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ETTA – Intervista alla giovanissima cantautrice ‘stressata’ dall’indole rock

ETTA – Intervista alla giovanissima cantautrice ‘stressata’ dall’indole rock

Etta è il nome d’arte di Maria Antonietta Di Marco, cantautrice campana che con “Stressata” fa il suo esordio nel mondo del rock. La cantante, nota al grande pubblico per aver partecipato a X Factor, nel 2021, e per aver vinto Area Sanremo, descrive nel suo brano “Stressata” il suo perenne stato di tensione, comune a molti giovani della sua età che soffrono di disturbi d’ansia. Dall’indole rock ma con un occhio che guarda alla sua generazione e al pop, ma non a quello convenzionale, lei lo chiama extreme pop, e forse ha proprio ragione. E’ stata inserita nelle playlist editoriali New Music Friday e Rock italia di Spotify e playlist novità Rock di Amazon Music. Ho avuto il piacere di intervistarla e dui seguito il resoconto dell’intervista.

Ciao e benvenuta su Tuttorock. Presentati ai nostri lettori, come nasce la tua passione per la musica e per il canto?
E’ nata con me. Sono stata sempre attratta dalla musica di qualsiasi forma, i miei mi raccontano che da piccola passavo le ore seduta a fianco alla chitarra di mio padre.

Il tuo singolo è “Stressata”, quale è il suo significato?
Stressata mi rappresenta totalmente. Sono una giovane ragazza paranoica e lunatica, amo il mio stress e ci convivo alquanto bene, la cosa che proprio non sopporto è quando il mio essere nevrotica o “stressata” viene associato alla domanda: “Hai le tue cose”? Così ho scritto un pezzo, una canzone che parla di quando ho il ciclo, gli ormoni a palla e troppo stress nelle vene, normalizzando l’intera cosa.

E’ un brano molto rock, quali sono i tuoi gusti musicali?
Mi piace la bella musica, di qualsiasi tipo. E non parlo della bella canzonetta, ma di quella musica che ti penetra e ti lascia qualcosa dentro per sempre. I miei ascolti variano dal cantautorato al Metal, dal POP di Ariana Grande al folk dei Modena City Ramblers.

Il singolo precede un EP, puoi anticipare qualcosa sia per quanto riguarda la musica che per i testi?
L’EP è uscito il 9 dicembre e prende il nome della cosa che più riempie la nostra vista oltre all’amore: STRESS. Sarà un mix di elettronica, chitarroni distorti, bassi sporchi e taglienti con un cantato pungente, al limite del fastidioso. Stress si muove tra sonorità punk, funk, pop e nu metal. Ho parlato in questo EP di ansia, di accettazione del passato, di perdite strazianti, di violenza di genere e di tradimenti, il tutto condito con un pizzico di ironia.

Tornando al singolo, la tua generazione, quindi i giovani, come sta vivendo questo periodo buio della nostra storia?
Sicuramente c’è molta irrequietezza. Siamo stati bombardati da guerre, pandemie, oppressioni e spesso siamo vittime di clientelismi vari, il tutto arrivato, assorbito e passato con una velocità paurosa. Il nostro mondo è frenetico, va veloce e ciò lo dobbiamo alla nostra predisposizione alla tecnologia ma anche ad un rinnovo costante di idee. Insomma ci rinnoviamo, cambiando qualcosa di noi e delle nostre abitudini e banalmente anche dei nostri ascolti o delle nostre mode.

Come è stata la tua esperienza ad X Factor e ad Area Sanremo?
Super positiva! Sono state due esperienze che mi hanno resa più forte e hanno tracciato la direzione verso la mia nuova musica.

La tua meta è il Festival di Sanremo?
Il mio scopo è arrivare. Arrivare a più gente possibile, arrivare a vivere della mia musica.

Quanto è importante per te suonare dal vivo e il contatto con il pubblico?
Io scrivo canzoni per cantarle agli altri e non per tenerle in un cassetto. Vedere il passaggio diretto da me agli altri senza un altro mezzo seppur utile fatuo, come spotify, mi regala una magia indescrivibile. La mia musica ha più senso dal vivo.

Hai sogni nel cassetto e altre passioni oltre alla musica?
Purtroppo la musica è un’ossessione che non ha lasciato spazio ad altro. Sogni nel cassetto “avoglia”, ma sono scaramantica.

Ti senti più una rockwoman o un’artista pop?
Mi sento un’ ESTREMA. Mi muoverò sempre nell’estremità di qualsiasi genere per esprimere quello che ho dentro. Poi se gli altri mi vedranno rock, pop, urban o altro sarà giusto così.

Chiudi l’intervista come vuoi, un messaggio a chi leggerà l’intervista ad entrare nel tuo mondo musicale.
Non so se conviene entrare nel mio mondo musicale, fatto di paranoie, insicurezze, tanta rabbia e sofferenze. So però che ho imparato ad esorcizzare ogni cosa con la mia musica, sparandomi un po’ di autoironia qui e là. Quindi per chi sceglie di seguirmi, preparatevi a un viaggio turbolento ma memorabile.

FABIO LOFFREDO