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“INCONDIZIONATAMENTE” – IL PRIMO SINGOLO DA SOLISTA DI DONNO

“INCONDIZIONATAMENTE” – IL PRIMO SINGOLO DA SOLISTA DI DONNO

DONNO foto

Abbiamo incontrato Donno, musicista e cantautore talentuoso che ci presenta il suo primo singolo da solista “Incondizionatamente“, Edizioni Rtf Records. Il brano è un’intensa ballata scritta da lui e  prodotta da Sergio Quagliarella e Oscar Mapelli, che incalza intensamente, sofferente e provvidenziale. Donno – come ci ha raccontato nell’intervista – ha sentito l’urgenza
di mettere in musica l’esperienza di una relazione, vivendola come il più grande strumento di evoluzione e crescita personale. L’artista di Luino, sulle sponde del Lago Maggiore, racconta di questa relazione e del suo epilogo, giunto senza sorprese ma contro la sua volontà, preziosa occasione per parlare di sentimenti e di crescita interiore. Dal 2009 in poi fonda alcune band mentre nel 2018 inizia la sua carriera solista. L’amore per la musica, le passioni, il lavoro. Le sue influenze musicali spaziano tra Jeff Buckley, Chris Cornell, Bring Me The Horizon e gli italiani Marlene Kuntz. Le radici e la passione nel metal da una parte, lo studio delle medicine tradizionali antiche dall’altra sono le colonne portanti di Donno, della sua visione del mondo e del suo stile musicale.

Incondizionatamenteè il tuo nuovo singolo, l’esperienza solista. Racconta l’esperienza di una relazione, vista come crescita personale. Come nasce il brano ?
Il brano nasce inizialmente da una lettera che scrissi ad una persona molto importante per me in quel momento, una lettera che le diedi pochi giorni dopo la fine della nostra relazione. La canzone arriva qualche tempo dopo, precisamente nel momento in cui cominciavo ad andare oltre quell’evento. L’ho critta per esorcizzare quell’ esperienza, è come una guarigione.

E’ un brano autobiografico, dunque. Quando lo hai scritto?
Assolutamente autobiografico anche se ho voluto dare un’ immagine più aperta… credo che si si possano rispecchiare tante persone in questa situazione. Come accennavo prima, questo brano ho cominciato a scriverlo poco dopo la fine della relazione e ammetto che non è stato semplicissimo completare tutta la canzone; è rimasta una bozza di testo voce e chitarra acustica per un pò di tempo. anche perché, appunto, racconta di una situazione vissuta molto intensamente, anche drammaticamente a tratti ma veramente costruttiva per la mia evoluzione personale. E’ stato doloroso, lo ammetto, ma ha dato luce a parti di me che non conoscevo e soprattutto mi ha tirato fuori questo brano. Quindi se il regalo di addio di questa storia è questa canzone, allora non posso che esserne contento.

Qual è la tua esigenza narrativa?
Io scrivo per necessità! Canto e compongo musica e testi perchè è il modo migliore che ho per esprimere ciò che ho dentro e le sole parole non mi bastano, scrivo perchè quando capisco qualcosa di nuovo delle mie emozioni, della mia psiche non posso fare a meno di metterlo in musica per condividerlo con chi più posso. Per la musica è un prezioso mezzo di informazione ma soprattutto di guarigione, questo è ciò che provo a fare per quanto posso e perchè mi fa bene, è la mia medicina.

Scrivi di notte o di giorno? C’è un orario migliore per la creatività?

Diciamo che tendenzialmente di notte ci si trova bene a scrivere perchè c’è molto silenzio. si percepisce tutto differentemente, quindi sì, di notte scrivo tanto, ma dipende sai? Ho scritto spesso anche di giorno! L’ispirazione arriva, e quando arriva mi segno subito qualcosa, ovunque io sia: un memo vocale o una frase, uno scimmiottamento di batteria o basso con la voce ( mi prendono spesso per pazzo in giro, quando faccio certe cose), però la creatività in parte arriva quando vuole arrivare ma la si può anche in parte allenare o meglio, ci si abitua a trovarla più spesso, non è questione di orario o giorno, più ci pensi e più non arriva, almeno, per quanto riguarda me.

Quando nasce la tua passione per la musica?

Fin da bambino mi piaceva cantare, all’ asilo vinsi un piccolo concorso di canto, alle elementari e medie nelle recite cantavo e suonavo sempre il flauto come solista, diciamo che ci sono stati due momenti fondamentali per me musicalmente parlando. Il primo all’età di 8 anni, i miei due zii, che erano teenagers mi regalarono un chiodo di pelle, un walkman con una cassetta masterizzata del Greatest Hits degli Iron Maiden! Lì cominciato ad ascoltare musica e in seconda liceo mi trovai un nuovo compagno che suonava e aveva una band, gli mancava il cantante. Io non avevo mai cantato in una band, però mi sono offerto per un provino e da allora non ho più smesso.

L’amore è un sentimento forte, ispirazione per poeti, letterati, pittori, musicisti. La sofferenza in amore è maggiormente creativa rispetto alla serenità e felicità?
Credo che non ci sia niente di più importante e forte dell’amore, il fine massimo di ogni qualsiasi arte prova spiegare l’amore ma non saranno sufficienti nemmeno miliardi di parole o di quadri o statue a spiegarlo al 100%, e questo è il bello. Penso che questo mito del dover per forza soffrire e basta per essere artisti debba finire.. tristezza e dolore e felicita e serenità sono le due facce della stessa medaglia. Uno non può esserci senza l’altro, senza dilungare, ci sono bellissime canzoni di amori appena nati o consolidati nel tempo, che senza quella gioia e felicità non sarebbero mai state scritte e altre invece che non sarebbero mai state scritte senza il dolore, entrambe gli stati d’ animo sono propedeutici in un certo senso. Credo che debba essere equilibrio tra le cose.

Le relazioni sono alla base della nostra società. Che umanità scorgi, in questa pandemia nazionale e globale, peggiorata?
lo dico nella mia canzone: ogni relazione è veicolo di evoluzione, non voglio entrare nel discorso pandemia, oggi non si parla d’altro ormai…però i rapporti umani adesso sono svalutati, non di ” prima necessità, si dice oggi. E non mi piace per niente.

Un pensiero sui luoghi di cultura chiusi e la difficoltà per la cultura nel nostro Paese. Ti chiedo, perché la cultura non è considerata un “lavoro vero”? Perché si usa questo termine, perché questo approccio?
Ti rispondo con una domanda. Cosa vuol dire lavoro vero? Perchè esistono davvero lavori finti? Comunque come al panettiere o al supermercato si compra il pane e il cibo per sfamare il nostro corpo, l’arte è il nostro cibo emozionale, sentimentale quotidiano; dire che non è importante vuole dire che non serve provare emozioni, è di secondaria importanza, cosa che io invece credo sia di importanza ancora maggiore in un periodo come questo. Ma non voglio dilungarmi, potremmo parlare giorni interi di questo argomento.

Il videoclip che accompagna il brano è molto particolare, perché questa scelta? Sei un appassionato di filosofie olistiche:
Certamente, sono un appassionato ed uno studioso di discipline olistiche, ho studiato naturopatia e medicina cinese per anni, è uno dei miei vari “io” oltre a quello di cantautore. La scelta di questo video è molto semplice in realtà, la ragazza di radici orientali rappresenta questa mia propensione per quel mondo, nonostante sia di formazione e origini assolutamente occidentali e sono due mondi che possono convivere benissimo…nel video provare a spiegarlo è uno dei miei scopi e l’altro concetto è provare a spiegare l’ impossibilità di mantenere l’amore fermo e di pensarlo, l’amore lo complichiamo ragionandolo, anzi, smettiamo di esserlo nel momento in cui lo pensiamo e basta. Questo concetto il video lo spiega nel delle foto durante il video, quindi un azione che vuole bloccare, fissare nel tempo un evento, all’ interno di un video che appunto racconta una storia in continuo movimento che non si può quindi intrappolare.

La musica è in grande sofferenza, in questo periodo storico, eppure la musica è terapeutica, è benessere, fa star bene corpo e anima ed è lavoro: un tuo pensiero su questo
Tutta l’arte è in sofferenza ed è un fatto che io trovo veramente inaccettabile. La musica poi è veramente terapeutica, fa bene al cuore, all’anima ma anche al corpo, la musicoterapia è una scienza, ricordiamocelo visto che oggi la parola ” scienza” va cosi di moda oggi. Però mi sento di dire che questo stop, questo momento di crisi per la musica, lascerà spazio ad una grande rinascita, la Storia ce lo insegna: ogni Medioevo si trasforma in un Rinascimento.

Alessandra Paparelli