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ROBERTO MOLINELLI – Intervista su Marchigiano dell’anno 2023

ROBERTO MOLINELLI – Intervista su Marchigiano dell’anno 2023

Roberto Molinelli da oltre 20 anni musicista versatile ed eclettico, unanimemente apprezzato, in campo nazionale ed internazionale, per la sua capacità di creare, comporre e realizzare progetti di ogni genere musicale dal classico, al jazz, al pop, al rock cercando di costruire un dialogo tra generi e stili diversi ha vinto il premio Premio Nazionale Accademia Marchigiani dell’Anno che celebra le personalità distintesi nel panorama imprenditoriale, culturale, politico, artistico, sportivo, giornalistico, diplomatico, medico, ecclesiastico, volontaristico e solidaristico.

Buongiorno Roberto, ci ritroviamo a distanza di un anno, e con un bellissimo riconoscimento come il “Premio Nazionale Accademia Marchigiani dell’anno”; cosa è successo nel frattempo?
Io collaboro con le maggiori orchestre italiane, quindi ho tante cose sempre in movimento, fra l’altro ti anticipo che il 7 settembre prossimo sarò a Taranto con Clementino, dove faremo tutta la sua musica in chiave sinfonica. Sarà un concerto molto bello, che aprirà il Medita Festival, uno dei festival più importanti che ci sono a Taranto e non solo. Nel frattempo, ho avviato una interessantissima collaborazione con una grande artista del jazz-soul, Lady Blackbird; una fantastica cantante americana, astro nascente che parte dal soul andando all’acid-jazz e al pop. Sarà presente anche l’8 agosto al Locus Festival di Locorotondo, una delle più importanti manifestazioni a livello nazionale. Poi ho rivisto Mitchell Brunings, che è praticamente il sosia di Bob Marley, con lui ho un programma reggae-sinfonico che abbiamo fatto questa estate a Palermo e prima anche a Natale, con canzoni natalizie riarrangiate in chiave reggae. 

Sono collaborazioni molto interessanti, un rapper napoletano, un cantante reggae, tutto assieme a un’orchestra sinfonica; questo dimostra anche la grandezza e la trasversalità della musica e come riesca a unire generi e persone diverse.
Ti ringrazio davvero di questa osservazione, perché racchiude quello che io perseguo da quando ero teenager e al Conservatorio studiavo, Brahms, Mozart, Beethoven. Contemporaneamente ascoltavo e amavo Emerson, Lake & Palmer, i Genesis, Pink Floyd, Queen, la prog italiana. Quando non ero ancora Direttore di Orchestra, mi è capitato di suonare in un disco di Chet Baker, me lo ricordo ancora che arrivava con la sua tromba, si sedeva sulla custodia e regalava brividi a tutti. 

Tutte queste sperimentazioni e commistioni fra generi diversi sono sempre interessanti, possono portare nuovi proseliti alla musica e aprire porte.
Senza dubbio, non dimentichiamoci che l’orchestra sinfonica va interpretata come se fosse un unico strumento, probabilmente il più antico nel mondo. Lo spessore e la profondità di suono di un’orchestra musicale, dona pregio a qualunque genere musicale, da Mahmood a Lady Blackbird. L’altra sera, a Fano, abbiamo rivisitato i Deep Purple, fra l’altro, una delle prime band storiche a utilizzare un’orchestra sinfonica nei loro lavori. L’orchestra ha la capacità di essere sempre co-protagonista sulla scena, un principio cui tengo moltissimo quando scrivo gli arrangiamenti, renderla importante e non solo comprimaria nell’ambito dell’evento musicale. 

E ora ti è stato assegnato questo premio come “Marchigiano dell’anno”.
E’ stata una grande sorpresa anche per me! L’Accademia ha scelto mio nome fra tante candidature importanti, e sono stato l’unico premiato nel campo dell’arte e della musica, mi ha fatto veramente tanto piacere. 

Ricordo che hai sempre sentito forte il legame con la tua terra natia.
Certamente, io da marchigiano credo che le Marche debbano essere più conosciute a livello internazionale. Ci sono eventi importantissimi come il Rossini Festival e quello orchestrale allo Sferisterio di Macerata, ma è una regione di cui, tendenzialmente, si parla poco. Quando vado in giro per il mondo a fare concerti, porto sempre le Marche con me, e ci tengo a fare in modo che sia sempre più conosciuta. Qualcuno ha aggiunto che è uno spaccato delle bellezze italiane, avendo mare e montagna, e pare anche che il Conero sia un pezzetto del Gargano (risate). 

A parte tutte le date di cui abbiamo parlato, altri progetti futuri?
Tornerò in Kazakhistan dove hanno creato un’orchestra per me e mi fa molto piacere. E’ una terra di grandissimi musicisti, l’orchestra l’abbiamo formata con delle audizioni, scegliendo i migliori musicisti kazaki. Ad Astana hanno un teatro meraviglioso ed una bellissima città, è un paese che può esprimere davvero tante cose. Poi ho tanti concerti qui in Italia adesso, Abruzzo, Basilicata, Marche, poi ci sposteremo in Trentino Alto-Adige, scenderò nuovamente per il Locus, seguirà Livorno e tanti giri per l’Italia ecco. Poi da novembre insegnerò al Conservatorio di Bologna con una cattedra di viola, così riusciremo anche a incontrarci di persona.

MAURIZIO DONINI 

Band:
Roberto Molinelli

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