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THE SPELL OF DUCKS – Intervista alla band

THE SPELL OF DUCKS – Intervista alla band

In occasione dell’uscita del loro nuovo album “CI VEDIAMO A CASA” ho intervistato Ivan Lionetti, cantante e fondatore dei The Spell Of Ducks, giovane e promettente band del panorama indie torinese, che si sta facendo notare per originalità e attitudine.

Ciao Ivan, parlami del progetto, com’è nata l’idea dei The Spell Of Ducks?
Il progetto TSOD nasce nel 2014 da me e Andrea (voce e chitarra) su una panchina di Piazza D’Armi a Torino. Ridendo e scherzando sono arrivate le prime melodie e abbiamo deciso di provarci. Successivamente, dall’Argentina è arrivato Guido con il suo banjo e via via tutti gli altri. Il nome arriva dal fatto che davanti a questa famigerata panchina c’era uno stagno con delle anatre, sono state loro il nostro primo pubblico.

Vi definite una band di musica meticcia, quali sono le vostre influenze musicali?
Ascoltiamo musica in continuazione e ci confrontiamo quotidianamente. Il sogno è un duetto con Mannarino, abbiamo un debole per il cantautorato italiano…invece due gruppi stranieri che ultimamente stiamo ascoltando tanto sono i Parcels e i Black Pumas.

I vostri brani sono spesso in lingua inglese, ma il vostro ultimo album “Ci Vediamo A Casa” è stato scritto interamente In italiano. Cosa cosa vi ha portato a questo cambio di direzione?
Sentivamo l’esigenza di raccontare delle storie nella nostra lingua. Avevamo già pubblicato “Giada” e ci siamo innamorati nel vedere la gente cantare il testo della canzone. Abbiamo scritto molte altre canzoni in italiano ma con un mood diverso, quindi non sono rientrate nel disco ma magari saranno le prossime ad uscire.

Molti artisti hanno subito negativamente l’arrivo della pandemia. Voi come avete affrontato questa situazione? Come ha influenzato la vostra visione musicale?
Abbiamo sempre preso la musica come un lavoro, non come un hobby. Per questo motivo era giusto provare ad andare avanti. Il nostro ultimo disco è uscito nel bel mezzo del primo lock-down ed è stata una fatica immensa, anche perché l’abbiamo chiuso tutto in videochiamata (mai più). Siamo riusciti a terminare le registrazioni il giorno prima che chiudessero tutto e questo ci è sembrato un segno del destino, non dovevamo fermarci! Purtroppo, abbiamo avuto soltanto una possibilità di presentare il disco dal vivo ma è stato comunque molto bello. La nostra dimensione preferita è sicuramente il live e ovviamente ci manca da morire ma siamo ottimisti per natura. Torneremo più forti di prima.

La vostra città, Torino, ha un fervido panorama artistico. Quanto questa città ha ispirato la vostra musica?
Il fatto che Torino sia piena di musicisti e cantautori ci piace da morire…abbiamo avuto il piacere di confrontarci e collaborare con diversi di loro ed è stata sempre una bella esperienza. Ricordiamo con particolare affetto gli Eugenio in via di Gioia conosciuti anche grazie all’esperienza con Officine Buone a Casa Ugi, e i Duopotrio: Alessandro e Gianluca (Il batterista e il bassista) hanno suonato in “Ci Vediamo a casa”, due canzoni a dire il vero le ha proprio scritte Alessandro facendoci un bellissimo regalo.

Come visualizzate il progetto TSOD in una prospettiva internazionale?
Con la speranza che ci possa far fare una barca di soldi (o una barca e basta) ?

Quali sono i vostri progetti futuri?
A breve usciranno dei singoli nuovi in italiano. Insieme a Francesco Priolo, il nostro produttore, stiamo sperimentando dei suoni che non abbiamo mai usato. Sarà una trilogia sulla notte.

VITTORIO “Vike” GIORCELLI 

Band:
Ivan Lionetti – voce
Andrea Del Col – chitarra
Guido Greco – banjo 

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