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FRANCESCO BACCINI – Intervista al cantautore genovese

FRANCESCO BACCINI – Intervista al cantautore genovese

In occasione dell’uscita del nuovo album di Francesco Baccini, “Archi e Frecce”, ho avuto l’occasione di fare una simpatica chiacchierata con il cantautore. CI ha raccontato della sua storia, del nuovo album dove ha al fianco solo le Alter Echo, un quartetto d’archi e il chitarrista  Michele Cusato, una nuova veste di alcuni dei suoi brani. Di seguito l’intervista.

Ciao Francesco, benvenuto su Tuttorock. Prima di parlare del presente vorrei tornare con te indietro nel tempo. Come nasce il Francesco Baccini cantautore?
Ciao Fabio, eccomi, sono pronto, ho studiato, penso di saperle tutte! Sto in giro con i miei cani, ne ho tre, ma sono pronto. Come nasce il Francesco Baccini cantautore? Nasce da un  percorso molto particolare e strano se vogliamo. Nasce da quando ero bambino ed iniziai a studiare musica classica e devo ringraziare mio padre che ha fatto dei sacrifici enormi, alla fine degli anni 60 una famiglia di operai che ti paga le lezioni di pianoforte è solo da ringraziare. Ho fatto 8 anni di classica e ho dato gli esami da privatista al conservatorio. Io a 15/16 anni non ascoltavo la musica leggera che ascoltavano tutti, ascoltavo musica classica, il mio primo concerto della mia vita è stato di Uto Ughi. Alcuni miei amici invece ascoltavano i Pink Floyd, i Genesis, gli Emerson, Lake & Palmer, ma anche i cantautori come Edoardo Bennato, Fabrizio De Andrè, Francesco De Gregori e Francesco Guccini. Quindi di rimbalzo seguivo anche io questi gruppi, anche se non era il mio mondo. Ho iniziato anche io ad ascoltare e a scoprire prima il blues e poi il rock, ma poi ho iniziato a volerlo suonare. Pensa che il mio insegnante mi bacchettava le mani quando provavo a suonare quei generi di musica, perché la dottrina classica ai tempi era molto rigida. Ho abbandonato poi glu studi classici e mi sono concentrato sul blues e sul rock ed ho iniziato a cantare, anche se ai tempi, avevo 21 anni, non avevo mai cantato prima di allora. Scopro così di saper cantare e ho iniziato a cantare i musical, o meglio opere rock come “Tommy”, “Quadrophenia”, “Jesus Christ Superstar” ed il mio modo di cantare deriva proprio da quelle opere rock. Infatti se ascolti bene il mio primo album “Cartoon” ha quelle influenze, ma anche di Billy Joel, un artista che amo molto per la sua poliedricità. Il mio stile deriva di più dalla musica anglo-americana, non da quella italiana.

Infatti il tuo stile è lontano dal cantautorale più classico!
Si, ho cercato di cucire su misura le mie influenze creando un mio stile. Quando mi sono stufato di cantare i brani degli altri ho iniziato a scrivere  pezzi miei, molto strani per i tempi passati. Nelle mie canzoni a volte ci sono tre tempi diversi, non  c’è una linea normale e spesso facevo impazzire i discografici che per loro i miei brani erano strani e difficili da passare per radio o altro.

Poi nel 1990 hai avuto il grande successo insieme a Paolo Belli e ai Ladri Di Biciclette con “Sotto Questo Sole”. Che ricordi hai di quel periodo?
Ma sai, è stata una conseguenza, io avevo già vinto il Premio Tenco neo 1988 e anche nell’89 l’ho rivinto con “Cartoon”, album che ho fatto con Andrea Braido ne ho fatti altri sei con lui. Lui è un chitarrista formidabile, lui passa dao jazz all’heavy metal. Mi serviva un musicista così, duttile, u musicista che impersonificasse tutte le mie idee, io passo dal pop allo ska, dal blues ad infiniti generi musicali e lui mi ha aiutato moltissimo a sviluppare le mie idee. È nato quindi questo mio mondo musicale, un mondo che condividevo con Andrea Braido, io gli facevo sentire il mio brano con il pianoforte e con lui sviluppavamo le chitarre e tutto il resto. Ero riuscito a creare un mio genere musicale lontano dagli anni 80, anche se parliamo di fine anni 80.

Poi tante altre collaborazioni da Fabrizio De Andrè a Luci Dalle, che ricordi hai?
A me piace giocare, perché la musica è anche gioco, soprattutto gioco. Ricordo dei bellissimi momenti. Loro nella mia adolescenza hanno significato molto, sono artisti che seguo quando ero giovane e aggiungerei an che Enzo Jannacci. Sono poi diventato loro amico e collaborare con loro è stato fondamentale. Erano tutti più grandi di me, anche se con alcuni anche di poco, ma io ero attratto dal loro modo di fare. Sono sempre stato vicino come idee a chi era più grande di me, allora ero un giovane più vecchio, mentre oggi sono un vecchio più giovane.

La musica fa rimanere giovani non trovi?
Certamente, ti fa rimanere giovane dentro, non scherziamo, esiste la musicoterapia, la musica ti cura, ti guarisce! La musica è tutto!!

Parliamo ora del presente, è uscito il tuo nuovo singolo “Naviganti Di Te”, parlami di questo nuovo singolo che fa parte del tuo nuovo album.
Questa è una canzone che era già in un album del 2007, ai tempi la volevo fare uscire come singolo, ma la casa discografica mi bocciò l’idea perché per loro era poco radiofonica. A me sinceramente se era radiofonica o meno non importava niente. Io i primi tre album li ho scritti e interpretati come volevo io, invece poi la mia casa discografica premeva per brani più commerciali e radiofonica. Infatti dopo il 2007 sono stato fermo senza pubblicare i dischi perché a me non è mai interessato fare canzoni radiofoniche o da classifica. Già allora per me quel brano doveva essere senza sezione ritmica, con degli archi e acustica, ma 10/15 anni fa era impensabile in Italia fare qualcosa del genere, dovevo per forza scendere a compromessi. Ho preso quindi la strada dl cinema, sia come attore che come compositore di colonne sonore, perché mi dava più libertà. Quindi ho voluto farlo ora, creando un album con alcuni brani inediti e altri che fanno parte del mio repertorio ma che non sono mai usciti come singoli e altri ancora che sono più conosciuti. Nel nuovo album c’è la summa di me stesso, passato, presente e futuro.

Nel disco collabori con le Alter Echo e con  Michele Cusato alla chitarra, perché questa scelta?
Si ho collaborato con le Alter Echo String Quartet, quattro ragazze di Genova e con  Michele Cusato, chitarrista molto brano. Ma già avevo eseguito con loro dal vivo alcuni miei vecchi brani. Ho sempre avuto una band rock, chitarra, basso, batteria, tastiere, ecc. Ma stavolta ho voluto provare a rileggere il tutto con un quartetto d’archi e un chitarrista. Con Roberta, la violista ci conosciamo    da circa dieci anni. L’idea mi venne vedendo uno degli ultimi concerti di Lucio Dalla che reinterpretava alcuni dei suoi brani in versioni diverse e più intimiste.

Perché il titolo “Archi e Frecce”? A chi sono indirizzate le frecce scoccate dal tuo arco?
E’ un gioco di parole, perché faccio il tour con un quartetto d’archi, loro ci mettono gli archi ed io le frecce. Diciamo a nessuno in particolare.

Quando è prevista l’uscita dell’album e se hai già in programma un tour.
Si, assolutamente si, ci sarà un tour anche molto lungo, prevedo un tour che andrà avanti per circa due anni e l’album uscirà intorno al 20 aprile e sicuramente farò uscirà anche un secondo singolo. Sarà in versione CD e doppio vinile, oltre che in digitale, è un lavoro abbastanza lungo, circa 75 minuti.

Visto che mi hai dato l’input parlando del vinile, cosa penso di questo nuovo interesse del vinile? Moda passeggera o vera riscoperta?
Ormai spero di no, è un po’ di anni che è tornato l’interesse. E’ un oggetto molto più bello del CD, ma anche il suono è diverso, quello del vinile è più caldo, inutile negarlo. Sono completamente favorevole e molto contento.

I tuoi testi sono spesso impegnativi e significativi. Se dovessi cantare gli ultimi tre anni tra pandemie, guerre, cambiamenti climatici, ecc., come li canteresti?
La vita mi ispira a scrivere canzoni. Come li canterei? Un bel casino, un mondo negativo e che no si sa come andrà a finire. Non ci sono più certezze e quando crollano le certezze è un guaio. C’è una guerra alle pprte che potrebbe allargarsi o forse no. Purtroppo, oggi sono i soldi e il potere che rendono il mondo pericoloso. Io comunque cerco di cantare di temi sociali, non di politica, di questa o l’altra politica. L’artista è uno spirito libero e così dovrebbe sempre essere.

So che hai anche una grande passione per il cinema!
Si, una grande passione, infatti da fine marzo ho in iniziato un progetto che è un docufilm che è un giro di specchi tra me e Luigi Tenco, è su Amazon Prime e mostro un’immagine di Tenco diversa da quella che si conosce. Si parla di Luigi Tenco che oramai è morto da circa 50 anni, solo della sua morte, difficilmente di quello che ha fatto e ci ha lasciato, la maggior parte della gente conosce molto poco di Tenco. Vi invito a vederlo, perché Tenco in realtà era il contrario da quello che è stato descritto, era ironico, amante della vita, una bellissima persona.

Grazie Francesco. Chiudi l’intervista come vuoi, un messaggio ai tuoi fan e a chi ascolterà il tuo nuovo album.
Continuate a seguire la musica che è vita e imparate a scegliere la musica, perché oggi manca la guida all’ascolto, una volta era compito delle radio, ma oggi è purtroppo tutto diverso. Si sta perdendo il gusto di scoprire, oggi i giovani prendono quello che gli viene proposto e direi anche imposto.

FABIO LOFFREDO

Francesco Baccini: Voce
Michele Cusato: Chitarra e arrangiamenti
Alter Echo String Quartet:
Marta Taddei: Violino
Noemi Kamaras: Violino
Roberta Ardito: Viola
Rachele Rebaudengo: Violoncello

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