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ARIELLE – Intervista alla rock/blues woman statunitense

ARIELLE – Intervista alla rock/blues woman statunitense

Scoperta da Brian May dei  Queen e lanciata da Nuno Bettencourt degli Extreme, Arielle è una vera e giovane rock/blues woman, ottima voce e abile chitarrista. Ho già avuto modo di parlare di lei su queste pagine con la recensione del suo album “’73” (leggi qui la recensione” ed ho avuto il piacere di parlare con lei tramite skype. Di seguito l’intervista.

Ciao e benvenuta su Tuttorock. Parlami di te, come nasce il tuo amore per la musica. So che già a cinque anni cantavi in un coro!
Si ero molto piccola, avevo 5 anni e a casa la musica era una delle cose principali, ho iniziato come corista con il Peninsula Girls Chorus e poi ho iniziato a suonare vari strumenti, anche il flauto, mi sono avvicinata al jazz e poi il mio background è cresciuto e piano piano mi sono avvicinata al rock e al blues ed eccomi qua!

La chitarra poi? Quale è stata la scintilla che ti ha fatto imbracciare per la prima volta una chitarra?
Brian May ed i Queen, dopo aver visto il concerto Live At Wembley mi sono letteralmente innamorata di quel sound, del suono della chitarra di Brian May.

Abbiamo qualcosa in comune, anche io amo i Queen e Brian May è stato il chitarrista che mi ha fatto amare il rock e la chitarra!!
Veramente? Ma è meraviglioso!!

Sei stata però scoperta da Nuno Bettencourt degli Extreme.  Come si è accorto di te?
Si il mio produttore lo conosceva, era il 2010, lui mi ha ascoltato e mi ha aiutata a credere con la musica e la chitarra fino a darmi ottimi consigli per le mie canzoni e mi ha aiutata anche il fatto che mi sono trasferita a Los Angeles. Mi ha aiutata veramente tanto Nuno, mi ha fatto capire molte cose, ha creduto subito in me.

Poi Brian May ti ha scelto per We Will Rock You il musical, in un ruolo anche importante?
Si infatti, ho avuto la fortuna di essere stata notata anche da Brian May in persona, quel chitarrista che mi ha fatto innamorare della chitarra e aver partecipato al musical per me è stato come un sogno realizzato. Questa esperienza mi ha dato molto notorietà e non finirò mai di ringraziare sia  Brian May che Nuno Bettencourt.

Ma che emozione hai provato quando Brian May ti ha scelto?
Indescrivibile!! Un’emozione indescrivibile!! Sono corsa a Londra per incontrarlo e poi facevo parte dekl cast. Una felicità incredibile, mi ha aperto tutte le porte!

 Parlami ora del tuo nuovo album ’73. Quale è stato il processo compositivo dei vari brani?
Ti posso dire che è un concept e logicamente si parla degli anni settanta ed il suo titolo è “’73”, ho cerato di ricreare il sound dei seventies, le influenze quindi arrivano dal classic rock degli anni settanta. Ho gettato le basi, l idee e poi ho costruito le parole, le parti cantate, gli assoli di chitarra e tutti i vari passaggio. Ne vado realmente fiera!

Nei vari brani c’è i rock, il blues, l’hard rock. Tutto questo è Arielle o c’è di più?
E’ tutto questo e di più, anche perché amo anche il jazz, il country rock e penso di vare inserito nei vari brani anche qualcosa di questi altri genere, poi amando i Queen ho imparando ad amare vari stili musicali che mi hanno fatto crescere di più.

Cosa mi dici dei testi? Il loro significato e del titolo ‘73?
Parlo degli anni settanta, della vita di allore, c’è il rock ma ci sono anche canzoni d’amore, ho cercato di ricreare quei meravigliosi anni, anche nella foto di copertina.

La copertina del disco, infatti, è molto anni settanta, una foto che ti ritrae come una hippy. Ci sei tu, la tua chitarra e il pulmino Volkswagen. Sei affascinata dal movimento hippy? Ma tu ti senti una hippy negli anni duemila?
Si sicuramente si, adoro il movimento hippy e quello che vedi è proprio il mio furgone, si sicuramente sono una hippy degli anni duemila

Hai avuto molte difficoltà ad importi come una donna rock. Hai però reagito?
Si sicuramente si, sono stata anche vittima di bullismo perché ero una ragazza, bambina diversa dalle altre, ma poi è arrivata la musica che mi ha fatto reagire e diventare quella che sono ora, mi dedico completamente alla musica e nel mondo del rock oggi di donne ce ne sono veramente tanto. Ma anche nel mondo della musica ho avuto mille difficoltà. Tutto è iniziato quando aveva 16 anni quando ha accettato un lavoro in un negozio di musica ma non le era permesso vendere chitarre perché alle ragazze era permesso solo “innaffiare le piante”. Ciò è continuato quando è diventata una delle uniche due donne in una classe di 2.000 persone al Musician’s Institute. In poco tempo, un’insegnante le disse che “avrebbe dovuto indossare solo una gonna e un reggiseno push-up perché era l’unico modo per attirare l’attenzione. Era insopportabile e insostenibile. Ricorda la frustrazione e la disperazione: “Avevo un contratto discografico e davo via molto di me stessa: sembravo qualcuno che non ero me. Usavo il mio corpo e la mia ‘attrattiva’ per arrivare dove volevo. Ho passato molto tempo in cui sono stata al verde, in difficoltà, ho dichiarato bancarotta, ho vissuto nella mia macchina. Ho lottato con il sovrappeso e poi con l’anoressia, dovendo andare in riabilitazione per questo. Mi sono sempre sentita come se non appartenessi. Non sono mai stata bionda. Non era mai abbastanza alto e non era abbastanza sexy. Ora però basta, ho trovato la mia strada ed ho ritrovato me stessa. Faccio la musica che mi piace e mi vesto come voglio, senza dover rendere conto a qualcuno.

 Oggi ci sono molte donne rock, cosa pensi di questo?
Penso sia fantastico, ci siamo prese la nostra parte.

Cosa pensi del mondo di oggi?
Domanda difficile, non stiamo andando nella giusta direzione, siano quasi prigionieri del web, ma cerco di pensare positivo, anche perché la  musica aiuta.

Hai avuto tantissime esperienze live, hai aperto i concerti di grandi nomi come Heart, Joe Bonamassa, Joan Jett, Guns n Roses e tanti altri. Quale è stata l’esperienza che ti ha emozionato di più?
Ognuna di queste esperienze che hai citato sono state molto importanti per me, mi hanno aiutata a crscere e a muovermi bene nel music business. Poi sono tutti musicisti che adoro e con cui sono cresciuta musicalmente, non potrei chiedere di più.

Le tue influenze musicali oltre ai Queen e Brian May?
Brian May e Jeff Beck sono quelli principali e poi spazio molto, mi piacciono molto i Chicago e la lista è lunghissima!!

In due brani ho sentito anche alcune influenze dei Police  è solo una mia impressione?
No, è proprio così, amo molto anche i Police.

L’ultima traccia è invece una splendida ballad molto ispirata ai Queen, anche nella parti chitarristiche!!
Si è stata una cosa voluta, ho voluto proprio fare un mio personale tributo ai Queen e a Brian May, è grasi4e a loro se oggi siamo qui a parlare.

Grazie Arielle, chiudi l’intervista come vuoi, un messaggio al pubblico italiano.
Amo molto l’Italia e spero che il mio ultimo album vi piaccia e spero di venirci a suonare presto. Ancora non so dire molto ma ho in programma nel mio prossimo tour di venire in Italia.

FABIO LOFFREDO