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MERCATO SENZASPINE: Il live streaming del Mercato Sonato e dell’Orchestra Senzaspine

MERCATO SENZASPINE: Il live streaming del Mercato Sonato e dell’Orchestra Senzaspine

Locandina Mercato Senzaspine

Si intitola Mercato Senzaspine il live streaming del Mercato Sonato e dell’Orchestra Senzaspine che da un’idea di Debora Sforzini e Daniele Poli di Street Style Studio nasce con l’intento di creare un movimento artistico in tutte le sue sfaccettature. Varietà e intimità sono alla base del format, che – spaziando dal cantautorato al folk, dalla musica classica al jazz, dalla poesia alla narrativa e molto altro – coinvolge artisti di tutta Italia chiamati ad esibirsi, in una veste diversa dal consueto e lontana dalle produzioni abituali, da casa propria e in versione acustica ogni mercoledì per cinque settimane, a partire dal 22 aprile e sino al 20 maggio con inizio alle ore 18 in diretta sul canale Youtube e sulla pagina Facebook del Mercato Sonato.

Saranno cinque appuntamenti che faranno rivivere a musicisti, narratori, poeti, performer e al pubblico stesso l’esperienza di uno show firmato Senzaspine, che da sempre promuove il dialogo interculturale, i momenti di incontro e lo scambio tra arti e generi musicali differenti. Un format pensato per raccontare la cultura anche in questo momento di inevitabile distacco sociale, realizzato interamente online – con la regia curata da Street Style Studio e gli artisti che dialogano tra loro o vengono introdotti da alcuni elementi dello staff Senzaspine – e che rende partecipe lo spettatore come se si ritrovasse materialmente al Mercato Sonato ad assistere a un live di chitarra e voce o a una performance di narrazione.

«Vogliamo così immaginarci una nuova dimensione del Mercato, un luogo di creazione artistica e di fruizione che da reale oggi diventa anche digitale – afferma Tommaso Ussardi, Presidente dell’Associazione Senzaspine –. Vogliamo raggiungere sempre più persone, ampliare e rafforzare la nostra comunità dando maggiore visibilità agli artisti. Siamo convinti sia questa la giusta direzione per valorizzare la cultura in tutte le sue manifestazioni». «Nonostante il periodo di difficoltà – afferma Matteo Parmeggiani, Vicepresidente dell’Associazione Senzaspine – tutto lo staff di Orchestra Senzaspine e Mercato Sonato butta il cuore oltre l’ostacolo e non si ferma, cercando modi innovativi per continuare a portare avanti l’obiettivo di tramandare la bellezza nella quotidianità. Le due realtà decidono di fondersi anche nel nome, dando vita ad un nuovo spazio virtuale».

Uno spazio virtuale dunque, in cui anche il pubblico potrà interagire con gli artisti attraverso la chat inclusa nelle piattaforme di trasmissione e in cui si susseguiranno una serie di live ricchi di atmosfera e una grande varietà di situazioni. Si parte il 22 aprile con la cantautrice di origini napoletane e bolognese di adozione Martina Platone, che a soli 17 anni ha portato i suoi brani in giro per l’Italia, condividendo il palco con artisti del calibro di Willie Peyote, VOX P, Giulia’s Mother e Gazzelle. Tra brani tipicamente folk e sperimentazioni pop elettroniche, indie e soul, la musicista si esibirà sfoggiando pezzi gettonati e brani inediti, il tutto condito da una piacevole chiacchierata con la social media manager del Mercato Sonato Giulia Masarati. II 29 aprile sarà la volta del duo formato da Diego Scantamburlo e Lorenzo Maragoni che si sfiderà a suon di parole con il progetto “L’amore e le cose”, una playlist di quindici testi originali, a metà tra il rap, la poesia, il teatro e il racconto di vita quotidiana, uniti dal filo conduttore comune dell’amore, quello inseguito, mancato o ritrovato; un viaggio imprevedibile descritto attraverso versi autentici che prendono voce, ritmo e corpo. In linea con la poetry slam – esplosa in Italia nel 2019 e che gli è valso il titolo di campioni nazionali di slam a squadre della LIPS – Lega Italiana Poetry Slam – il duo si esibirà senza musica, senza costumi e con la sola voce e il solo corpo. Nessuna giuria inoltre, ma esclusivamente il pubblico a cui i performer aspireranno ad accattivarsi e a impressionare come meglio ogni poeta sa fare. Il pluripremiato pianista Pietro Beltrani sarà invece il protagonista del 6 maggioReduce dal successo dello scorso dicembre con il Concerto per pianoforte n. 3 in re minore op. 30 di Sergej Rachmaninov assieme all’Orchestra Senzaspine, eseguito all’Auditorium Manzoni di Bologna, Beltrani ha alle spalle numerose collaborazioni con maestri classici della scena nazionale e internazionale, con grandi nomi del jazz italiano, con orchestre quali l’Orchestra Sinfonica di Sanremo e le esibizioni in importanti teatri e festival, tra cui il Teatro La Fenice di Venezia, il Festival MiTo e il Maggio Musicale Fiorentino. È noto inoltre perché pianista stabile del comico di Zelig Paolo Cevoli e per aver inciso quattro album jazz, tra cui l’ultimo, “Four Seasons”, vincitore del progetto Sillumina della SIAE. L’artista proporrà un percorso dalla musica classica al jazz, partendo dal romanticismo di Frédéric Chopin passando al linguaggio musicale eclettico di Maurice Ravel, per poi eseguire qualche standard e fino a esibire le sue composizioni originali. A introdurlo il Direttore dell’Orchestra Senzaspine Tommaso Ussardi. Ancora una performance poetica sarà al centro del pomeriggio del 13 maggio con Vittorio Zollo e Toi Giordani, poeti performer del collettivo Zoopalco, Associazione che produce spettacoli, eventi e prodotti di poesia multimediale. La loro collaborazione nasce nell’ottobre 2019 quando partecipano al Festival Internazionale delle mongolfiere di Fragneto Monforte a Benevento. Ideatore e tra i fondatori di “Caspar – Campania Slam Poetry” il primo e Vicepresidente dello spazio DAS – Dispositivo Arti Sperimentali di Bologna il secondo, propongono l’ultimo spettacolo di Zollo “Metalli pesanti”, che ha raggiunto in tutta Italia venti repliche sino a marzo 2020. In bilico tra spoken word e improvvisazione, i protagonisti andranno a ricercare le cause che hanno generato la degradazione delle zone rurali attraverso il processo di decadimento radioattivo. Nel racconto in versi e fortemente interattivo convivono le dinamiche della società vissuta nei piccoli centri, la globalizzazione e la legge di conservazione dell’energia. Interamente cantautoriale è la proposta pomeridiana del 20 maggio con il polistrumentista torinese Daniele Li Bassi, autore e produttore, tra le altre, per le etichette Rai Trade, Warner Chappell Music ed EMI Music Publishing, musicista poliedrico che ha aperto concerti di artisti quali Steve Winwood, Whitney Houston, Franco Cerri e Max Gazzè, e appassionato ai nuovi linguaggi che lo hanno visto protagonista in spettacoli dedicati al Sud America con Assemblea Teatro. Nel 2018 inizia ad occuparsi della musica del Sud Italia contaminandola con l’elettronica, e da lì nascono i Folkatomik una nuova realtà che fa da trait d’union tra la tradizione orale e ancestrale del Sud e la sintesi elettronica. Per l’occasione l’artista si esibirà con il progetto “Stip ca’ a trov”, titolo che rimanda a un intercalare antico e dialettale del Sud Italia, ovvero “Quello che metti via poi lo ritroverai quando serve”. Si tratta degli oggetti conservati e che al momento giusto riappaiono e sopperiscono ai desideri; l’usanza contadina voleva infatti che nei tempi di abbondanza si mettesse via qualcosa, una sorta di rinuncia per riservarla poi per il futuro. Ed ecco che chitarre, charango, ukulele, viola braguesa e molti altri strumenti a corda saranno gli espedienti del musicista per raccontare storie di artisti come Víctor Jara, Violeta Parra, Bob Marley, Paul Simon e The Beatles, che Li Bassi sapientemente farà “riemergere”. Non mancheranno inoltre canzoni originali e l’omaggio al mondo caribe, andino, mediterraneo e jazz. A presentare l’artista Francesco Giammarella Direttore Artistico del Mercato Sonato. Lo show “senza spine” si prefigge di essere un nuovo modo di osservare la realtà e di scoprire nomi spesso fuori dai grandi circuiti, auspicando che ci possa essere una continuità nel progetto e la sensibilità di artisti che mettano il proprio mezzo e la propria creatività al servizio della collettività. L’arte è nutrimento e questo è il desiderio che porta a creare connessioni, seppure virtuali.