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VERDIANO VERA – Intervista al Direttore della Fiera della Musica a Milano, FIM 2018

VERDIANO VERA – Intervista al Direttore della Fiera della Musica a Milano, FIM 2018

Buongiorno Verdiano, allora siamo quasi all’apertura della FIM, e siamo alla VI edizione se non sbaglio, cosa vuol dire organizzare un evento del genere?
Organizzare il FIM vuol dire dedicare 365 giorni all’anno alla costruzione di un laboratorio di idee per favorire la crescita e lo sviluppo del settore musicale. Vuol dire svegliarsi al mattino pensando a come valorizzare le professioni della musica e andare a dormire pensando a come avvicinare i giovani allo studio e alla pratica della musica.
 
Come Ti venne l’idea di far nascere la FIM?
L’idea iniziale è nata nel 2012 dalla volontà di mettere insieme tutti i contatti che avevamo,  nel tentativo di offrire a tutti una occasione di incontro con la musica, e ai musicisti una occasione per “fare rete”. Desideravamo stimolare nuove collaborazioni tra le realtà che conoscevamo, con l’obbiettivo di facilitare la nascita di nuovi progetti in ambito musicale e ci siamo ritrovati in pochissimo tempo a gestire e ad interfacciare tra loro molti più contatti di quelli che pensavamo potessimo coinvolgere.
 
Come è cresciuta man mano la manifestazione?
Noi riteniamo che FIM sia stato per 5 anni, dal 2013 al 2017, un “laboratorio” di idee e di progetti realizzati nel tentativo di studiare le effettive esigenze del mercato musicale, le diverse necessità da parte degli operatori della filiera della musica e soprattutto studiare e capire il metodo di raccolta degli espositori, i tempi di organizzazione e le modalità di fruizione della fiera per organizzare un evento a tema musicale in Italia che comprendesse tutte le declinazioni della musica. Nel 2018, si è arrivati a concepire un format fieristico che presenta, in un unica manifestazione, il meglio di ciò che abbiamo provato e sperimentato negli anni. Questa edizione del FIM ha tutte le caratteristiche necessarie per affermarsi nel tempo a “punto di riferimento per gli operatori della musica”.
 
Quanti artisti hai visto passare? Quest’anno un roster di alto livello, da Rigo Righetti a Saturnino tanto per fare un paio di nomi. Quanti saranno quest’anno alla FIM?
Dal 2013 ad oggi, abbiamo contato che il FIM ha ospitato, sui suoi diversi palcoscenici e nelle sue diverse edizioni, circa 6.000 musicisti. La particolarità dell’edizione 2018 del FIM è proprio la presenza di artisti non solo in veste di musicisti ma soprattutto di “docenti” di musica. Come ogni anno, anche quest’anno verranno a trovarci tanti amici e ospiti: da Antonella Ruggiero a Franco Mussida, da Omar Pedrini a Paolo Iannacci e poi  Mirkoeilcane, Anekdoten, The Trip, Christian Meyer, Saturnino, Stefano Signoroni, Gareth Brown, Mario Guarini, Cesareo, Davide Tagliapietra, Antonio Rigo Righetti, Bebo Ferra, Enzo Gentile e tantissimi altri.
 
Educational, lavoro, quanto può influire la partecipazione alla FIM per un artista?
L’obbiettivo del FIM è proprio quello di stimolare la collaborazione tra i musicisti per favorire la nascita di nuovi progetti lavorativi. Quest’anno, l’evento, che nelle scorse edizioni era principalmente rivolto ai professionisti del settore della musica, coinvolgerà questa volta gli operatori musicali non solo in veste di espositori, ma anche in quella di ospiti, di relatori e di docenti per tramandare e insegnare alle nuove generazioni l’arte della musica e dello strumento musicale.
 
Cosa troveremo nell’edizione 2018?
FIM 2018 è un’edizione diversa dalle precedenti: un’edizione speciale di rilancio della manifestazione con un format nuovo, innovativo ed unico per la prima volta a Milano e per la prima volta della durata di 4 giorni. Fra i maggiori obiettivi del progetto FIM c’è da sempre la rappresentazione, il più possibile completa ed esaustiva, di tutta la filiera della musica, e in questa edizione, abbiamo prestato particolare attenzione a tutte quelle attività che si muovono nell’ambito della “formazione musicale”.
 
Enti locali, comune ad esempio, il pubblico aiuta?
Tutti aiutano a fare il FIM. La Regione Lombardia è stata la prima a credere nel progetto e, oltre ad ospitare la manifestazione nella bellissima Piazza Città di Lombardia a Milano, contribuisce alla realizzazione e alla promozione della manifestazione. Il Comune di Milano ha dato il suo patrocinio, il Provveditorato agli studi della Provincia di Milano promuove il FIM in tutti gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, Il Conservatorio di Milano supporta e promuove l’evento anche con la sua partecipazione attiva, L’Università di Milano, grazie al dipartimento di informatica e al Laboratorio di Informatica Musicale diretto dal Prof. Goffredo Haus, è stata tra i primi attori a sposare il progetto, il Politecnico di Milano, lo IED (Istituto Europeo di Design), il CPM, l’Accademia del Suono, Spotlight, la scuola di Musica Mondomusica, il Conservatorio di Como, il Conservatorio di Bologna, Il Castello Sforzesco con il suo Museo degli Strumenti Musicali e il Museo del Teatro Alla Scala di Milano contribuiscono a rendere unico il progetto FIM.
 
Stai già lavorando per il prossimo anno?
Si, stiamo già lavorando alla prossima edizione che si terrà sempre a Milano, nella stessa bellissima piazza dal 16 al 19 maggio 2019.
 
Qualche particolare aneddoto da raccontare di questi anni alla FIM?
Il FIM è pieno di aneddoti. L’anno scorso, per esempio, appena abbiamo aperto al pubblico, tra i primi ad entrare al FIM, è stata una coppia: marito e moglie. Hanno fatto un giro per la fiera, si sono seduti ad un tavolino, hanno preso da bere, poi si sono avvicinati ad uno stand di strumenti musicali, lui ha scelto una chitarra e ha iniziato a suonare. Era David Knopfler, arrivato al FIM con ben 8 ore in anticipo rispetto a quanto ci avesse detto. L’anno precedente Steve Hackett, dopo aver fatto il suo incontro con il pubblico in Casa FIM, è sceso dal palco, molte persone gli chiedevano un autografo, alcuni di loro avevano i dischi dei Genesis in mano, il nostro servizio d’ordine lo stava accompagnando alla macchina evitando che il pubblico gli desse fastidio, ma lui ha chiesto un tavolo ed una sedia, e ha voluto sedersi vicino al palco per firmare dischi, autografi e a scattare fotografie.
 
MAURIZIO DONINI
 
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