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NARRATORE URBANO – Intervista al progetto collettivo torinese

NARRATORE URBANO – Intervista al progetto collettivo torinese

In occasione dell’uscita del nuovo singolo “IL MIO COINQUILINO VUOLE UCCIDERMI”, ho avuto il piacere di intervistare il progetto collettivo Narratore Urbano, formato da Alekos Zonca (Voce e Testi), Luca Abbrancati (Basso) e Giorgia Capatti (Batteria) attivo a partire dal 2022 e che si rifà ai valori del DIY e cerca di riportare all’interno della musica le tematiche politiche e sociali.

Ciao e benvenuti su Tuttorock, “Il mio coinquilino vuole uccidermi” è il vostro nuovo singolo, quando e com’è nata questa trasposizione in chiave condominiale della tragedia che sta avendo luogo a Gaza?

Alekos ha scritto il testo circa un anno fa mentre si trovava sul posto del suo precedente lavoro.

Avendo a che fare con appartamenti e condominii praticamente ogni giorno l’accostamento è avvenuto in maniera abbastanza naturale. Crediamo che usare una metafora sia l’unico modo per poter trattare l’argomento senza risultare retorici ed arenarsi nel privilegio occidentale di chi prova a raccontare senza essere presente sul luogo.

La parte musicale è stata costruita in un secondo momento o è andata di pari passo con il testo?

Abbiamo lavorato all’arrangiamento del brano in parallelo alla stesura del testo, anche perché quando Alekos ha scritto le parole aveva anche una bozza di linea vocale che poi è stata elaborata da Giorgia e Luca in prima battuta e poi rimaneggiata ulteriormente da Divi dei Ministri in fase di produzione.

Com’è stato accolto il brano durante il vostro “Realpolitik Condominiale Tour”?

Al momento l’accoglienza è sempre stata super positiva, il pubblico la sta già cantando pur non trovandosi ancora da nessuna parte in rete (al momento dell’intervista il brano non era ancora stato pubblicato – ndr).

A proposito di tour, al giorno d’oggi è sempre più difficile trovare situazioni in cui esibirsi per band che propongono brani propri, voi come ci siete riusciti?

Siamo riusciti a costruire questo tour in maniera totalmente indipendente, senza l’aiuto di nessun Booking e nessuna etichetta ma lavorando in sinergia con altri gruppi provenienti da tutta Italia e facendo rete. Per questo scopo abbiamo fondato Concerti Fuorisede tre anni fa, un format che funziona come contenitore per scambi data tra le diverse band: noi organizziamo concerti per i gruppi che vogliono suonare a Torino chiedendo in cambio di essere ospitati nelle varie città di provenienza dei progetti da fuori. Con il tempo si sono creati legami molto forti con alcuni progetti, primi fra tutti Il Maestrale (Bari) e gli Aura & Marilyn (Benevento) che stanno portando avanti Concerti Fuorisede nelle loro rispettive città, ma anche con tutti i gruppi con cui stiamo intessendo relazioni di scambio intense come ASO (Lecco), Sanlevigo (Roma), Ventured Across The Stream (Napoli), Zebra Sys (Perugia), Zebra Fink (Piacenza), Cous Cous a Colazione (Ravenna), Le Cose Importanti (Latina), SillySam (Udine).

Quando e come nasce il progetto “Narratore urbano”?

Narratore Urbano nasce da un’idea di Alekos Zonca, autore e voce dei brani, alla fine del 2019.

Dopo la pubblicazione di due EP (Fine delle Trasmissioni del 2020 e POST del 2021), decide di estendere il gruppo anche a Luca Abbrancati al basso, Giorgia Capatti alla batteria e Giovanni Bersani, che non è più parte del gruppo dal 2024, ai sintetizzatori. Fin dalla prima fase è stata la necessità di prendere una posizione politica il motore del progetto, oltre che l’attitudine DIY (Do It Yourself).

Affrontate tematiche politiche e sociali, la musica può essere ancora un veicolo fondamentale per smuovere le coscienze?

Crediamo che sia fondamentale che la musica cerchi di riportare al centro il contenuto, andando oltre il mero contenitore, anche correndo il rischio, riportando la politica e la società nella forma canzone, di non essere compresi, di risultare non di facile ascolto. Ad esempio è evidente che ora molti artisti si stanno esprimendo e stanno prendendo posizione netta contro il genocidio, il che è chiaramente un bene perché finalmente dopo due anni si stanno ponendo dei riflettori su Gaza e sui crimini contro l’umanità commessi da Israele. Detto questo mi piacerebbe leggere più frasi e più esposizione all’interno delle canzoni perché una storia Instagram esaurisce il suo scopo in 24 ore, il testo di un brano resta una dichiarazione pressoché indelebile. Più voci si uniscono per contrastare Israele e l’imperialismo occidentale (di cui siamo tutti complici più o meno consapevoli), più si può sperare di cambiare il corso degli eventi.

Qual è il vostro più grande sogno artistico?

Rendere il nostro progetto abbastanza sostenibile economicamente da renderlo il nostro lavoro.

Quali sono i vostri prossimi progetti musicali?

Stiamo lavorando ai prossimi due dischi ALT e CANC che chiuderanno la trilogia iniziata con CTRL nel 2024. Saranno due dischi senza pietà.

Grazie mille per il vostro tempo, vi lascio piena libertà per chiudere questa intervista come preferite.

Ora più che mai usate la vostra voce perché è l’arma più potente che abbiamo per questi tempi difficili. Palestina libera, sempre.

MARCO PRITONI

Band:
Alekos Zonca – Voce e Testi
Luca Abbrancati – Basso
Giorgia Capatti – Batteria