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VONAMOR – L’electro darkwave band presenta l’album di debutto

VONAMOR – L’electro darkwave band presenta l’album di debutto

In occasione dell’uscita del loro omonimo album di debutto, avvenuta lo scorso 18 di febbraio su etichetta Time To Kill Records, ho avuto il piacere di intervistare la band electro darkwave italiana VONAMOR, che si muove attraverso una musica pulsante e immaginifica, che mescola il beat e il fascino dell’elettronica alle sonorità dark, noise e punk più evocative degli Anni ’80. Nei testi dei brani scritti in diverse lingue, dall’inglese all’italiano fino al francese, al tedesco e al cinese, l’album accompagna l’ascoltatore in un viaggio emozionale che, traccia dopo traccia, percorre a grande velocità le strade del mondo. Storie di amore, appartenenza, sottomissione, protesta, potere, desiderio e passione che animano e complicano ogni giorno le nostre vite. Storie di donne sfuggenti, di ricordi che fanno paura, di desideri fatali, bisogni materni, di imperi in rovina e di rivoluzioni latenti. Storie di un mondo in crisi, che va a un ritmo forsennato, sempre al limite tra realtà e distopia, la cui unica salvezza è appesa al tentativo di recuperare un nostro rapporto reale e autentico con la natura e con l’altro.

Ciao ragazzi, benvenuti su Tuttorock, parliamo subito di questo vostro album di debutto, “VONAMOR”, che ho apprezzato moltissimo, che riscontri avete avuto dai primi singoli usciti?

Stiamo ricevendo una risposta molto positiva sia sui brani che sui videoclip e anche sui testi delle nostre canzoni, a cui teniamo moltissimo. E il fatto che queste reazioni positive vengano da diverse parti del mondo ci dà davvero molta soddisfazione; fin dall’inizio abbiamo voluto realizzare un progetto cosmopolita, europeo e aperto, e siamo davvero felici di leggere recensioni e commenti così belli che arrivano dagli USA, da altre parti d’Europa e persino dal Giappone. La stampa ci ha paragonati ai Dead Can Dance, ai Siouxsie and the Banshees, ai Knife. Cos’altro potevamo desiderare? Un particolare che abbiamo notato è che ogni ascoltatore ci indica una canzone diversa come sua preferita, il che ci dà un’ulteriore conferma del fatto che ogni singolo pezzo è stato cucito con amore e cura e legato al successivo per formare una visione corale e variegata, che possa stupire e accompagnare l’ascoltatore lungo un viaggio che percorre tutto l’album.

8 brani che hanno avuto origine da un testo, da un tema, da un suono o da cosa?

Alcuni brani sono nati da immagini che si tramutavano in riff, giri di basso e beat di elettronica, seguiti a gran velocità dalle parole: un treno in corsa per “Fast-Forward Girl” o lividi e vetri rotti per “You the People”. Altri nascono da un’improvvisazione musicale di chitarra, basso, voci che si intrecciano a strumenti a fiato, come per “Empire” e “Lucky You”. La ritmata “Take Your Heart” è nata da una visione di una storia surreale: un dialogo impossibile tra due amanti, uno dei quali si è dato fuoco per aver male interpretato le parole dell’amata, che continua a parlargli da un mondo all’altro, e a rimproverarlo di non averla, in fondo, mai compresa. Lo spunto per alcuni brani può essere un testo letterario, come 1984 per “Never Betray Us” o l’incipit de À la recherche du temps perdu per “Mother Night” e poi per qualche strana magia sono emerse dal profondo parole e melodie piuttosto struggenti, in italiano, sempre in “Never Betray Us” e in “Mother Night”, o in cinese, come nel finale di “Wilderness”. Il processo creativo è misterioso e spesso ineffabile, ancor di più quando si manifesta nell’incontro di più menti-cuori creativi che ne rende più surrealista e dadaista l’origine. Ed è gioia pura quando si fa musica e parola.

I testi dei vostri brani sono scritti in varie lingue, come mai vi siete mossi in questa direzione?

Troviamo che l’aspetto letterario e linguistico di un brano sia fondamentale, per cui abbiamo dato ai testi delle canzoni la stessa attenzione che avremmo dedicato ad altrettante poesie. I nostri testi contengono spesso riferimenti ed evocazioni letterarie e filosofiche e diamo particolare importanza alla scelta delle lingue in cui ci esprimiamo (inglese, italiano, francese, tedesco, cinese). La scelta di queste cinque lingue in cui sono scritti i testi del disco “VONAMOR” non è stata fatta per un gusto barocco, volto puramente a sorprendere l’ascoltatore, quanto piuttosto per provare a cogliere il mondo che ogni parola porta con sé e per rendere il nostro progetto artistico realmente multiculturale. Riteniamo che ogni suono, che sia strumentale o vocale, porti con sé un valore profondo che vogliamo trasmettere, dotato di un forte portato emotivo. Come è stato notato da alcune riviste straniere, comunichiamo un’estetica forte, cosmopolita, non esclusivamente musicale e in questo ci riconosciamo moltissimo. Abbiamo radici molto più profonde e varie di quanto molti vorrebbero credere; bisognerebbe rielaborare il concetto di “esperanto” anche in senso più ampiamente culturale, ci crediamo molto.

Musica perfetta per ballare ma anche per ragionare, per riflettere su questi tempi complicati, pensate che la musica possa ancora essere un elemento fondamentale per smuovere le coscienze?

Decisamente. Crediamo che la musica debba far divertire ma non solo. Nel nostro caso parte da un’esigenza interiore di esprimere emozioni e visioni del presente e del futuro con un mezzo profondo e che possa dar voce alla complessità. La composizione musicale e letteraria è mistero, creazione, sorpresa e ha la forza di scuotere noi stessi e gli altri. Sì, la musica, come l’arte nelle sue varie forme, può smuovere le coscienze, anche quelle un po’ addormentate e ovattate dalla monotonia dei giorni e dalle mille informazioni che ci assillano. In un vuoto di intellettuali che constatiamo giorno dopo giorno, cerchiamo, nel nostro piccolo e in maniera molto umile, di condividere qualche traccia dei nostri desideri, delle nostre paure, dei nostri amori.

I 4 video usciti finora sono stati realizzati direttamente da voi?

Il primo video “Fast-Forward Girl” è stato girato dalla regista Diana Arbib, già conosciuta per il collettivo sperimentale Santasangre, con la partecipazione della ballerina di danza contemporanea Anna Basti e di tre falene particolarmente performanti, che hanno reso possibile la realizzazione di un video intrigante e sensuale. “Take Your Heart” è stato realizzato dal regista, animatore e illustratore Fabio Santomauro, il quale, insieme ai due piccoli protagonisti soprannominati “i fratelli fantasia”, hanno dato un tocco divertente e frizzante al brano, aggiungendo elementi che richiamano i videogiochi Anni ‘80 e la glitch art.

Mentre “Never Betray Us”, “You the People” e il prossimo video in uscita “Lucky You” sono diretti dalla nostra Francesca Bottaro, che oltre ad essere musicista del trio è una bravissima video-maker, cura l’immagine coordinata del gruppo, le grafiche, la pagina Instagram; Francesca è la nostra arma in più per questi aspetti, e i video da lei diretti riflettono profondamente i brani che raccontano, traducendo in immagine e movimenti l’idea esatta che avevamo in mente quando li abbiamo composti e quella che vogliamo trasmettere mentre li suoniamo.

Quando avete deciso di formare i VONAMOR?

Abbiamo deciso di formare i VONAMOR quando la regista e animatrice Marta Palazzo (alla cui memoria è dedicato il disco) e Lorenzo Latrofa, co-fondatore dello studio La Testuggine, ci hanno proposto di comporre la colonna sonora del cortometraggio intitolato “Concetta”. La proposta è stata subito accolta con grande entusiasmo, ed è stata l’occasione per una crasi tra due gruppi underground romani in cui suonavamo all’epoca: le sorelle Giulia Bottaro (voce, basso, flauto traverso, synth) e Francesca Bottaro (drum station, sequencer, sassofono, clarinetto, synth) del gruppo shootin’ stars e Luca Guidobaldi (voce) e Francesco Bassoli (chitarre e loop) dei The Brindala/Seventh Will. “Concetta” è stata la prima di diverse colonne sonore che avremmo poi composto e inciso con questo collettivo. Un primo amore. E da allora non abbiamo più voluto farne a meno. Abbiamo dato voce con ogni strumento a un personaggio, a un elemento della natura, a una visione. Questo è stato l’inizio e proprio da quel lavoro è nata la voglia di diventare una vera e propria band, e di fare un disco, questo disco “VONAMOR” appena uscito. E simbolicamente anche per questo motivo abbiamo voluto trasformare la colonna sonora che ha segnato l’origine del gruppo in un brano, “Wilderness”, che chiude, con grande amore, nostalgia e dolcezza, l’album.

Non vi chiedo i nomi degli artisti che più hanno influenzato il vostro modo di fare musica ma vi chiedo i 5 dischi ai quali non rinuncereste mai.

Escludendo i Beatles e i Pink Floyd, altrimenti non ci sarebbe spazio, i cinque dischi, anzi sei ai quali non rinunceremmo mai sono: “Is This Desire?” P.J. Harvey, “The Velvet Underground & Nico” dei Velvet Underground, “Grace” di Jeff Buckley, “Nevermind” dei Nirvana, “Amnesiac” dei Radiohead e “Desire” Tuxedomoon.

Visto che la vostra proposta musicale si associa anche ad elementi visivi, avete in mente qualche effetto particolare per presentare l’album dal vivo?

Sì, ci piace pensare a questo progetto come all’unione armonica tra musica, parole (nella musicalità di diverse lingue) e immagini. Per cui stiamo lavorando molto sui video, con il grande supporto di Francesca Bottaro, musicista e regista di diversi videoclip, e, come dicevamo, di registi esterni quali Diana Arbib e Fabio Santomauro. Si tratta di un lavoro visivo che abbiamo intrapreso anche nell’ottica di fare concerti dal vivo con delle proiezioni. Siamo affascinati dall’idea che VONAMOR sia più un collettivo che una band, per cui siamo aperti a collaborazioni con ballerini (come abbiamo fatto la danzatrice Anna Basti, che ha dato un grandissimo valore aggiunto al video di “Fast-Forward Girl” con la sua coreografia “Moto Perpetuo”) e altri musicisti e performer. Inoltre, un altro grande amore dei VONAMOR è il teatro, non mancheranno attenzioni particolari all’aspetto performativo, al look, all’abbigliamento, come avrete già potuto intuire dai vari scatti fotografici che stanno uscendo.

A proposito, avete qualche concerto in programma?

Al momento attendiamo speranzosi la stagione dei concerti all’aperto, per evitare problematiche legate al Covid, anche se sicuramente proveremo, se ci saranno le condizioni, a tornare a suonare nei piccoli club che sono i posti che ci piacciono di più e in cui si possono riunire gli ascoltatori più caldi e attenti. Invitiamo chiunque si sia lasciato incuriosire a seguirci sui social per avere aggiornamenti sui nostri prossimi live. Sperando che il settore della musica e del teatro possa presto risorgere, tornando a regalare nuovamente lavoro e bellezza.

Grazie mille per il vostro tempo, volete aggiungere qualcosa per chiudere l’intervista?

Un invito ad ascoltare buona musica, a comprare un disco in più, a dedicare tempo a una lettura in più, a una chiacchierata con un amico; per capirci meglio dentro e capirsi un po’ più a fondo con gli altri. E a godersi le piccole cose con amore. D’altronde il nostro motto è: dall’amore, dell’amore, per amore. VONAMOR.

MARCO PRITONI

Band:

Giulia Bottaro – voce, basso, flauto traverso

Francesca Bottaro – drum station, sequencer, sax, clarinetto, synth

Luca Guidobaldi – voce

https://www.instagram.com/vonamor_band/
https://www.facebook.com/vonamorband
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