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POLAR FOR THE MASSES – Intervista alla indie rock band vicentina

POLAR FOR THE MASSES – Intervista alla indie rock band vicentina

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In occasione dell’uscita del nuovo singolo “Mutare”, ho intervistato, dopo circa un anno dalla precedente chiacchierata, i Polar For The Masses, storica indie rock band vicentina.

Ciao ragazzi, bentornati su Tuttorock, innanzitutto, come state?

Ciao Marco, tutto bene, siamo qui che aspettiamo come tutti una ripartenza, nel frattempo resistiamo come possiamo.

Parliamo di questo nuovo singolo che apprezzo veramente molto sia a livello del testo che della musica, “Mutare”, uscito lo scorso 11 dicembre, quando e com’è nato?

La scorsa estate, dopo il primo lockdown, avevamo la impellente necessità di ritrovarci dopo mesi di solitudine e sgomento. Abbiamo semplicemente acceso gli amplificatori e sparato quello che avevamo dentro.

E del processo di registrazione cosa mi dite?

In realtà “Mutare” non doveva essere registrata, poi all’ultimo minuto dei supplementari (per usare un esempio calcistico), abbiamo fatto goal: è stata quasi una presa diretta, sapevamo che la canzone aveva una forza particolare e l’abbiamo lasciata libera e naturale, senza forzature.

Avete in previsione un video per questo singolo?

Per il momento no, anche perché è molto difficile organizzare qualsiasi cosa.

Voi come avete vissuto l’isolamento durante il lockdown?

La storia è questa: il giorno prima della chiusura di Codogno noi eravamo là vicino (a Crema) per un live; sentivamo i ragazzi del locale parlare della situazione ma ancora non ci si rendeva conto di cosa sarebbe successo da lì a poco.

Il giorno dopo siamo ritornati a casa e tra l’altro uno di noi aveva la febbre… da lì in poi tutti i timori del caso…l’abisso: non ci siamo più visti per mesi.

Proprio in quelle settimane ci avevano proposto interviste e live in streaming ma abbiamo ritenuto la cosa poco incline al nostro modo di essere band, noi che abbiamo costantemente bisogno del contatto reale e non di quello virtuale.

In aprile eravate usciti con il brano “Candeggina”, che seguiva altri 3 singoli rilasciati nell’ultimo anno, che riscontri avete avuto in questi mesi?

Dopo uno stop di ben 2 anni, 6 dischi e molteplici concerti in tutto lo stivale, IndieBox, la nostra nuova etichetta, ha fatto un lavoro pazzesco per riportarci fuori. Nei primi mesi del 2020 erano previste delle belle date e si stava anche programmando l’estate.

“Candeggina”, ironia della sorte, era stata scritta prima della pandemia e serviva come rilancio anche ai fini della promozione del tour ma poi si è bloccato tutto… nonostante questo l’abbiamo fatta uscire.

Ci saranno altri singoli in arrivo prossimamente?

Non dirlo a nessuno ma stiamo pensando al settimo album.

Voi che appartenete al gruppo storico delle band indie italiane, come vedete la nuova corrente denominata, per me erroneamente, indie?

In effetti c’è molta confusione a riguardo, il discorso sarebbe lunghissimo e articolato; in poche parole i giovani hanno scoperto la musica indie, quella di massa però, che poco ha a che fare con il vero indie, per come era stato concepito. Qui è tutta una questione socioculturale poco chiara, noi comunque ce ne sbattiamo, siamo dei punkettari e quindi ne restiamo fuori.

Veniamo ad un punto dolente, la musica dal vivo, voi avete qualche idea su cosa si potrebbe fare in questo periodo per poter fare qualche concerto in sicurezza?

Se parliamo di noi, c’è gran poco da fare: abbiamo bisogno della gente sotto il palco, del sudore e dell’interazione con il pubblico.

Ci sono invece altri generi musicali o tipo di performance che possono essere pensate per un live in tutta sicurezza, il problema in ogni caso più evidente è la totale apatia del governo verso chi organizza spettacoli o piccoli live.

Grazie mille per il vostro tempo, vi lascio liberi di aggiungere qualsiasi cosa e fare un saluto ai lettori di questa intervista.

Da veri “Stronzi”, vi auguriamo un Buon Natale e felice anno nuovo.

Spia, Alessandro Lupatin, Simone Pass

MARCO PRITONI