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MOONLIGHT HAZE – Intervista a CHIARA TRICARICO su “ANIMUS”

MOONLIGHT HAZE – Intervista a CHIARA TRICARICO su “ANIMUS”

In occasione dell’uscita del nuovo album “ANIMUS“, ho intervistato CHIARA TRICARICO, frontwoman dei MOONLIGH HAZE.

Ciao Chiara, piacere di averti nuovamente sulle pagine di Tuttorock. Stavolta parliamo dei Moonlight Haze, vuoi iniziare raccontando come è nata la decisione di formare questo nuovo progetto e quale è stata l’idea alla base? Cosa volevate proporre al pubblico?
Ciao, grazie, è un piacere anche per me. L’idea di fondare questa nuova band è venuta a Giulio alla fine del 2018. Un giorno ho ricevuto da lui una telefonata in cui mi diceva che avrebbe avuto piacere a tornare a suonare con me, visto che in passato avevamo registrato diversi dischi insieme e abbiamo sempre avuto un buon feeling e tanti gusti musicali in comune. All’inizio devo ammettere di essere stata scettica, perché in quel periodo ero molto impegnata e non me la sentivo tanto di ricominciare un progetto completamente da zero, ma lui, un paio di giorni dopo, mi ha mandato una mail che aveva come oggetto “canzoni top secret”. Ovviamente la cosa mi ha alquanto incuriosita e ho subito aperto gli allegati, che contenevano tre demo (in fase piuttosto avanzata) di quelli che poi sarebbero diventate tre tracce facenti parte del nostro debut album “De Rerum Natura”. Insomma, quella notte non sono riuscita a chiudere occhio perché le canzoni mi avevano già presa tantissimo e quindi sono stata in piedi a scrivere tutte le melodie di voce e i testi di quei pezzi. Il giorno dopo l’ho richiamato e gli ho detto che avremmo assolutamente dovuto cercare dei musicisti per creare questa nuova band. Insomma, mi aveva convinta, ahah! Entrambi abbiamo fin da subito concordato sul fatto che avremmo voluto circondarci non solo di musicisti che a livello tecnico fossero eccellenti, ma che fossero anche delle persone affidabili e ottime sul piano umano. È così che abbiamo quindi deciso di coinvolgere tutti musicisti che conoscevamo sia a livello personale che professionale come Alessandro Jacobi, Marco Falanga e Alberto Melinato. 

Animus, il vostro nuovo album, ha come i precedenti, un titolo in latino. A cosa si deve questa scelta?
Sicuramente questo tipo di scelta è un poco (tanto) colpa mia. Avendo frequentato il liceo classico ed avendo in quel periodo sviluppato una grande passione per le lettere antiche, ho sempre trovato grande ispirazione e grande saggezza dagli scrittori del passato e inoltre ritengo che il latino funzioni benissimo in abbinamento con la nostra musica. 

Quale linea tematica avete voluto inserire in questo nuovo lavoro?
“Animus” è un disco nato nei tempi oscuri della pandemia, e questo penso trapeli molto dalle tematiche di alcune delle canzoni. Il nostro secondo album “Lunaris” era uscito nell’estate del 2020 e, nonostante fosse stato accolto in modo estremamente positivo sia dal pubblico che dalla critica, tutti i concerti che avevamo programmato per promuoverlo sono stati cancellati. Questo ci ha sicuramente rattristato, ma allo stesso tempo non abbiamo mai perso la speranza e la voglia di portare la nostra musica ovunque e tutto ciò ci ha dato grande ispirazione per scrivere questo nuovo capitolo della nostra storia. Lavorare, seppure a distanza, alle nuove canzoni ci ha fatto sentire molto uniti e vicini ed è stato assolutamente terapeutico e di aiuto nel superare un periodo così pieno di incertezze. 

Un artwork particolare, come lo avete scelto e quale significato racchiude?
Mi voglio esporre e ti dico che questo è, secondo me, l’artwork assolutamente più bello tra tutti quelli (comunque sempre eccellenti) che ha creato per noi la bravissima Beatrice Demori, con cui abbiamo avuto il piacere di collaborare fin dal primissimo giorno, sia per quanto riguarda le grafiche che per quanto riguarda le foto della band. La copertina in sé contiene tanti degli elementi tematici del disco (e infatti Beatrice è sempre una delle prime persone che ascolta i nostri dischi): la tematica dell’incertezza, rappresentata dalla benda sugli occhi del personaggio presente in primo piano, che nonostante abbia gli occhi coperti riesce a percepire il calore del fuoco che tiene tra le mani. Noi stessi abbiamo sempre sentito questo fuoco arderci dentro anche nei momenti più bui (e tra l’altro il fuoco è un tema ricorrente nei testi di “Animus”) e ciò ci ha portato alla composizione di questo nuovo lavoro. 

Che differenze avete introdotto rispetto i dischi già pubblicati in questo Animus?
Noi crediamo che “Animus” sia semplicemente la perfetta evoluzione di quello che è il sound dei Moonlight Haze. Diciamo che forse, grazie alla nostra capacità di lavorare come squadra, è in costante crescita disco dopo disco, ci siamo sentiti sicuri di poter sperimentare ulteriormente e di poter quindi estremizzare ancora di più alcuni elementi che ci caratterizzano. 

Venite spesso accostati a Nightwish ed Epica come sonorità, sei d’accordo con questo paragone?
Hai citato due band che stimiamo moltissimo, ma riteniamo forse le similitudini in termini di sound non siano poi molte. Crediamo che, per molti aspetti, la nostra musica sia più orientata sul versante power-metal rispetto ai gruppi che hai citato. 

Kintsugi è un tuffo nella cultura giapponese, come è nato questo pezzo?
Già tempo fa Giulio mi aveva parlato di questa arte giapponese che poi, per estensione, rappresenta anche una filosofia di vita, ovvero quella che, proprio come succede per i vasi rotti che vengono riparati con oro e argento nell’arte ceramica del kintsugi, prevede di non nascondere necessariamente le nostre debolezze e di non rinnegare le esperienze brutte che ci capitano nella vita, ma al contrario di cercare di trasformarle in qualcosa che rende ogni persona unica e più forte. Abbiamo a lungo parlato di quanto ci sembrasse meraviglioso l’intero concetto e abbiamo quindi deciso di scrivere una canzone che gli rendesse omaggio. 

Se dovessi scegliere un tuo brano preferito nella tracklist?
Domanda assolutamente troppo difficile: sarebbe come chiedermi a quale dei miei due gatti voglio più bene, ahah! 

C’è un artista con cui vorreste collaborare in futuro?
Ma, diciamo che al momento non abbiamo piani in questo senso, si vedrá a seconda delle canzoni che scriveremo in futuro se si renderà necessaria la collaborazione con qualche artista in particolare, come era successo, nel primo album, con la canzone “Time” in cui Laura Macrì dei Mayan e Mark Jansen degli Epica hanno partecipato come guest vocalist perché le loro voci erano perfette per rappresentare ciò che la canzone richiedeva. 

Progetti futuri? Un tour alle porte? Avete già delle date fissate?
Al momento stiamo pianificando molte cose e sicuramente faremo in modo di portare la nostra musica sia in giro per l’Italia, che all’estero, il più possibile, perché questo è lo scopo della band: suonare dal vivo e trasportare l’ascoltatore nel nostro mondo musicale. Al momento, le date annunciate sono il 30 giugno al Rugby Sound Festival, in cui saremo special guest per i Lacuna Coil, il 6 agosto al Metal For Emergency festival insieme a Rhapsody Of Fire e Destruction e il 27 agosto come opening act per Beast in Black, Sabaton e Helloween. Che dire… speriamo di vedervi numerosi davanti al palco! Noi non vediamo davvero l’ora!!!

MAURIZIO DONINI 

Band:
Chiara Tricarico – vocals
Marco Falanga – guitar
Alberto Melinato – guitar
Alessandro Jacobi – bass
Giulio Capone – drums

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