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ROBERTO MOLINELLI – Intervista al direttore d’orchestra

ROBERTO MOLINELLI – Intervista al direttore d’orchestra

ROBERTO MOLINELLI AUTORE DEGLI ARRANGIAMENTI E DIRETTORE D’ORCHESTRA PER “INDIMENTICABILE WHITNEY”, il primo tour italiano di BELINDA DAVIDS in scena dal 2 luglio. DATA SPECIALE DEL “GHETTOLIMPO SUMMER TOUR”, il concerto evento di MAHMOOD il 22 luglio a MATERA
“QUEEN – BARCELONA OPERA ROCK” , tre speciali appuntamenti dal 3 agosto con DESIRÉE RANCATORE e JOHAN BODING.

ROBERTO MOLINELLI: Direttore d’orchestra, compositore e violista, musicista versatile ed eclettico, da oltre 20 anni, crea, compone e realizza progetti di ogni genere musicale dal classico, al jazz, al pop, al rock cercando di costruire un dialogo tra generi e stili diversi. Come direttore, compositore e arrangiatore nel corso degli anni ha collaborato con numerosi artisti, tra i quali Josè Carreras, Andrea Bocelli, Celine Byrne, Gaston Rivero, Erwin Schrott, Gustav Kuhn, Cecilia Gasdia, Anna Caterina Antonacci, Nicola Alaimo, Anna Maria Chiuri, Desirée Rancatore, Valeria Esposito, Giovanni Sollima, Andrea Griminelli, Valeria Moriconi, Federico Mondelci, Enrico Dindo, Domenico Nordio, Anna Serova, Lorenzo Bavaj, Corrado Giuffredi, Danilo Rossi, Giorgio Zagnoni. Molte sue composizioni, come il concerto per Sassofono e orchestra “Four Pictures From New York”, i concerti per Violoncello e orchestra “Twin Legends” e “Iconogramma”, il concerto per Fisarmonica e orchestra “Il Bosco della Musica”, hanno permesso di ampliare il repertorio dei rispettivi strumenti e sono correntemente eseguiti in tutto il mondo.

Buongiorno maestro Molinelli, piacere di conoscerci. Come ci si avvicina a questa professione e si diventa maestro d’orchestra?
Naturalmente si devono frequentare studi musicali, imparare uno strumento, di solito è il pianoforte, anche se io sono un violista, poi ci vuole una grande passione e tanto impegno. La definizione che penso sia più confacente a Maestro d’orchestra è la parola inglese “Conductor”, sostanzialmente colui che dirige. E’ necessario avere il polso giusto per condurre e dirigere, devo dire che essendo stato arrangiatore per il Festival di Sanremo, è un ruolo nella musica leggera in cui è normale dirigere, aggiungo quindi anche questo alla mia esperienza classica.

Decidere di fare i direttori d’orchestra non è così comune, forse è più consueto iniziare giocando con la chitarra, a lei cosa ha condotto verso questa carriera?
Io sono sempre stato interessato alla musica a 360°, ascoltavo prog come EL&P, Pink Floyd, Area, Genesis, Queen, anche gli autori classici come Mozart, questo per abbracciare veramente tutti i generi, cosa che non era poi così scontata. Una volta il settore della classica era più chiuso in sé stesso, invece io già negli ’80 arrangiavo per Lucio Dalla per gli archi, Partirò di Bocelli, e dagli arrangiamenti alla direzione di orchestra il passo è breve, quando arrangi e scrivi partiture arrivare a dirigere un’orchestra è lo sbocco naturale.

Ha nominato tutti grandi gruppi che hanno avuto anche importanti collaborazioni e dischi registrati con orchestre.
Certamente sì, il mio primo arrangiamento fu con la musica dei Genesis. Voglio ricordare Inferno di Emerson, Lake & Palmer, Keith Emerson poi era un pianista di primissimo piano e un grandissimo musicista di stampo classico, senza dimenticare la PFM in Italia aggiungerei.

Con il tempo mi pare che certe barriere si siano affievolite e ci sia molta più disponibilità e contatti tra il mondo del rock e quello della musica classica, cosa ne pensa?
Assolutamente! Un certo tipo di musica come quella di EL&P, che all’epoca era contemporanea, ricordo che andai a vedere Inferno al cinema, parte del ciclo delle Tre Madri, lo rappresenta perfettamente. Un pianista classico come il tedesco Frederick Gunda, componeva musica rock. Ma pensiamo ai Queen e ai Pink Floyd, ai cui concerti ho visto un pubblico che andava dai 15 ai 75 anni, la loro musica è diventata iconica. Oggi, al tempo dello streaming, pensare a concept disk come facevano allora, è perlomeno raro e difficile, ma come si fa a dire che Bohemian Rapsody non sia un brano classico? 

Lei ha lavorato con Dalla, ha partecipato ai Festival di Sanremo, collaborato con tanti artisti che potremmo stare ore a parlare, ma ha un aneddoto o ricordo particolare da raccontare?
Ce ne sarebbero tantissimi, mi viene in mente l’ultimo Sanremo cui ho partecipato, il 2021, con gli Extraliscio, purtroppo senza il pubblico in presenza e l’Ariston così non è la stessa cosa. Ma d’altronde è stato bellissimo fare un brano senza il click in cuffia, non abbiamo usato il metronomo venendo quindi a creare questo rapporto fortissimo. Con Lucio Dalla mi ricordo che facemmo il tour del 1991, concerti dove venivano 50.000 persone, lui era una di quelle persone che sono geni musicali senza avere studi specifici alle spalle. Non conoscendo la musica, lui suonava il pianoforte solo sui tasti bianchi, in do maggiore, quando le canzoni erano in altre tonalità usava il tasto transponder, ma a volte se ne dimenticava J J Una sera cantò “Balla balla ballerino” qualcosa come una terza sopra, dimenticandosi il transponder, alla fine si girò apostrofandoci in bolognese: “Eh, ragazzi, stasera è stata difficile vero?”. Ci furono tante risate, ma con lui gli aneddoti si sprecano, era un grandissimo musicista e uomo da cui ho imparato tantissimo, era veramente geniale e in pochi minuti riusciva a dare la sua impronta. Un Natale facemmo qualcosa come 6 concerti a Napoli, dal 24 dicembre a Capodanno, non avendo parenti stretti in quel periodo lavorava tanto per tenersi impegnato, e ci fu anche un collegamento con Domenica In. Venne un regista a Napoli, e Lucio fu in un attimo il vero regista della trasmissione, un artista veramente unico. 

E ora c’è questo evento con Mahmood.
Faremo questa data unica il 22 luglio prossimo, anche lui è un grandissimo cantante e un bravo autore con tematiche sempre molto interessanti. Non pubblica canzoni di facile ascolto, ma Alessandro merita tanto rispetto ed è veramente bravissimo e lavora in modo molto serio. 

Come maestro d’orchestra immagino lei sia poi molto attento all’etica lavorativa e ai dettagli.
Sicuramente, poi io preferisco sempre che l’orchestra sia co-protagonista della scena negli arrangiamenti che preparo, non mi piace che sia solo un contorno. Voglio che dia un valore aggiunto, uno spessore ai brani, come è capitato con concerti tributo ai Metallica e tanti altri grandi del rock. 

E’ anche una sfida riuscire a coniugare tutto questo. Per Mahmood ha preparato qualche cosa di particolare?
Verranno proposti tutti i brani del suo ultimo album oltre, ovviamente, Brividi. 

Progetti futuri a seguire?
Ho in cantiere alcuni progetti cui tengo in modo particolare, il disco Barcelona di Freddie Mercury inciso con Montserrat Caballè che quest’anno portiamo al Teatro Antico di Taormina con l’Orchestra Sinfonica Siciliana, quindi 70-80 elementi sul palco e due grandi solisti come la soprano Desirée Rancatore e il cantante rock Johan Boding.

MAURIZIO DONINI 

Band:
Roberto Molinelli

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