiudi l’intervista come vuoi per i tuo fan italiani e i nostri lettori.
Grazie del supporto come sempre. Spero vi piaccia l’album e spero di vedervi presto in tour.

FABIO LOFFREDO

Band:
Devon Graves: Voce e flauto
Dan Rock: Chitarra e tastiere
Brian McAlpin: Chitarra
Ward Evans: Basso
Norman Leggio: Batteria

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devon graves