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“LABIRINTO BOSE'” – IL LIBRO DI GIOVANNI VERINI SUPPLIZI

“LABIRINTO BOSE'” – IL LIBRO DI GIOVANNI VERINI SUPPLIZI

Vi presentiamo “Labirinto Bosè” – Secondo me, secondo loro, secondo “El”, Crac Edizioni, di Giovanni Verini Supplizi, prefazione di Enzo Gentile.
La copertina, iconica, frutto dell’artisticità di Andrea Fumagalli alias Andy dei Bluvertigo, musicista, cantante e pittore fondatore insieme a Morgan della storica band.
Perché oggi un libro su Miguel Bosè? Perché nel secolo che abbiamo attraversato abbiamo conosciuto, incontrato, ascoltato personaggi eclettici, a loro modo straordinari e che hanno colpito l’interesse e la curiosità del pubblico. E’ il caso di Miguel, figlio dell’attrice Lucia Bosè e del torero Luis Miguel Dominguín.
Lucia Bosè, tra l’altro, venuta a mancare nella prima parte della pandemia, marzo 2020: la “ragazza di Piazza di Spagna” amata da Visconti e Antonioni.
Lo scrittore ed esperto musicale Giovanni Verini Supplizi, titolare di uno storico negozio a Bari “Wanted Record”, ripercorre l’intera carriera dell’artista, dal suo esordio cinematografico del 1973 fino ad oggi, raccontando con l’occasione più di 40 anni di spettacolo tra arte, cinema, teatro, televisione e omaggiando la vita e la carriera artistica di Bosè, il quale ha respirato fin dalla culla l’arte, la libertà e la presenza di numerosi personaggi importanti amici di famiglia, primo tra tutti proprio il celebre Pablo Picasso. Una vita straordinaria, conflittuale con il padre, quella di Miguel Bosè che valeva la pena di essere raccontata con raffinatezza, con un tratteggio interessante e pregiato frutto di ricerca approfondita, dichiarazioni, testimonianze.
A fine intervista, abbiamo allegato uno storico brano di grande successo “Bravi ragazzi”, singolo del 1982.
Abbiamo raggiungo l’autore del libro, Giovanni Verini Supplizi e intervistato per Tuttorock:

Giovanni, sei un critico musicale, titolare dello storico negozio Wanted Record, ha raccontato e vissuto una vita per la musica. Hai scelto di raccontare Miguel Bosè nel tuo libro “Labirinto Bosè”, raccontaci perchè:
Bosè è stato il primo artista che ho seguito fin da ragazzino: lui ebbe molto successo con Super Superman e altri singoli notissimi. Nel nostro Paese era all’apice del successo, famosissimo negli anni ’80. Da allora la sua carriera in Italia è stata successivamente a intermittenza, sia con altri brani sia in altri contesti, come conduttore, presentatore o giudice di Talent. Personalmente, non ho mai smesso di seguirlo, sono cresciuto e ho cambiato nel tempo più volte vari gusti musicali ma nel frattempo è cresciuto musicalmente e artisticamente anche lui; per questo motivo ho deciso un libro su Bosè, volevo omaggiarlo ma anche dare un senso a una passione, raccontare un po’ la storia di tutti noi nei decenni ma anche una “fede” artistica personale che dura da più di 40 anni.

Come nasce la tua passione e interesse per questo artista eclettico, versatile, trasversale, a tratti anche complesso? Cosa racconti nel tuo libro?
Una passione che dura da tanti anni e quando si segue in questo modo un artista, qualcosa che lui comunica ed esprime ha sempre a che fare con noi stessi. A maggior ragione, seguendolo dal 1979, racconto non soltanto la sua vita artistica e non, ma indirettamente anche la mia che lo seguo da moltissimi anni.

Labirinto Bosé non è una soltanto una biografia ma anche una raccolta approfondita e dettagliata di ricerca, approfondimenti, dichiarazioni che tu hai raccolto negli anni attraverso testimonianze, interviste a mezzo stampa e quindi giornali, radio e televisione, tour, live, spettacoli, show. Un libro profondo che attraversa i decenni. Ritieni che l’Italia non sia un Paese pronto ancora oggi ad accogliere artisti così eclettici, trasversali, così eccentrici e poliedrici, liberi? Bosè è un personaggio scomodo, non compreso?
Forse Bosè è stato ed è tutt’ora un artista trasversale sicuramente incompreso. Un grandissimo artista che l’Italia probabilmente ha sottovalutato, non capito, diversamente da altri Paesi in Europa e infatti, tra gli obiettivi e gli intenti del mio libro c’è il desiderio di voler far comprendere e conoscere meglio “l’artista Bosé”, che spesso, soprattutto in Italia viene relegato ancora oggi ai soliti successi come “Bravi Ragazzi”, “Se tu non torni” o altri brani popolari che ricordavamo come Super Superman.  Ma in realtà, Bosè è molto di più e molto più vasta è la sua arte. Le 400 pagine del libro raccontano dunque una carriera vastissima che spazia in vari generi (lo si può considerare uno sperimentarore) molto difficile da seguire nella sua completezza e vastità proprio per la poliedricità dello stesso Bosè.

Hai inviato una copia del libro a Miguel Bosè? Hai avuto modo di sentirlo, parlarci?
Ho incontrato personalmente nella vita Miguel Bosé almeno cinque o sei volte (concerti esclusi ovviamente), la prima volta da piccolo nella mia città, Bari, quando lui venne a cantare al Teatro Petruzzelli nel 1983 per la manifestazione “Azzurro”; io ero bambino e con mio padre aspettammo che arrivasse nella hall dell’hotel in cui alloggiava. In seguito nel 2000 e nel 2005 a Madrid sono riuscito a entrare a due feste private post-concerto e un paio di volte ad alcuni meet & greet organizzati dal sito ufficiale. Una persona sempre molto gentile e disponibile. Purtroppo ho cercato di contattarlo per il libro per metterlo a conoscenza del mio progetto ma per vari motivi, un po’ a causa della lontananza in quanto vive in Messico da cinque, sei anni, un po’ perché non è affatto semplicissimo contattarlo, non ci son riuscito. Ho provato a fargli arrivare il libro in vari modi, non so se lo ha mai ricevuto, mi farebbe piacere se ne fosse a conoscenza, anche perché ci ho messo l’anima per lavorare a questo libro,  ho impiegato 5 anni nel progetto e poi perché è un tributo a un grande artista.

A completare il tuo libro, c’è una splendida copertina firmata da un artista versatile, Andy dei Bluvertigo. Come è nata la collaborazione con lui?
Avevo già avuto dei contatti con Andy per la lavorazione di questo libro. A differenza degli altri intervistati, Andy non aveva collaborato con Bosé ma il suo mondo essendo molto “pop” lo trovavo molto affine a quello dell’artista spagnolo. Un giorno vidi una sua ospitata al programma di Red Ronnie in cui mostravano dei quadri dello stesso Andy che raffiguravano artisti come Bowie, Hendrix ed erano bellissimi. Da lì l’idea di chiedergli di affidargli la copertina e Andy ha gentilmente accettato. Lo ringrazio perché sono molto soddisfatto del lavoro svolto.

Alessandra Paparelli