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LA SANTERIA – Intervista alla punk rock band veneta

LA SANTERIA – Intervista alla punk rock band veneta

In occasione dell’uscita del singolo “Via con me”, rivisitazione in chiave punk rock del famoso brano di Paolo Conte, ho intervistato la band “La Santeria” che nasce nel gennaio 2017, anche se allora non aveva questo nome e nemmeno questa forma: era solo una cover band.

“E funzionava, perché no, ma non come volevamo. Raccontavamo le emozioni di qualcun altro e semplicemente queste non ci rappresentavano. Non erano quello che avevamo da dire. E va bene, ci siamo detti, facciamo roba nostra. Le canzoni della Santeria siamo noi. Come sonorità, come intenzioni, come testi. Alla potenza della musica punk associamo un’attitudine riflessiva e introversa: cantautorale, punkautorale. I testi sono al centro del progetto, poiché se la musica veicola delle informazioni emotive, il racconto inserisce un grado di consapevolezza a questa emotività, creando qualcosa di diverso. Ci siamo detti: a cosa sembra interessante… insomma come può essere interessante una punk rock band negli anni 20 del secondo millennio, cioè non molto a dire il vero. Ma questo siamo”.

Ciao ragazzi e benvenuti su TuttoRock, ad inizio settembre è uscito il vostro singolo “Via con me”, come sta andando?

Sta andando che le multinazionali dello streaming si stanno accaparrando tutti i nostri lauti guadagni e a noi arrivano sei millesimi a streaming, qualcosa così.

Una cover molto ben riuscita in cui rivedete in chiave punk il celebre brano di Paolo Conte, come mai avete scelto questo brano?

Potremmo dire che il jazz e il punk hanno innumerevoli punti di contatto come movimenti di rivolta verso l’ordine costituito. Che Paolo Conte è fonte di ispirazione per noi. Che ‘Via con me’ ha un significato per qualcuno di noi. Be’ niente di tutto ciò. L’abbiamo scelta perché è una bella canzone e volevamo rovinare qualcosa di ben fatto, perché per noi è sempre un’esperienza piacevole.

Quando e come vi siete conosciuti?

La Santeria è nata al bar e non poteva essere altrimenti visto che è il posto dove passiamo il 95% del nostro tempo.

Il nome della band invece com’è nato?

La Santeria è una religione che nasce nel cinquecento fra gli schiavi africani ai quali gli spagnoli vietavano di professare la loro religione. Finsero quindi di praticare la religione cristiana celando l’adorazione per i propri dei dietro l’iconografia cattolica.

Credo che questa sia una metafora molto moderna di come viviamo noi. Cioè che nascondiamo la nostra vera essenza. Per i motivi più svariati.

Ci piaceva questo concetto e l’abbiamo scelto.

Siete nati come una cover band, poi cos’è successo?

Poi non eravamo abbastanza bravi per fare delle cover credibili e abbiamo dovuto buttarci su roba propria.

Cosa significa per voi il punk?

Quando, da teenager, abbiamo iniziato ad ascoltare il punk era già diventato un fenomeno mainstream, e aveva ormai perso qualsiasi messaggio, politico e sociale, degno di nota. Quindi per noi non ha un significato molto profondo, se non che ci piace musicalmente.

Un vostro concerto che ricordate in maniera particolare?

Sicuramente quello all’Enfant Prodige di Lonigo (VI). Non c’era NESSUNO. Non è una esagerazione, proprio nessuno. Abbiamo suonato per il proprietario e per i camerieri.

C’è una città o un Paese nel quale vi piacerebbe particolarmente suonare?

Ci piacerebbe molto suonare a Francoforte sul Meno. È una città che ci è sempre piaciuta molto. Piena di vita e di contraddizioni.

A proposito, avete qualche data live in programma?

Abbiamo chiuso la stagione live estiva il 10 ottobre a Padova assieme a La Sindrome di Peter Punk. Ora abbiamo deciso di dedicarci al nuovo album, per cui niente live fino alla prossima estate, almeno.

Quali sono i vostri prossimi progetti musicali?

Come detto, stiamo lavorando al nuovo disco. Impossibile dire quanto ci vorrà. Nel frattempo faremo uscire qualche singolo nei prossimi mesi.

Grazie mille per il vostro tempo, volete aggiungere qualcosa per chiudere l’intervista?

Supportare il punk, dai. Anche se è fuori moda, ormai. Per favore.

MARCO PRITONI

Band:
Alessandro Butch Baccelle – voce e chitarra ritmica
Michele Marchetto – chitarra solista
Federico Baratelli – basso
Alberto Martina – batteria e seconda voce

FOTO: Andrea Depaoli

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