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DIEGO RIVERA – Gran riserva

DIEGO RIVERA – Gran riserva

Invocazioni di tramonti infuocati, genuflessioni e sonore e richiami western e tracotanti. Carmine Tundo (già invischiato nella “La Municipàl”) si traveste dal mariacico Diego Rivera per narrare una serie di storie che miscelano la Puglia ed il selvaggio west. Senza biechi analogismi, senza voluttà didascaliche, senza languore ne timidezza.  “Gran riserva” è un disco avvincente e originale in cui le vedute di Carmine acquiscono un sapore deciso ed a tutto tundo. L’immaginario forgiato dall’artista salentino si distende tra pianure sonore evocative e solleticanti. Protagonista inequivocabile è la chitarra che coadiuva costantemente la voce e i cori che animano il disco. Le undici tracce sono spartite tra storie di vita mai vissute ma sempre vive ed intermezzi strumentali che accompagnano la carovana sulla quale l’ascoltatore è occupato a mangiare un piatto fagioli e stare a l riparo dal sole cocente.

Nadir” propone un primo scatto avvincente, il brano si presenta come una breve ballad impolverata ed animata dal deserto interiore del cantautore. “Nei peggiori bar della provincia” riprende da dove si era lasciato con toni western ed un comparto strumentale fortemente color-localistico. I cori battenti animano la linea vocale ed il ritmo si fa fortemente cadenzato. “Chiaro di Luna” è un breve spaccato corale posizionato a mo’ d’intermezzo. La chitarra viene affibbiata ad un gruppo di voci maschili che invocano la traccia successiva. Ritorna la prominenza degli idiofoni con “Malvasia nera”.  Il pezzo sembra corredare un’assenza soppiantata da vedute alcoliche e profondo lirismo straboccante di ricordi trangugiati e dolorosi. “Santa Maria al bagno” continua il concept di “Gran riserva” tra schitarrate romanticamente occidentali e percussioni da far west. La distensione e l’adagio vocale di Rivera accompagna in modo placido ma sentito il background disossato del comparto strumentale “Maracuja” è un altro profumo salino d’oltreoceano che separa una storia dall’altra. L’atmosfera si anima un po’ di più con “Negozio di scarpe”. La ritmica si fa più fomentata e le decisioni melodiche ed armoniche inspirano grande profondità nelle intenzioni e nella resa. “Calendule” appare invece serrata e cromatica. Si respira aria tensiva ed il dominio della scena passa per poco alla chitarra che marcia insieme al comparto ritmico. “ A dismisura” È un crescendo di chitarre e percussioni, che viaggiano leggere e costanti verso un orizzonte che sembra quasi irraggiungibile. Le parole vengono lanciate senza remore, senza distrazioni. “Aspettando hydra” è un intermezzo in ritmo terziario che dà il lasciapassare al brano in coda… “Sarà come morir” si propone con successo come stasi che accompagna la densa fine del disco.

GIOELE AMMIRABILE 

Tracklist:

01 Nadir
02 Nei peggiori bar della provincia
03 Chiaro di luna
04 Malvasia nera
05 Santa Maria al bagno
06 Maracuja
07 Il negozio di scarpe
08 Calendule
09 A dismisura
10 Aspettando Hydra
11 Sarà come morir

Credits:
Scritto, prodotto e registrato da Carmine Tundo presso Discographia Clandestina – Sirgole (LE)
Missato e masterizzato da Guglielmo Dimidri presso Discographia Clandestina e Il cantiere – Cutrofiano (LE)
Etichetta: Luovo
Distribuzione: Artist First
Ufficio Stampa e Promozione: Big Time

Band:
Batteria e percussioni: Alberto Manco
Chitarre: Roberto Mangialardo
Basso, tastiere e voce: Carmine Tundo
Cori: Isabella Tundo (traccia 2-4-5-7 ) e Chiara Turco (traccia 9)

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