Now Reading
VERRONE – LEGNA PER L’INVERNO

VERRONE – LEGNA PER L’INVERNO

Legna per l’inverno” (Disordine Dischi) è il disco d’esordio di Verrone, cantautore napoletano classe ’90, dal 2015 autore e bassista dei Ventinove e Trenta, band appartenente al filone del Newpolitan Power e tra le più attive del panorama emergente locale.

Realizzato sotto la produzione artistica di Dario di Pietro (LUK, Azul), l’album raccoglie 6 tracce attraversate dal filo conduttore del viaggio: le canzoni proposte scaturiscono tutte della distanza da una casa, letterale o figurata che sia a seconda che si tratti di un luogo o di un affetto, e dalla lontananza che può essere tanto una condizione in cui doversi fortificare quanto una fuga cui ambire. Ne consegue che centrale è pure il tema del ricordo in tutte le sue forme, dalla consolazione alla tristezza per qualcosa di incompiuto. La scrittura è rivolta al di fuori di sé, costantemente indirizzata a un silenzioso ma indispensabile compagno di traversata: è il dialogo col prossimo che permette di capirci, crescere, confortarci.

La cornice più idonea ai contenuti trattati è stata ricercata in arrangiamenti misurati, che dessero risalto alla semplicità delle armonie e al cantato. I colori più sgargianti sono quelli delle chitarre, cui è affidato il compito di ricreare atmosfere riverberate e rarefatte, traendo spunto principalmente dalla scena alternativa anglosassone (Editors e Ben Howard su tutti); le ritmiche sono solide ed essenziali, nel solco delle recenti esperienze dell’indie pop; le tastiere e i pianoforti completano l’opera consegnandole di fatto una sonorità cantautorale per cui il contatto tra le dita dei musicisti e gli strumenti analogici era stata requisito fondamentale di partenza.

Un ottimo esordio in cui nulla è lasciato al caso ma che evidenzia un’elevatissima professionalità in ogni aspetto del prodotto, dalla scrittura dei testi alle melodie e al tappeto sonoro dei brani, senza tralasciare il progetto grafico, curato da Diego Abbate, che propone i magnifici scatti della fotografa americana Laura Zimmerman. Realizzate attraverso la tecnica ICM (intentional camera movements), che prevede l’applicazione di piccoli e ripetuti spostamenti alla macchina durante l’esposizione, le immagini scelte risultano avere un forte carattere evocativo: esse appaiono deformate in vari modi, con forme e contorni sbiaditi, sovrapposti o frammentati, in un senso di intimità profonda che le lega alle tematiche e agli ambienti sonori delle canzoni che corredano.

TRACK BY TRACK a cura di Verrone

Copenaghen
Il valore di una relazione passa anche per il modo di affrontare la crisi. Durante i periodi meno felici è ai ricordi belli che si deve tornare, per rintracciare in essi tutte le ragioni che ci uniscono all’altro e recuperarne il senso. Sono sempre state a portata di mano, anche se a volte non le vediamo con chiarezza. Il pianoforte disegna un’atmosfera dal taglio classico, perfezionata dai fraseggi delle chitarre elettriche.

Il molo di Brighton
La scenografia è una lunga palafitta bianca tra un mare di ferro e un cielo di piombo, con sopra giostre da luna park e chioschi di fish and chips. Alla fine del Brighton Pier, esposto a un vento freddo ma che non fa male, senti che c’è qualcosa di importante da dire a chi ti sta di fianco, eppure non trovi le parole giuste. La morbidezza dei suoni di tastiere e chitarre elettriche caratterizza un arrangiamento sognante e leggero.

L’ora blu
Per i fotografi questo è il momento del giorno in cui il sole è sparito ma si riescono ancora a riconoscere i contorni delle cose, a vederli in una luce diversa. Una spiaggia che si appresta al riposo dà una prospettiva nuova al presente, quella di chi lo vive intravedendo già la sua trasformazione nei ricordi di domani. L’aria malinconica del pezzo è retta da un intreccio di arpeggi di chitarre classica e acustica e dal ritmo esotico delle percussioni.

Selene
Non sempre riusciamo a tenerci strette tutte le persone che lasciano un segno dentro di noi, a volte semplicemente la vita ci rende distanti e non è colpa di nessuno. L’unico modo che abbiamo allora di avvicinarci a chi ci manca è viaggiare con la mente in un altro spazio, in un altro tempo, e immaginare quello che avrebbe potuto essere e invece non è stato. A marcare la disillusione è una ritmica solida, dritta e scarna.

Un fiume
I periodi bui ci portano a dubitare di tutto. Schiacciati dalle ansie le nostre ambizioni sembrano avere poca importanza, e trovare conforto in esse risulta così difficile. L’invito è quello di pensare sempre che si tornerà a fiorire, al momento giusto e con il sostegno giusto, come è nella natura delle cose. Al pianoforte il compito di dare solennità al messaggio.

Lontano
Un inno a quelle persone capaci di tirare fuori il meglio di noi stimolandoci ad avere sempre curiosità ed energia, spingendoci a rompere il nostro guscio e uscire allo scoperto. Un brano essenzialmente acustico a meno del finale, quando l’ingresso della band al completo fornisce una coda robusta all’intero disco.

MARCO PRITONI

Tracklist:

01. Copenaghen
02. Il molo di Brighton
03. L’ora blu
04. Selene
05. Un fiume
06. Lontano

Credits:
Testi e musiche: Francesco Verrone
Produzione artistica: Dario di Pietro

Registrazioni: Francesca Prattico al Mareká Studio di Napoli, Lorenzo Buzzigoli al General Recording Studio di Firenze, Andrea Giuliana allo Stereo 8 Studio di Napoli, Francesco Giuliano al suo home studio di Succivo (NA), Antonio Esposito al TP Studio di Napoli

Missaggio: Andrea Cutillo al suo home studio di Napoli
Masterizzazione: Andrea Giuliana allo Stereo 8 Studio di Napoli

Fotografie: Laura Zimmerman
Progetto grafico: Diego Abbate

0
/10
VOTO