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TOMMASO DI GIULIO – Intervista al cantante

TOMMASO DI GIULIO – Intervista al cantante

Intervisto per Tuttorock Tommaso di Giulio che il 30 marzo ha pubblicato il nuovo album Lingue, sentiamo cosa ci racconta…
 
 
Ciao Tommaso! Benvenuto su Tuttorock! Come stai?
Bene! Tu, piuttosto, come stai?
 
Abbastanza bene, grazie! Il 30 marzo è uscito il tuo nuovo album Lingue: come mai questo titolo?
E’ una parola che sintetizza e rimanda a tre a cose di cui volevo parlare: 1) la necessità di imparare nuovi linguaggi, anche e soprattutto non verbali, con cui comunicare; 2) il sesso e le sue mistiche proprietà; 3) ringraziare e citare i Talking Heads, mio grande amore, che titolarono un disco “Speaking in tongues”, che a sua volta rimanda al concetto di “glossolalia”, una specie di esperanto a Babele durante l’ora di punta, per capirci. O meglio, per non capirci.
 
Capiamo eccome! I Talking Heads son tanta roba! Complimenti! In effetti le dieci tracce  colpiscono per la loro profondità e allo stesso tempo per la “facilità” in cui vengono trattati certi argomenti, comprensibili, schietti e con lo sguardo rivolto al quotidiano. Come sono nati i testi?
I miei testi nascono spesso in viaggio, o quando la testa è libera di fare associazione di ogni tipo in modo spontaneo, tipo flusso di coscienza. Molti di questi brani, però, sono stati scritti nel segno dell’emotività più diretta, come Canzone per S. o Piangi Pure che parlano di mio padre e di come è cambiata la sua vita a causa di una malattia e, di conseguenza, anche la mia.
 
Ecco ne hai parlato prima tu di me, io ho ascoltato l brano “Canzone per S.” dedicato a tuo padre. È stato difficile scrivere di una persona così importante nella vita di un uomo?
E’ stato difficile ed è difficile cantarla dal vivo anche ora. Ma è stato necessario e liberatorio. Utilissimo per fare il punto di quel che mi stava succedendo, emotivamente ed affettivamente parlando. E’ stato anche uno sfogo, e che credo che anche molte persone che non necessariamente abbiano vissuto un’esperienza simile alla mia possano riconoscersi dentro questo tipo di auto-analisi.
 
Tommaso ti sei sempre occupato di vari aspetti dell’arte: cinema, musica, teatro. Come coniughi il tutto?
Da sempre ho difficoltà a scegliere: mi piacciono troppe cose e cerco di farle al meglio senza disperdere troppo competenze ed energie. Nel mondo della creatività, a meno che non si è rigidi accademici, credo che sia tutto connesso e tutto utile, quindi le cose che ho imparanto con il teatro le ho spesso impiegate in sede di arrangiamento e viceversa.
 
Quando hai capito che da grande volevi fare il cantante? E chi sono stati i tuoi “mentori” musicali?
Non l’ho mai deciso veramente di fare il musicista, è un po’ venuto da se. Se poi mi chiedi le mie influenze, beh, ci sarebbe da fare un elenco molto lungo ma cerco di sintetizzare. Tre sono le matrici che mi hanno maggiormente forgiato: il rock n roll americano anni ’50; il post-punk britannico di fine ’70 e una decina di autori italiani sparsi in tutte le decade. Il mio artista preferito di tutti i tempi è David Bowie, a seguire: Nick Cave, David Byrne, Tom Waits, i Primus, Franco Battiato, i Beatles, Giorgio Gaber, Max Gazzè, i Beach Boys, gli Einsturzende Neubauten, gli Iron Maiden, Piero Ciampi, Lucio Battisti, Buddy Holly, Chuck Berry, i Queens of the Stone Age e Mike Patton.
 
Un parterre di nomi di grandi davvero…  Ma ora, Tommaso, presenterai Lingue dal vivo?
Si siamo in tour da aprile, andremo avanti tutta l’estate e ci stiamo divertendo molto. E’ uno spettacolo davvero molto molto elettrico.
 
 Bene! Allora grazie Tommaso e buona musica sempre!
 Grazie a te!
 
MONICA ATZEI
 
 
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