JON BRYANT – Half bad

Il vocione di Jon Bryant si fa largo tra chitarre dagli occhi dolci e bassi prorompenti. “Half Bad” è la rinnovata piccola raccolta di brani del cantautore canadese. Ci troviamo di fronte ad un EP che risulta un coagulo variegato e sicuramente molto ispirato, nel quale si addensano deformazioni stilistiche sia positive che negative, ed i colori che affiorano sulla tavolozza indie-folk si presentano lucidi ed evocativi. Traspare inoltre una plasticità da non sottovalutare che può a tratti impressionare ed altri stizzire. Tra i pro, abbiamo sicuramente una compagine strumentale che non rimane con le mani in tasca ma che non osa neanche nel porle all’interne del vaso di marmellata. Questo sprezzo della neutralità dunque contraddistingue, in modo insolito, questo momento mediano di Mr. Bryant. Alle spalle di queste tre tracce (più una rivisitazione in acustico di “Headphones”) si cela un passato blasonato: “debutto da solista nel 2009 con l’album in studio “Two Coasts For Comfort”, con il quale si aggiudica il premio “Featured Singer/Songwriter Album of 2009” in Canada e si guadagna nel 2011 una nomination come “Folk Album Of The Year” agli East Coast Music Awards”

”Heart rate and dopamine” nuota a stile libero attraverso gli accordi smollati delle sei corde ed i passi impettiti del quattro corde. La voce di Jon in questa prima traccia fa da collana di preziosi per posizionarsi ai margini e quindi gustarsi le proprie discrasie proiettate. “Bad Happens” è un giardino nel quale si percepisce un buon rimescolamento di intenzioni ed espressioni. Purtroppo alcune scelte timbriche appaiono leggermente sgangherate, ma non compromettono di fatto la resa totale del brano, che rimane sofisticatamente pop. “Headphones” scivola dolcemente dai fianchi e si risveglia con il sole di una vocalità accesa ma anche soffusa, che non si fa tangere dalla boria insita in un pilastro di cattive intenzioni, quelle che avrebbero potuto sbilanciare le cose.

Tutto sommato questo EP gode di aria bonacciona e per certi versi caramellata. Vedremo se il nostro buon Jon Bryant si prodigherà maggiormente nella prossima vendemmia discografica, sperando che non si limiti ad un bicchiere di rosato.

GIOELE AMMIRABILE