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“UN SECONDO SOSPESO” – IL NUOVO SINGOLO DI ELEONORA BETTI – UN ATT …

“UN SECONDO SOSPESO” – IL NUOVO SINGOLO DI ELEONORA BETTI – UN ATT …

Eleonora Betti, artista raffinatissima. Cantante, pianista, autrice, cantautrice toscana, il suo singolo “Un secondo sospeso” – di cui parliamo oggi – è stato scritto durante il primo lockdown, durante il primissimo periodo difficilissimo dell’emergenza sanitaria.  Un tempo sospeso. L’eco di altri mondi. Intorno a noi tutto era un “non tempo” di incredulità, timore, dolore, preoccupazione e smarrimento, un senso di impotenza.  Ci racconta l’artista “Il tempo su cui ho riflettuto maggiormente è stato quello della mia vita normale, chiedendomi se normale lo fosse poi per davvero”. Un quotidiano diverso, surreale e appunto “sospeso”.  “Il mio quotidiano sospeso in quelle settimane, era un quotidiano che prima di quel momento tendeva a non essere mai leggero e sospeso” ci racconta la cantautrice nell’intervista. La caducità e la brevità del tempo, espressa dai minuti e dai secondi, è dilatata nella sospensione del tempo stesso in un concetto puramente e squisitamente filosofico.  Ma anche di vita. Spesso gli artisti puri sono creature eteree, forti e fragili, profonde dove la banalità non alberga. E come ogni artista puro, ci si fa carico di interpretare il disagio, l’introspezione o la solitudine rendendoli qualcosa di utile e di bello, di valido e profondo. Trasformandoli in bellezza.

L’abbiamo raggiunta e intervistata per Tuttorock.

Parliamo dal tuo nuovo singolo “Un secondo sospeso”, come nasce e qual è stata l’idea creativa, l’esigenza narrativa tua personale? Abbiamo letto che lo hai maturato durante il primo lockdown. 
Il brano è scaturito da una riflessione profonda sul mio quotidiano prima del lockdown.
La normalizzazione del non avere quasi mai tempo per assaporare la vita, dell’essere sempre di corsa, dell’esistenza consumata e spesso deperita dalla frenesia e da un sistema sociale ed economico disumanizzante era entrata in netto contrasto con uno stato opposto, di immobilità e lentezza. Per quanto queste fossero dovute a una situazione eccezionale improvvisa e collettiva, mi sono chiesta se sarei riuscita a tornare a ritmi quotidiani così stressanti nel futuro; se era qualcosa che avrei voluto o se invece mi spaventava.
Un secondo sospeso è nato come espressione di un desiderio e di una necessità, che spesso ho condiviso con altre persone.

La musica è una delle categorie di lavoro che ha sofferto più di tutti, durante l’emergenza sanitaria. I luoghi di cultura e i live ripartono, piano piano: la musica è stata resiliente, resistente o entrambe?
Le persone che fanno parte del mondo del lavoro della musica, delle arti, dello spettacolo, sono state attente, solidali, responsabili, rispettose, serie e pazienti.
Resistenza e resilienza sono venute di conseguenza, appoggiandosi a tutto questo, oltre alla competenza e alla professionalità di chi ha continuato, anche disperatamente, a credere nel proprio mestiere e nella volontà e possibilità che potesse in seguito riprendere. Lo sforzo è stato enorme e sono tante le persone che hanno affrontato grandi difficoltà, emotive ed economiche; molti hanno dovuto trovare soluzioni alternative per il proprio sostenimento; non tutti sono riusciti a ripartire.

Godere della nostra vita, assaporare ogni attimo è un atto di “resistenza”? Lo è per te?
Lo diventa nel momento in cui si pone come una conquista nei confronti di un sistema che ci spinge verso una vita opposta. Lo fa così bene, convincendoci della qualità della cosa mentre propone una modalità al contempo costrittiva, che riprendersi anche solo alcuni momenti in cui assaporare ogni attimo diventa un piccolo ma fondamentale atto di resistenza.

La scrittura del brano e la sua produzione artistica hanno richiesto tempo per la lavorazione?
Il tempo di produzione è stato lungo, in fasi distanziate, che hanno dato la possibilità di lasciar maturare le idee e le sensazioni. La scrittura invece è stata concentrata in pochi giorni. Il nucleo del brano è scivolato subito sotto la penna e nelle parti musicali.

Progetti prossimi?
“Un secondo sospeso” ha avviato un nuovo capitolo del mio progetto, dopo il primo album. Sto lavorando alla produzione di altri brani che vadano insieme a costituire un corpo. Intanto, al corpo che sarà, ho messo l’anima.

Progetti live? In estate ti abbiamo vista esibirti dal vivo, l’abbraccio con il pubblico è fondamentale per un artista:
Sono stata felicissima di riprendere a suonare dal vivo, davanti a un pubblico. Un’emozione forte che mancava da tanto tempo e che sto vivendo con grande trasporto. Verranno sicuramente altri concerti, dopo la prima presentazione live del singolo. Vi invito a seguire le mie pagine social per tutti gli aggiornamenti.
La priorità di questo momento resta per me la produzione, ma l’energia, i contatti e le riflessioni che portano le esibizioni sono utili e spesso anche indispensabili per proseguire bene.

Parliamo anche del videoclip, con la regia di Clizia Corti:
Il videoclip rappresenta l’idea di una dimensione altra, sospesa. Il bianco ha lo scopo di amplificare questo effetto e di portare anche l’idea di una luminosità interiore, nel nostro secondo sospeso. Gli elementi di energia sono altrettanto simbolici: è un’energia presa e data; un contatto ritrovato.

Cos’è oggi “Il divieto di sbagliare” per citare il tuo disco d’esordio? La società liquida e frenetica attuale non ci permette di sbagliare o di essere fragili?
Le questioni trattate in “Un secondo sospeso” e in “Il divieto di sbagliare” sono collegate. La società frenetica non ci permette sufficientemente di essere umani e di esprimerci come tali. Preferisce considerarci solo come oggetti e soggetti di consumo. Ci accoglie in superficie, costruendo un interesse fittizio al nostro profondo. Finisce per confondere il profondo reale con quello di vetrina e lo fa così bene da insinuare il secondo nel primo.
È a quel punto che anche la fragilità viene meno, perché non è più riconosciuta, valutata, accolta, al bisogno sostenuta: è stata già sostituita da un ipocrita perfezionismo a cui aderire a tutti i costi per potersi considerare visibili e apprezzati. La fragilità, la possibilità di sbagliare in un percorso, tuttavia sono lì e rifiutarle, ignorarle, nasconderle porta a divisioni e contrasti aspri, prima con noi stessi e poi con gli altri.
Risarcire la divisione può essere un lavoro molto lungo. L’incontro tra parti costituenti che abbiamo tentato di separare nettamente, se non di eliminare, del resto è sempre una questione che ha a che fare con il profondo. Profondo e frenesia convivono difficilmente.

Eleonora Betti ha una lunga carriera artistica ed un curriculum pregiato:
Cantautrice, pianista, artista trasversale, completa tra Roma e Londra la sua formazione, conseguendo con lode la laurea in Musicologia e Beni Musicali, all’Università di Tor Vergata (Roma), e il diploma Cert HE in Songwriting (ICMP/UEL, Londra).
Come cantautrice, vince l’edizione 2014 del Premio Sabina Music Summer, ed è stata l’artista più votata sul web e dalla giuria tecnica del contest PiùVolume.
Opening act per Ivan Segreto, Rita Marcotulli, Mariella Nava.
È l’adattatrice del testo della sigla di “Lost and Found” per la versione italiana della serie prodotta da Netflix.
Nel 2018 esce il suo album d’esordio, dal titolo “Il Divieto di Sbagliare” (RadiciMusic Records), di cui è autrice di testi, musica e arrangiamenti. Il singolo Quaranta Volte è stato scelto da MusicMap come miglior canzone del 2018. 
Finalista a “Voci Per La Libertà – Una canzone per Amnesty” 2018 con l’inedito Libera. Con il featuring di Ferruccio Spinetti al basso, il brano è parte della compilation Voci Per La Libertà – Una canzone per Amnesty 2018.
Vincitrice del Premio Castrovillari d’Autore 2019.
Finalista al Premio Bianca d’Aponte 2019.
Nel 2019 è uscito “Painting my time” (Funky Juice Records), primo lavoro di The Yellow Waves. Un album in inglese che la vede autrice dei testi e interprete, su musica del pianista Massimo Fedeli.
Ha scritto articoli su album di Mina, Mia Martini, Milva, per la rivista musicale Vinile.
È stata ospite di Gigi Marzullo su RAI1 per il programma Settenote.
Come pianista, ha suonato in apertura di Antonello Venditti al Palalottomatica di Roma, a Edicola Fiore di Fiorello, a Speciale Sanremo di Vincenzo Mollica, per la cantante Symo.
È del 2020 la pubblicazione di “Playing With The Little Prince” (Flipper Music), ciclo di brani per pianoforte ispirati a Il Piccolo Principe, di cui è compositrice.
Il 12 ottobre 2021 esce il suo nuovo singolo “Un secondo sospeso” (RadiciMusic Records).

Alessandra Paparelli