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THE ZEN CIRCUS – Il Fuoco in una Stanza

THE ZEN CIRCUS – Il Fuoco in una Stanza

Quando si parla di musica rock i più intransigenti sostenitori del genere, pensano di trovare il meglio oltrepassando i confini nazionali, io invece oramai dopo anni di dedizione anche all’ascolto, penso che si possa considerare una regione come la Toscana, come tra le più produttive a livello nazionale nel dare origine ad un eterogeneo ventaglio di proposte musicali. Pur non andando troppo in là, e rimanendo tra i nomi più noti, saltano perciò alla mente formazioni come Diaframma (già in rodaggio dalla fine degli anni ’70), Litfiba (che nella prima metà degli ’80 si preparavano il terreno) o anche Bandabardò (scoperta dall’ex Litfiba Giovanni Maroccolo) che con il suo folk-rock, ha portato non poche novità nell’ultima decade dello scorso millennio.  Gli anni ’90 sono un ottimo calderone per dare una rinverdita ai fasti del rock tricolore e gruppi come i Verdena e The Zen Circus ce ne hanno dato testimonianza attraverso una nutrita discografia ed un’attività live di tutto rispetto.

Andrea Appino (chitarrista e vocalist) ha da sempre in mano le redini del gruppo che è passato dal 1994, attraverso diverse denominazioni (con The Zen sono stati pubblicati i due spontanei e rudi lavori degli inizi come ABOUT THIEVES, FARMERS,TRAMPS AND POLICEMEN  -1998 – e “ VISITED BY THE GHOST OF BLINDIE WILLIE LEMON JUICE NAMINGTON IV – 2001 -su Ice For Everyone), per trovare una definitiva identità con il discreto alternative di DOCTOR SEDUCTION (cantato anche questo in inglese) uscito inizialmente per la Self nel 2004 e ristampato poi nel 2011 con l’impareggiabile Rock Candy. Gli inossidabili Appino (dalla voce alla chitarra passando per le tastiere) ed il bassista Ufo (la batteria di Teschio già da DS è suonata da Karim Qqru) negli anni a venire fanno uscire LIFE AND OPINION …. (I Dischi de l’Amico Immaginario – 2005 -) e l’inequivocabile ANDATE TUTTI A… (Unhip – 2009 -) in cui le ruvide sonorità vengono ad essere modellate vicendevolmente con la lingua italiana che aiuta non poco a conferire al gruppo, un’identità che fino ad allora non aveva ancora raggiunto. Il percorso è segnato e da CANZONI CONTRO LA NATURA e LA TERZA GUERRA MONDIALE (rispettivamente del 2014 e 2016 su La Tempesta), i binari percorsi non si discostano da quanto realizzato precedentemente, se non per il consolidato orientamento verso suoni tutt’altro che omologati, facilitando al gruppo il compito di dimostrare un’acquisita vocazione verso la forma canzone ed un conseguente riconoscimento da parte di un pubblico più ampio.

Con il monicker definitivo e se si eccettua il mini METAL ARCADE VOL. 1 del 2012, l’ultimo disco degli Zen Circus risulta essere l’ottavo. Tredici brani ove l’esuberanza sonora che ha contraddistinto il gruppo nel passato, viene ad essere riproposta rendendosi subito riconoscibile, permettendo ad un groove più attuale, di decrescere a vantaggio di una proposta melodica più compiacente e tutt’altro che banale. Testi ove il contenuto sociale riesce a dividersi il campo con liriche in grado di far rispettare l’ascoltatore maturo, e che comunque ambiscono con capacità a far riflettere anche i più giovani consentendo ai frammenti di analisi che spaziano anche in ambiti personali, giovandosi di una tensione emotiva capace di essere urticante quanto basta e priva di inutili contorsioni strumentali. È sicuramente il momento giusto per tirar fuori un prodotto diretto e senza molti fronzoli, capace in maniera disinvolta di concepire musica in grado di colpire, magari non all’istante, ma di mantenere l’attenzione, anche quando il disincanto sembra prendere il sopravvento. Infatti, una ironica filastrocca come “Il Mondo come lo vorrei” mette in luce tutta la voglia di far sorridere, indugiando in una leggerezza ritmica ed un amore per le orchestrazioni che magari possono anche spiazzare. L’abrasiva introduzione di “Quello che funziona” (dedica dolce/amara alla Capitale), un brano in grado, nel contempo, di far ballare ma anche di far respirare una certa aria di Seattle che potrebbe sembrare alquanto lontana. Pienamente in linea con quanto appena sentito è “Emily No” che sembra richiamare più la “Molly’s Lips” dei The Vaselines che la versione riproposta ed assurta a maggior celebrità dei Nirvana, facendosi apprezzare per un’asciuttezza ritmica che dà manforte ad una scanzonata dedica all’universo femminile. La visione pop-rock dei TZC esce in maniera sorprendente con “Rosso e Nero”, caratterizzato da un bilanciato intreccio vocale/strumentale in cui convergono illusioni e propositi in cui è facile ritrovarsi, mentre il ruolo di brani più riusciti del disco viene lasciato a parere di chi scrive, a “Panico” (easy listening di qualità), “La Teoria delle Stringhe” (a dir poco frenetica) ed il primo singolo “Catene”, un’intensa ballad che si potrebbe anche pensare fuoriuscita dal disseppellimento degli archivi di un certo Rino Gaetano.

CLAUDIO CARPENTIERI

Tracklist:

  1. Catene
  2. La Stagione
  3. Il Mondo Come lo Vorrei
  4. Sono Umano
  5. Il Fuoco in una Stanza
  6. Low Cost
  7. Emily no
  8. Rosso o nero
  9. Quello che Funziona
  10. Panico
  11. La Teoria delle Stringhe
  12. Questa non è una canzone
  13. Caro Luca

Note:
Tommaso Novi: Pianoforte in “Caro Luca”, “Il fuoco in una stanza” e “Il mondo come lo vorrei”.Giorgia D’Eraclea: cori in “Il mondo come lo vorrei”, “Sono Umano” e “Questa non è una canzone”.Andrea Pachetti: cori in “Il mondo come lo vorrei”, “Quello che funziona”, “Panico”, “Questa non è una canzone”, “Low Cost”, “Catene”, “La Teoria delle stringhe”.Orchestra in “Il fuoco in una stanza”, “La stagione”, “Il mondo come lo vorrei” e “Caro Luca” arrangiata e diretta da Carlo Carcano.
Si ringraziano i ragazzi e le ragazze del Nuovo Teatro delle Commedie di Livorno per “Sono Umano”.
Produzione artistica: The Zen Circus.
Registrato da Andrea Appino ed Andrea Pachetti al 360 Factory Studio di Livorno.
Mixato da Andrea Appino, Andrea Pachetti e The Zen Circus al 360 Factory Studio di Livorno.
Masterizzato da Andrea De Bernardi presso Eleven Mastering di Busto Arsizio (MI).
Foto di copertina di Ilaria Magliocchetti Lombi, postproduzione di Fabio Timpanaro. Progetto grafico di Iacopo Gradassi.
Testi: Andrea Appino
Musiche: The Zen Circus.

Band:
Appino – voce, chitarre.
Ufo – basso, voce.
Karim Qqru – batteria, voce.
Maestro Pellegrini – chitarre, voce.
Label: Woodworm label
Distribuzione: Active First
Release date: 2 marzo 2018

Contatti:
https://twitter.com/zencircus
https://www.facebook.com/pg/andreaappino