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ANDREA DI DONNA – Intervista al cantante

ANDREA DI DONNA – Intervista al cantante

In occasione dell’uscita del suo nuovo singolo “CADILLAC” ho intervistato ANDREA DI DONNA.

Buongiorno Andrea, piacere di averti sulle pagine di Tuttorock. Mi verrebbe, innanzitutto, da chiederti quali sono stati i tuoi primi ascolti giovanili che ti hanno indirizzato alla musica.
Ciao, piacere mio! Sono stato indirizzato alla musica da quando ero piccolissimo. La musica è sempre stata una via d’uscita da qualcosa da cui volevo evadere e una chiave d’accesso a qualcosa in cui volevo entrare. Non sono mai stato “il patito di quel genere”. Ho sempre mantenuto un sostanziale distacco dalla musica in quanto a tecnicismi, e non sono mai stato ossessionato da uno strumento specifico. Amo tutto ciò che è bello e funziona. Tutto ciò che risponde a queste caratteristiche mi accende. C’entrano molto anche il cinema e il teatro. In sostanza: la voglia di giocare, sedurre e divertire. 

La decisione di intraprendere la carriera musicale professionistica come è nata? Quale percorso hai seguito?
Non mi ritengo un professionista. Resto un profano che si diletta con degli strumenti. L’unico percorso istituzionale che ho intrapreso è l’università, triennale in lettere e specialistica in musicologia, per il resto ho fatto finta. 

La tua carriera musicale mi pare sia strettamente intrecciata al campo teatrale e cinematografico, come vivi questi tuoi molteplici interessi? Se dovessi metterli in ordine di importanza?
Ognuno di questi interessi è posto su piani diversi. Ma sono tutti in qualche modo connessi: la musica è teatro, e senza musica il cinema è una rottura di scatole. Anche la pantomima ha una musica dentro. Quindi diciamo che se dovessi fare una gerarchia, porrei la musica al di sopra delle altre due arti. Ci sono battute di cui si potrebbe ridere e che in un’infinità di casi non fanno ridere solo perché la voce non è ben riscaldata e il ritmo non è esatto. Altre che di per sé non sono divertenti ma fanno ridere perché la voce e il ritmo stanno bene. La musica è la prima vera testimonianza del benessere o del malessere di una persona: la prima cosa da prendere in considerazione quando si vuole davvero valutare la qualità dell’essere e del fare. 

Sicuramente sarà stata una soddisfazione entrare nel film di Aldo, Giovanni e Giacomo, come è nata questa opportunità?
Sicuramente è stata una grandissima opportunità, ma è passato tanto tempo. Era un altro me. Preferisco parlare di oggi e del futuro. 

Veniamo al tuo nuovo singolo, Cadillac, fresco, diretto, senza tanti fronzoli, cosa ti ha ispirato e come è nato il pezzo?
Il pezzo è nato senza motivo. Semplicemente è uscito il motivetto mentre ero intento nel cavar fuori da me qualcosa. Quando è uscita lei ero nel mio salotto. Ho provato una forte emozione. L’ho incisa subito e male. Nei mesi successivi ho avuto modo di entrare in contatto con Fabio Rizzo (Indigo Palermo). Gli ho inviato la mia produzione (il mio mix) e le tracce separate. Lui gli ha dato apertura, respiro e profondità. Insieme abbiamo fatto un ottimo lavoro direi. Si tratta comunque di una produzione casalinga, che rispecchia a pieno la voglia di pubblicare le cose lasciandole così come sono nate. Una pazzia. 

Il testo del brano è molto attuale e parla di temi consueti della nostra vita quotidiana, pensi di affrontare altre tematiche in futuro?
Non penso sia attuale. Sarebbe troppo complesso scrivere di cose attuali e farlo con ingenuità, ovvero con poesia. Solo pochi ci riescono e io non sono uno di loro. Il testo di Cadillac è un insieme di belle frasi uscite senza cervello.

Progetti futuri?
Scrivere la canzone del secolo e restare alternativo.

MAURIZIO DONINI

Band:
Andrea Di Donna

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