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FOLKSTONE – Intervista alla storica folk rock/metal band lombarda

FOLKSTONE – Intervista alla storica folk rock/metal band lombarda

In occasione dell’uscita del nuovo singolo “Macerie”, ho avuto il piacere di intervistare la storica folk rock/metal band lombarda Folkstone.

Ciao ragazzi, benvenuti su Tuttorock, parliamo subito di “Macerie”, il vostro nuovo singolo da me molto apprezzato, che riscontri state avendo?

Ciao Marco, grazie per lo spazio dedicatoci e grazie mille per l’apprezzamento. Il riscontro possiamo dire che è molto positivo, non ci illudiamo e non guardiamo mai troppo in là… ma “Macerie” ci sta dando davvero delle belle soddisfazioni.

Un brano nato da quale idea?

Un brano “lampo” innanzi tutto. Fino a qualche mese fa non sapevamo nemmeno cosa sarebbe successo dopo la reunion ed ora eccoci qui con un singolo tra le mani. Il brano musicalmente nasce da un giro di cornamusa e di chitarra di Lore e Mauri con la collaborazione del nostro amico Cristian Piccinelli. In soffitta invece io avevo un testo scritto più di un anno fa quando scoppiò il conflitto in Ucraina. Rimasi molto scossa dal percepire la guerra così vicina e mi chiesi cosa avrei fatto se fosse piombata proprio nella mia vita. La risposta è nelle parole del testo che abbiamo così provato a mettere sul pezzo. Funzionava e ci dava la giusta sensazione di grido di disperazione che volevamo dare. Così nacquero le nostre Macerie.

Parlatemi un po’ del video, avete dato piena libertà al regista?

Il video è frutto della collaborazione artistica tra noi ed il regista Luca Rapuzzi. Io e Lore abbiamo scritto lo storyboard, poi il regista lo ha interpretato e ci ha messo la sua visione e la sua creatività. E’ stato un bel lavoro svolto in piena sintonia. Volevamo far percepire a livello di immagini il pensiero che ci ha pervaso per cui le cose che tutti i giorni diamo per scontate possono sopperire sotto i colpi della guerra, la fragilità delle nostre certezze in quanto esseri umani esposti non al destino ma alla ferocia di altri esseri umani come noi.

Dov’è stato girato?

Una parte è stata girata in studio ed un’altra in Val di Scalve, al passo della Manina. Non è un luogo a caso. Siamo andati lì perché volevamo andare in un posto a noi caro, dove ci sentiamo a casa, dove ci sentiamo al sicuro. Lì ci sono le miniere di ferro, le rocce nere delle Orobie ed i sentieri che ci hanno scrutati negli anni e che tutti insieme hanno contribuito, da protagonisti, a far nascere le canzoni dei Folkstone. Ecco, questa bella immagine l’abbiamo contrapposta alle fotografie appese nel rudere come luogo di guerra, al sangue sui nostri corpi e sugli strumenti. Questo perché tutto ciò che hai di caro e che fa parte della tua vita un giorno qualunque può crollare e ti puoi ritrovare a non avere più nulla, se non le tue sole mani che con immenso dolore scavano per cercare chi ami e lottano per sopravvivere.

Quasi 20 anni di carriera durante la quale il mercato musicale è cambiato molto, la vostra idea di fare musica invece, a giudicare da questo singolo, è sempre la stessa dell’inizio, sbaglio?

Sì il mondo musicale è molto cambiato, come è giusto che sia. Ci si evolve, cambiano generazioni e gusti e perché no tecnologie che portano la musica a sperimentazioni differenti. Noi siamo parte di questo cambiamento in quanto persone, ma la nostra musica rimane la stessa perché è quella che ci rappresenta. Il nostro marchio di fabbrica Folkstone non riusciamo a trasformarlo in altro, perché sarebbe snaturare la nostra idea di fondo che è mettere in  musica e testi ciò che siamo. Avere la nostra sana vecchia base rock con la cornice di strumenti che fanno viaggiare la mente mentre le parole raccontano le nostre storie.

Nel 2019 vi siete sciolti poi, nel 2023, qual è stata la scintilla che vi ha fatti ritornare?

La scintilla è che io, Lore ed il nostro manager Elia scherzando una sera davanti ad un calice di vino ci siamo detti “e se facessimo un concerto?”. Da lì si è aperto il vaso di Pandora. Abbiamo contattato gli altri musicisti, ci siamo trovati a parlare e a capire se fosse fattibile e tutto ciò che ne concerne ed un nuovo capitolo è iniziato.

Avete tantissimi concerti alle spalle ma c’è una città, un Paese dove non siete mai stati e dove vi piacerebbe particolarmente suonare?

Pensandoci in Sicilia non siamo mai riusciti ad approdare e ci piacerebbe molto fare un concerto nella stupenda isola, sarebbe una bella soddisfazione.

A proposito di live, a dicembre ne avete 4 in programma, poi quali sono i vostri prossimi progetti?

Per ora siamo concentrati sui live, abbiamo voglia di dare tutte le nostre energie in questi quattro concerti. Poi vedremo. Come detto prima un nuovo capitolo è iniziato, si può solo che continuare a scriverne le pagine.

Grazie mille per il vostro tempo, volete aggiungere qualcosa per chiudere l’intervista?

Grazie a te e a chi leggerà queste parole. Aggiungiamo solo che vi aspettiamo ai nostri concerti ovunque voi siate.

MARCO PRITONI