Bayonne – Temporary Time

Molto synth, molto feeling, molto Bayonne. Il ritorno del cantante e pianista texano Roger Sellers si posiziona in uno spazio intermedio tra i due album predecessori, dando luce ad un disco che suona molto dream pop. Non a caso, ha lavorato assieme a due firme illustri come Danny Reisch (HAIM, Local Natives) e Jon Joseph (Borns, Gothic Tropic). È uno stile che si fonde sinergicamente con la parte strumentale: tra ballate, momenti avant-folk, arpeggi di synth e percussioni che battono come un cuore, “Temporary Time” ci porta in un mondo onirico e malinconico.

Il viaggio emotivo si inaugura a partire dalle strutture sperimentali di “Must Be True”, delicata e sinuosa, una track che scivola letteralmente su una base elettronica molto assottigliata. “Right Thing” è una track che prende una deviazione dark pop, mentre “Is It Time” si articola su un ipnotico arrangiamento della voce, muovendosi su di un groove tentacolare ed intelligente. La rarefatta “Words” si rivela come uno degli episodi più catchy del lotto, con la sua atmosfera fresca e familiare, “Perfect” invece rappresenta un radioso pezzo alt-pop, con tutte le caratteristiche del breakup single. Il vasto campionario di stati d’animo che avvolge l’intero ascolto dell’album non si fa quindi mancare tutta la vulnerabilità dell’ironica e amara “Tabitha”, la perla finale, meditativa e fascinosa.

I nove brani del disco raccontano della vita dello stesso artista, talvolta senza doverla esprimere in maniera strettamente verbale, ma direttamente attraverso le basi musicali a cui viene lasciato molto spazio. La stessa copertina dell’album sembra essere il perfetto preambolo per quello che si ascolta; è letteralmente un viaggio sperimentale e sconfinato, veicolo di emozioni pure, con le stesse tracce difficili da scorporare singolarmente in quanto interdipendenti, tessere di un grande mosaico… complesso da tracciare ma semplice da capire.

Ivan Faccin