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ELVENKING – Intervista al cantante Davide “Damna” Moras

ELVENKING – Intervista al cantante Davide “Damna” Moras

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Ho intervistato per Tuttorock Davide “Damna” Moras voce degli Elvenking per l’uscita del loro nuovo lavoro dal titolo “Reader of The Runes-Divination”, pubblicato da AFM il 30 agosto. Una chiacchierata piacevole tra rune, divinazione, caparbietà e musica a 360°.


Ciao Davide e benvenuto su Tuttorock, come stai?
Ciao Monica, abbastanza bene, è un periodo pieno ma molto soddisfacente.

Siete arrivati al decimo album, 22 anni che suonate: un traguardo! Avete pensato a questo?
E’ stato molto positivo, questa idea ci ha dato il tempo di guardare un pochino indietro nel tempo in modo positivo quasi come se fosse una bussola. Abbiamo voluto mantenere la linea e il sound della band senza fare passi falsi. Fare il decimo disco è stato positivo e abbiamo tenuto la consistenza che ci contraddistingue sin dal terzultimo nostro lavoro. Ci ha messo in un mood di entusiasmo, di voglia di fare un gran disco e di celebrarlo al meglio.

Siete una band consolidata, avete sempre la stessa line up, siete seguiti, da un ottimo staff (label, ufficio stampa ecc), questo fa squadra. Questo è importante secondo te?
Voglio soffermarmi su questa cosa che hai detto, è vero c’è squadra e questo che hai detto mi è piaciuto. Hai ragione, abbiamo rinnovato con AFM Records e il loro intento è stato quello ancora di darci fiducia e mezzi e si è proprio creata questo messaggio di squadra, ci supportano. Tutto questo è stato molto positivo perché ci danno man forte ed entusiasmo perché capiamo che ci supportano davvero e hanno i nervi saldi. Questo è molto importante, l’entusiasmo, dare sostegno anche morale alla band perchè tutte le fasi di un nuovo album sono delicate ed è importante dare alla band sostegno perché ci vogliono nervi saldi ma fa parte del gioco

Ho ascoltato l’album, molto completo e intrigante. Parlate anche delle rune, un argomento non proprio “leggero” per la musica. Come ci siete riusciti?
Ehhh le rune, allora, per quanto riguarda questo argomento, sì è complicato. Premesso che noi abbiamo voluto scrivere una storia in Reader of the Runes-Divination perché poi ci saranno altre due parti, questa è la prima parte. È vero è compilcato scrivere sulle rune, questo è un concept album, non abbiamo voluto soffermarci sul contesto storico, non siamo voluti andare troppo a fondo su quello che sono le rune ma sicuramente un po’ di ricerca sull’ argomento lo abbiamo fatto. E’ molto affascinante, riguarda un grande branca di sapere: la storia, la letteratura… Partiamo già da appassionati di queste tematiche ma abbimo voluto farle un po’ nostre e utilizzarle per fare una storia più ampia.

Quindi tutti insieme avete deciso di fare questo concept a episodi, quasi come una saga che comunque continuerà.  Anche la copertina è molto suggestiva, puoi parlarcene?
L’album è composto da 12 tracce compreso intro e intermezzo. Noi siamo sempre molto attenti anche all’aspetto grafico e alle copertine perché comunque è quello che arriva prima alle persone, quindi è giusto fare qualcosa che sia bello per noi ma anche per il pubblico. Questa volta abbiamo contattato Sofia Vancova, che disegna cover album anche per altre band fa ed è molto brava, abbiamo visti dei suoi bellissimi dipinti e le sue grafiche e abbiamo trovato subito l’intesa e lei è riuscita ad interpretare in un unico disegno il mood dell’album e della storia.

L’album è uscito in tutto il mondo il 30 agosto, il release party invece per quando è prevista? Ci sarà un tour?
Abbiamo organizzato la release per il 5 ottobre all’ Astro Club di Fontanafredda in provincia di Pordenone, poi faremo altre date anche all’estero.

Com’ è cambiato il mondo della musica dal 1997, quando avete iniziato ad oggi?
Ora ci sono molte più band, alcuni come noi sono riuscite a dare un seguito al sogno iniziale, con alcuni abbiamo fatto un po’ di strada, altri hanno mollato e altri hanno preso altre strade. Qualcuno continua ma magari sai, si perde la passione, la tenacia.

Torniamo quindi ai nervi, alla tenacia, al voler andare avanti e voi lo state dimostrando e guarda caso nella divinazione era molto importante la tenacia.  Vuol dire che voi avete dalla vostra una forte motivazione e questo è da lodare. 22 anni di Elvenking, dieci album, tanti live e un genere metal che è cresciuto pian piano, perché il pagan folk metal si è dovuto ritagliare un suo spazio. Voi avete anche con una forte presenza scenica e si vede anche qui il lavoro di squadra. Com’ è stare sul palco? Com’è stare lassù per gli Elvenking?
E’ stupendo per noi chiaramente. Chiaramente anche lì abbiamo lavorato molto, siamo cresciuti tanto sicuramente nel corso di questi 22 anni e per noi, ormai è diventata una cosa che sappiamo fare, abbiamo più consapevolezza adesso di cosa vuol dire stare sul palco, di cosa vuol dire fare uno show, di cosa vuol dire proporre un qualcosa che vada oltre la semplice musica, la semplice esecuzione dei pezzi no? Quindi è una cosa che ovviamente devi avere dentro, ma ci vuole anche un pochino di affinamento ed è quello che abbiamo sicuramente fatto in questi anni. Se guardo ad esempio qualche vecchio concerto di 20 anni fa mi rendo conto che di strada ne abbiamo fatto tanta, anche perché nel frattempo abbiamo lavorato di più a livello scenografico come avrai visto anche tu.

Si si vero, poi naturalmente credo che avrete preparato una scenografia ad hoc per questo nuovo lavoro. I brani sono stati scritti da te e dal chitarrista Aydan, ci parli della loro nascita?
A parte che anche il fatto di capire di voler fare un concept album è stata un pochino dura, è da una vita che desideravamo farlo, intendo un concept album ma non avevamo mai avuta l’idea giusta. Questa volta invece è arrivata! Io e Aydan abbiamo iniziato a parlare delle nuove canzoni e ci siamo detti “cosa facciamo stavolta a livello tematico?”, sai anche per creare qualcosa che vada oltre la musica, questo è un qualcosa a cui teniamo molto, parlando anche nei live ecc. ci piace che i fan o chi ci ascolta entri un poco nel nostro piccolo mondo, quindi anche fare un disco che ha una storia, che dia un qualcosa di più è un qualcosa a cui abbiamo sempre aspirato. Per farla corta abbiamo avuto questa idea e abbiamo deciso di svilupparla. Ovviamente questa cosa ha influenzato molto il songwriter perché, da una parte comunque i pezzi dovevano avere un certo tipo di atmosfera e dovevamo avere le idee già chiare su quello che erano i testi di quel pezzo o di quell’altro, quindi abbiamo fatto un lavoro a 4 mani che è quello che facciamo sempre, ma stavolta ancor di più. Solitamente ci troviamo una volta alla settimana, quando siamo sotto album anche 2/3 volte e ci scambiamo un pò le idee che a volte possiamo aver avuto anche sull’autobus per dire… Cellulare alla mano si canticchiano le idee, poi si ascoltano e al 90 % fanno schifo e le buttiamo, poi quel 20/10/15% lo si salva e lo si vede assieme. Infatti abbiamo visto assieme sia la parte musicale e questa volta, per la prima volta, anche i testi poi abbiamo un po’ spartito il lavoro ma bene o male abbiamo visto il tutto assieme.

Ma ora che hai nominato il cellulare che tanto ci salva diciamo, quanto ci sta aiutando oppure no internet nella musica o comunque in generale?
Diciamo che ci sta togliendo il lato romantico della cosa, però ci sta aiutando molto sicuramente. Ci sta aiutando molto sia in piccole cose che in altre più complicate. Una volta, quando abbiamo iniziato, avevamo le cassettine e il mangiacassette, registravamo lì, ma se ad esempio l’idea di scrivere un pezzo ti veniva sull’autobus non potevi registrarlo nell’immediato sul cellulare  e quindi l’idea era persa perché arrivato a casa non sempre ti ricordavi quello che ti era venuto in mente. Quindi ci dà una mano in queste piccole cose ma anche una grande mano nella realizzazione di piccoli demo homemade come facciamo noi perché una volta che scriviamo i pezzi, noi li scriviamo sempre unplugged con le chitarre non amplificate perché vogliamo avere sempre il feeling di quello che è, se suona bene quando è così vuol dire che potrebbe essere una buona canzone. Però abbiamo bisogno di fare dei piccoli demo che poi scambiamo con gli altri ragazzi della band per preparare, perché le produzioni possiamo farle a casa, una volta dovevi andare in studio e potevi farlo solo lì.

Visto che hai parlato di lato romantico: cosa ne pensi riguardo il fatto che la musica ci arrivi subito e immediatamente possiamo scaricarla e ascoltarla? Un tempo aspettavamo la paghetta e andavamo a comprarci il tanto agognato album della nostra band, ora invece…
Questo è il lato ancora più romantico della situazione, è una cosa che a noi della nostra generazione manca o quantomeno io continuo a ricercarla, infatti continuo a ricercare dischi ecc. Ma non nego di avere l’abbonamento a Spotify e mi faccio le playlist le metto in macchina, le ascolto in cuffia… Sai siamo arrivati a un punto, ora ti parlo proprio da musicista, in cui innanzitutto la parte digitale è stata regolarizzata e quindi per noi è uno strumento utilissimo, perché noi possiamo vedere quante persone ci ascoltano, da che paesi provengono, è uno strumento molto valido e soprattutto ci sono un sacco di persone che ti ascoltano dal nulla, magari finisci in una playlist e le persone ti conoscono così. E’ un altro modo di vivere la musica, non è magari il nostro, quello che vivevamo noi, ma è un altro e onestamente pur non condividendolo al 100% comunque lo sto capendo, lo sto apprezzando, forse più da musicista e poi fortunatamente allo stesso tempo il mercato si è mosso in favore di tutto quello che è il fisico da collezione, quindi chi ci tiene al vinile o all’edizione limitata o al box set magari con qualcosina di più sfizioso all’interno ora lo trova. Anche a noi hanno dato questa opportunità con AFM e l’abbiamo colta al volo, perché sono cose che possono interessare e così si accontenta un po’ tutto il pubblico, le cose si stanno migliorando, perché c’è stato quel buco nero in quegli anni in cui c’era tanta pirateria, in cui si scaricavano mp3 gratuitamente, erano anni in cui non si sapeva come regolarizzare tutte le cose e fortunatamente al giorno d’oggi vari servizi in abbonamento hanno fatto tanto. Adesso stiamo arrivando anche ad un livello in cui questo è buono per le case discografiche, parlo di più risorse per le band stesse e questo aiuta alla crescita della scena e di tutto quello che sono le strutture che ruotano intorno alle band e tutto questo è molto positivo.

Infatti ti sento molto positivo e si capisce che questa è una bella tappa, dalla voce si denota che questo album e il vostro essere band piace in primis a voi e vi fa piacere condividere questo momento nuovo con i fan e con chi vi ascolta. Ed è importante che questo non si perda nelle band non trovi?
Grazie! E’ verissimo! Per noi è sempre stato così e continua ad essere così. Vedo un sacco di band, parlando di internet magari, di mezzi digitali, c’è un po’ questa lotta a cercare di avere più click, più like. Questa è una cosa che a noi non interessa, l’unica cosa che ci interessa è fare un buon lavoro per far arrivare la nostra musica a più persone possibili.

Vuoi aggiungere qualcosa e salutare i lettori di Tuttorock?
Allora mi sembra di aver detto tutto, grazie per questo spazio, ringrazio te e la redazione di Tuttorock e un saluto a tutti i lettori.

MONICA ATZEI

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