VOCI PER LA LIBERTA’ 2023 – INTERVISTA A MICHELE LIONELLO, DIRETTORE ARTISTICO

Tutto pronto per Voci per la Libertà 2023: il festival cambia location e si rinnova; inizia con una serata di anteprima la prima edizione della Settimana dei diritti umani, in programma dal 17 al 23 luglio a Rovigo, con clou negli ultimi tre giorni, dedicati a “Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty”, lo storico e pregiato Festival che unisce musica e diritti umani.  L’anteprima – ed è una particolarità che vogliamo regalarvi – sarà sabato 15 luglio alle 21.30 ad Adria con protagonista l’artista Nevruz.

Come ci ha raccontato durante l’intervista il Direttore Artistico di Voci per la Libertà, Michele Lionello, durante le giornate del festival  verrà presentato StandByMe 2.0, un progetto cofinanziato dalla Commissione Europea “che mira a fornire ai giovani strumenti per decostruire gli stereotipi di genere dannosi” – Ed ancora – “Una particolare attenzione è stata data proprio ai giovani e questo su più forni, non solo nelle scelte artistiche ma anche nel loro coinvolgimento diretto sia nella progettazione che nella condivisione del percorso del festival”.
A condurre le serate del Festival, sul palco principale di Piazza Vittorio Emanuele II a Rovigo, saranno gli storici conduttori Savino Zaba (Radio1 Rai) e Carmen Formenton (Voci per la Libertà).

Musica e Diritti Umani, diritti inalienabili per l’uomo e necessari per una vita dignitosa:

Severodonetsk” di Manuel Agnelli (fondatore e leader degli Afterhours, gruppo rock amatissimo della scena alternativa italiana dal 1996, pionieri dello stile e del genere) è il brano vincitore del prestigioso premio Amnesty International Italia – Voci per la Libertà – nella sezione Big, assegnato da una giuria composta da addetti ai lavori: autori, giornalisti, conduttori radio-tv, rappresentanti di Amnesty International Italia e di Voci per la Libertà. Un premio che da 21 anni viene assegnato al miglior brano sui diritti umani pubblicato nell’anno precedente. La musica si unisce e parla di diritti umani, con un linguaggio inclusivo, di condivisione ed è proprio questo il fil rouge delle dieci canzoni scelte per l’edizione 2023 del concorso di Amnesty International Voci x la libertà.
Lo avevamo già scritto in un precedente articolo, dedicato. L’associazione umanitaria – come noto – sceglie ogni anno un brano, tra le novità italiane, che tratti temi sociali, profondi, importanti, che affronti il tema dei diritti umani in modo totalizzante, diritti che devono essere riconosciuti per ogni persona. La canzone di Manuel Agnelli ha affrontato il tema della guerra in Ucraina. Amnesty International Italia e Voci per la Libertà hanno scelto di premiare questo brano perché affronta in modo profondo ed intenso il tema della guerra ed offre “uno spunto universale sui diritti umani“,  mettendo al centro le persone al di là di ogni situazione e geopolitica, sottolineando in maniera preponderante la valenza e l’importanza della vita.

Qualche nota di programma: si partirà con la finalissima del Premio Amnesty International Italia sezione emergenti con i migliori 5 artisti delle due serate precedenti che si contenderanno l’importante riconoscimento. Successivamente, oltre al vincitore cui andrà anche un bonus offerto da Noise Symphony Music, Indieffusione e dal MEI di Faenza, verranno assegnati due premi di rilievo: il Premio della critica ed il Premio della Giuria Popolare. A seguire, la premiazione di Manuel Agnelli con un breve live come vincitore del Premio Amnesty International Italia – Sezione Big ed eseguirà il brano vincitore “Severodonetsk”.

Abbiamo raggiunto ed intervistato Michele Lionello, Direttore Artistico di Voci per la Libertà:

La 26ma edizione di “Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty” quest’anno si trasferisce nella città di Rovigo per la prima volta. Quali saranno le novità e le progettualità e qual è la valenza di Rovigo per l’edizione 2023?
“Sì, dopo un quarto di secolo il festival cambia location e si rinnova. Per una manifestazione come la nostra, nata nel 1998 nel piccolo comune di Villadose e poi trasferitasi a Rosolina Mare nel 2012, arrivare nel capoluogo è un importante traguardo che diventa allo stesso modo un nuovo punto di partenza. In questi 25anni di storia memorabili ci sono chiaramente stati anche dei momenti difficili, in cui la tentazione di portare il festival in una grande città c’è stato. Però il festival è nato dalla volontà di portare qualcosa di significativo in questo contesto periferico e questa continua ad essere la nostra mission. Su questo mi piace citare le parole di Eleanor Roosevelt, una delle ispiratrici della Dichiarazione universale dei diritti umani: “Dove iniziano i diritti umani universali? In piccoli posti vicino casa, così vicini e così piccoli che essi non possono essere visti su nessuna mappa del mondo. Ma essi sono il mondo di ogni singola persona”.
Per questa 26ma edizione edizione di Voci per la Libertà abbiamo come sempre pensato a mettere in scena proposte artistiche in grado di fare riflettere e divertire
Da Manuel Agnelli alla Banda Rulli Frulli, dal Conservatorio di Rovigo al progetto Effemme, dal film Rumore alla raccolta Shahida fino agli otto semifinalisti in concorso per il Premio Amnesty Italia nella sezione Emergenti. È quello che darà vita dal 21 al 23 luglio nel centro storico di Rovigo a tre giorni di musica e diritti umani a fianco di Amnesty International. Ma non contenti proporremo la prima edizione della Settimana dei diritti umani!”

Da lunedì 17 a domenica 23 luglio a Rovigo appunto la prima edizione della Settimana dei diritti umani, per promuovere i diritti umani attraverso l’arte e la cultura. Naturalmente con un filo rosso che lega la musica, l’arte e la cultura ai Diritti Umani. Come sarà articolata questa edizione 2023?
“Sarà un grande festival multidisciplinare per promuovere i diritti umani attraverso l’arte e la cultura, la Settimana dei diritti umani vuole proporsi come un percorso emozionante tra musica, dibattiti, letteratura, sport, laboratori, mostre, spettacoli artistici, teatrali e cinematografici, tutti uniti da un comune e nobile scopo.
“D(i)ritti al futuro”, questo è il filo rosso della Settimana dei Diritti umani, che legandosi ed unendosi in una enorme rete sociale ha dato vita ad una collaborazione tra associazioni ed enti del territorio senza precedenti.
Il filo conduttore della settimana sarà incentrato sarà appunto “D(i)ritti al Futuro”, con un focus su: diritto alla dignità, ovvero il diritto a vivere piuttosto che sopravvivere, includendo tematiche come casa, lavoro, salute e salario; diritto alla libertà di movimento, inteso sia come diritto a restare nel proprio territorio che a spostarsi fisicamente e socialmente; diritto alla partecipazione, intesa come pace, comunità, protesta e detenzione; diritto alla propria identità, dal sesso al genere all’orientamento sessuale senza discriminazioni; diritto all’ambiente: l’importanza di considerare la sostenibilità del pianeta come elemento imprescindibile in tutte le scelte che compiamo”

Sarà un percorso tra musica, dibattiti, letteratura, sport, laboratori, mostre, spettacoli artistici, teatrali e cinematografici.
“Il parterre degli ospiti sarà di alto livello: dal Cardinale Matteo Maria Zuppi ad Alba Bonetti, da Moni Ovadia a Lisa Clark, da Marco Mascia a Laura Marmorale, da Giorgio Canali & Rossofuoco a Nevruz. E ancora Marino Bellini, Sandro Fracasso, Alessandra Annoni, Alessandro Orsetti, RomAraBeat, Alysson, Boggi, Dalbenzi, La Bottega del Compensato, Sevilay Tufekci, Ciro Grandi, Guido Pietropoli, Paolo Guolo, Erica Boschiero, Lorenzo Monguzzi e tantissimi altri protagonisti del mondo dell’arte, della cultura e del volontariato per un cartellone davvero particolare. Oltre 60 eventi, tutti ad ingresso libero, in sei diverse location del centro storico di Rovigo. Tutto il programma dettagliato lo si trova sul sito: www.settimanadeidirittiumani.it ”

L’edizione è eclettica, trasversale, ricca di contaminazioni con un linguaggio comune. Come si comunicano ai giovani ed ai giovanissimi temi così importanti e di grande attualità?

“Una particolare attenzione è stata data ai giovani e questo su più forni, non solo nelle scelte artistiche ma anche nel loro coinvolgimento diretto sia nella progettazione che nella condivisione del percorso del festival. Molti eventi del programma sono stati scelti e organizzati direttamente da loro ed inoltre durante la settimana ci saranno circa 50 giovani volontari che assisteranno il pubblico e ci aiuteranno nella gestione della manifestazione.
Pensiamo che l’arte, e la musica in modo particolare, siano il linguaggio migliore per arrivare ai giovani. Spesso si associano i diritti umani solo a convegni e cose noiose. Vogliamo che invece tutto il pubblico, in particolar modo quello giovanile, veda questo festival come una grande festa per promuovere i diritti umani e pensare ad un mondo migliore.
Il pubblico in generale, dai più piccoli ai più anziani, potrà essere non solo spettatore fruitore dei vari spettacoli ma diventare protagonista diretto di molti eventi: dalla Caccia ai diritti umani ai laboratori didattici per bambini, dai numerosi laboratori a momenti sportivi”

Ricordiamo anche, lo abbiamo fatto in un altro articolo, che è andato a Manuel Agnelli il Premio Amnesty per “Severodonetsk”. L’artista si aggiudica l’edizione 2023 del Premio Amnesty International Italia, nella sezione Big, dare voce alla sofferenza delle persone, dare voce a chi non ha voce; una sua riflessione su questo.
“Il Premio Amnesty International Italia, sezione Big, giunto alla sua 21ª edizione, è stato creato nel 2003 da Amnesty International Italia e dall’associazione culturale Voci per la Libertà per premiare il migliore brano sui diritti umani pubblicato nel corso dell’anno precedente da un solista o una band di spicco nel panorama della musica italiana.
Quest’anno abbiamo voluto premiare questo brano di Manuel Agnelli perché affronta in modo profondo il tema della guerra e fornisce uno spunto universale sui diritti umani, mettendo al centro le persone e sottolineando l’importanza della vita, mette l’essere umano al centro, rendendolo il vero protagonista al di sopra della geopolitica e delle ragioni di stato.
Personalmente sono molto contento che abbia vinto “Severodonetsk”, un brano dalla forte impronta rock. Anche qui sfatiamo il preconcetto di associare l’impegno sociale in musica solo attraverso i cantautori e il folk, questo soprattutto in Italia”

Gli artisti, e la musica, hanno un ruolo importante per trasmettere messaggi. Quanto è importante poi in un momento storico, politico come questo?
“Lo è sempre stato ma oggi forse lo è ancora di più. Negli ultimi periodi abbiamo spesso sentito dire: “cantante canta e non parlare dal palco” invece la musica ha o può avere un ruolo fondamentale nel veicolare messaggi significativi di tolleranza e inclusione. Proprio un paio di anni fa Giuliano Sangiorgi, cantante di Negramaro, sul nostro palco in occasione della consegna del Premio Amnesty ha detto queste parole: “A chi ci dice che dobbiamo cantare e non fare politica rispondo che è la canzone il nostro posto, il posto dove dire certe cose. Se qualcuno vuole risponderci lo faccia con una canzone”.
Riconoscendo nell’esperienza artistica un valido mezzo educativo per la realizzazione di una cultura universale dei diritti umani, pensiamo che gli artisti che calcano il nostro palco, dai big agli emergenti, possono essere considerati degli human rights defenders dal valore aggiunto.
Pensando poi più in generale alla libertà di espressione o al diritto di protesta sappiamo bene come l’arte possa essere uno strumento fondamentale. Rubo poi le parole al portavoce di Amnesty Italia Riccardo Noury: “La musica è la colonna sonora del nostro impegno. La colonna sonora delle dittature è il silenzio”.

Alessandra Paparelli