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MAURO TUMMOLO – Intervista al cantautore lavellese

MAURO TUMMOLO – Intervista al cantautore lavellese

In occasione dell’uscita del nuovo singolo “Io ti conosco da sempre”, ho avuto il piacere di intervistare Mauro Tummolo, cantante lavellese che incontra la musica all’età di otto anni e dai 12 anni inizia con lo studio della tromba. Il suo primo brano è “Come te”, uscito nel 2015.

Ciao Mauro, benvenuto su Tuttorock, come va? Una ventina di giorni fa è uscito il tuo nuovo singolo “Io ti conosco da sempre”, che riscontri stai avendo?

Ciao Marco, piacere. Sto avendo dei riscontri molto positivi, non me l’aspettavo, ogni brano nuovo che pubblico rappresenta una nuova scoperta, conosci nuovi utenti, nuove espressioni, io sono sempre per la critica costruttiva che aiuta sempre a far bene e a migliorarsi nel futuro che verrà. Al momento siamo sugli 8000 streaming su Spotify, per un artista indipendente è un buon risultato, ho una nuova collaborazione con la mia social manager Alessandra D’Alessandro, abbiamo fatto un bel lavoro, bisogna sempre avere la stessa fame, anzi, bisogna averne sempre di più per cercare di far bene. Tu che ne pensi di questo brano?

Io l’ho apprezzato molto, sia dal punto di vista del testo che della scelta musicale, con un bel crescendo dalla seconda strofa.

Quella è stata una scelta mirata, come hai notato il brano dalla metà in poi ha una sterzata, altrimenti sarebbe stato un po’ piatto.

Quando e com’è nato quel brano?

Il brano è nato insieme ad Andrea Sandri, il mio autore, col quale ci siamo visti due anni fa prima della pandemia e siamo stati una domenica pomeriggio insieme a buttare giù varie idee. C’era una bozza elettronica che ci piaceva, la toccavamo e la lasciavamo, la toccavamo e la lasciavamo, poi, quando è scoppiata la pandemia, ci siamo messi con calma sul brano e l’abbiamo partorito. Poi, con la supervisione di Giuseppe Citarelli per la parte testuale e con la produzione di Walter Babbini, nel suo magico Purple Mix Studio di Guidonia, è stato confezionato il prodotto finale.

Tra gli artisti che ho intervistato in quest’ultimo anno, alcuni mi hanno detto che il lockdown li ha portati ad un periodo in cui non riuscivano a scrivere nulla, altri invece hanno ricavato molti stimoli per produrre nuovo materiale. Tu come hai reagito?    

Il problema è che questo virus ci ha bloccati ma, come si potrebbe dire, con la testa tra le nuvole ti escono delle idee che possono sfociare in belle cose. Anche in questo periodo la mia penna non sta mai ferma, l’ispirazione non manca. Ci sono periodi bui, il covid ha penalizzato tutti, ma non bisogna dargliela vinta e dobbiamo uscire dal guscio anche perché, prima o poi, ne usciremo e inizieremo a divertirci di nuovo.

A questo singolo ne seguiranno altri o è in arrivo un album?

Può essere che tra un mesetto ci potrà un altro brano con cui uscire, non so di certo cosa potrà succedere ma verso fine ottobre vorremmo pubblicare il tanto agognato album al quale stiamo lavorando da due anni.

La bellissima copertina da chi è stata realizzata?

La copertina è stata realizzata, sotto la supervisione di Alessandra D’Alessandro, dal mio caro amico e bravissimo grafico Michele Costantino che saluto tantissimo. Il successo di questo brano è possibile solamente grazie a tutti coloro che ci hanno lavorato, io sposo molto il gioco di squadra, mi piace avere uno staff che lavora per me e viceversa. Squadra vincente non si cambia, ci sono più teste ma ci sono anche più idee e il risultato è sempre ottimale.

Oltre al video dove si vede la copertina si anima, hai in mente di farne un altro?

Non lo so, se dovessi pensare di girare un video, con queste restrizioni, non sarei sicuro delle tempistiche, quindi preferirei concentrare le forze sul prossimo singolo che magari può aprire di più le frontiere e potremo girare un video con più libertà. Poi, magari tra 5 o 6 mesi ci viene voglia di fare un video su questo brano e lo faremo.

Tu nasci musicalmente come musicista, so che hai studiato la tromba, poi hai iniziato ad interpretare canzoni, quando hai sentito il bisogno di scrivere brani tuoi?

L’ho sviluppato quando ho iniziato ad interpretare canzoni di altri artisti, poi mi sono cimentato nello scrivere miei brani e il primo è stato “Come te”. Sono sempre stato un amante delle lettere, delle cartoline, delle storie, mi è sempre piaciuto scrivere. Pensa che, quando ho frequentato l’Istituto Tecnico Commerciale di Benevento, al saggio breve di italiano presi 15/15, quindi la parte testuale è quella che mi ha sempre trasportato di più. Raccolgo tantissime emozioni e a volte non riesco a misurarle e a metterle insieme. Capitano giorni in cui non riesco a scrivere nemmeno una frase e giorni in cui scrivo 4 o 5 testi, catturo sensazioni, umori delle persone con cui ho a che fare e scrivo, anche ora, sono qui a parlare con te, magari tra un anno da questa chiacchierata potrebbe nascere un testo.

Chi sono gli artisti del passato e del presente che più hanno influito sul tuo modo di fare musica?

Io studiavo canto alla Saint Louis di Roma con Marco D’Angelo, lui all’epoca era tastierista e corista di Alex Baroni. Alex, per me, rimarrà per sempre l’highlander della voce. Poi ho conosciuto Francesco Renga, Nek e, per questioni lavorative, mi sono avvicinato al mondo dei Modà. Con la mia band abbiamo portato in giro il tributo ai Modà e abbiamo avuto l’opportunità di suonare coi loro musicisti. Poi, ultimamente sono sfociato in ascolti come i The Giornalisti, Tommaso Paradiso, Gazzelle, Ernia. Sono molto aperto all’evoluzione, bisogna evolversi se si vuol tener botta, poi, se uno diventa come Vasco Rossi, scrive quel che vuole, ma per stare al passo coi tempi bisogna rimanere aggiornati.

Dei tanti concerti che hai fatto, sia in Italia che all’estero, ce n’è uno che ricordi particolarmente?

Sicuramente quello a Basilea, in Svizzera, nel 2017. Ero con la mia band tutta made in Basilicata, e ne approfitto per salutare il maestro Fabrizio Frangione, Antonello Ruggiero, Martino Trotta e Lorena Ticchio. Facemmo un concertone pazzesco in un locale dove c’erano 85/90 persone tutte composte e c’erano con noi i musicisti dei Modà, Stefano Forcella al basso, Claudio Dirani alla batteria e Diego Arrigoni ai chitarroni. Quando ho interpretato i brani dei Modà insieme alla mia band e con i musicisti originali come spalla mi sono emozionato, in quel momento stavo cantando con una band che ha fatto 50000 spettatori a San Siro, non è una cosa da tutti i giorni. È stato molto emozionante per me anche lavorare in studio con Chicco Gussoni, chitarrista di Nek e di Baglioni e con Mario Guarini, bassista di Baglioni e di Loredana Bertè. Nel mio brano “Pianeti diversi” loro hanno registrato basso e chitarre e quando ti trovi a lavorare con persone che hanno calcato palchi su palchi, basta guardare il loro sguardo per imparare molto.

A proposito di musica dal vivo, visto che stanno finalmente pensando a qualche situazione, almeno all’aperto, tu stai pianificando qualche data?

Come band siamo già operativi, abbiamo già messo su vari progetti, alla riapertura siamo pronti ad ogni situazione, dobbiamo solo assemblare il tutto, saranno 2 o 3 giorni di lavoro e saremo già sul pezzo.

Qual è il tuo sogno musicale più grande?

Il mio sogno musicale più grande è dare una soddisfazione alla mia famiglia, ovvero calcare il palco dell’Ariston. C’è chi lo snobba ma per me sarebbe un coronamento, non tutti sanno quanti sacrifici fanno le famiglie dietro ad un artista che crede nei suoi sogni, io consiglio di non mollare mai, se si è stakanovisti prima o poi i sogni si avverano. La musica è un mondo immenso ed è l’unica essenza che fa vivere una vita regolare, almeno al momento.

Grazie mille per il tuo tempo vuoi aggiungere qualcosa per chiudere l’intervista?

Ringrazio te, Tuttorock e coloro che leggeranno questa intervista, se volete seguirmi trovate qui sotto i miei contatti. Speriamo di beccarci in giro e conoscerci di persona, la musica è soprattutto condivisione.

 

MARCO PRITONI