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Recensione Nils Frahm All Melody

Recensione Nils Frahm All Melody

Ci voleva anche Jack White a ribadirlo per l’ennesima volta. La solita tiritera del rock che è arrivato ad un binario morto, che non trova nuova linfa vitale, e che necessita irrimediabilmente di guardare altrove per arricchirsi e provare finalmente a dire qualcosa di nuovo. Ed ha dannatamente ragione.
Non c’è da stupirsi infatti che i lavori più innovativi arrivino da generi a prima vista decisamenti lontani dal rock, ma dai quali non si farebbe male a prendere ispirazione.
Un personaggio che da anni sta rivelandosi una fucina di creatività e fertilità artistica, e che quindi non si ci può permettere di ignorare, è senza dubbio Nils Frahm, l’autore del disco di cui parliamo oggi: All Melody.
Nils è senza dubbio una dei talenti più sfavillanti della nuova avanguardia berlinese, in particolar modo per quanto riguarda la scena neo-classica.
Il suo rapporto non convenzionale con il pianoforte e le sue chirurgiche sezioni elettroniche ne fanno il suo marchio di fabbrica, ma con questo lavoro si è fatto un ulteriore passo in avanti.
All’origine di questo nuovo lavoro c’è il nuovo  studio di registrazione di Nils, Saal 3 presso lo storico edificio Funkhaus di Berlino. Frahm ebbe l’opportunità di lavorare negli studi di della Funkhaus mentre registrava  la colonna sonora del film Victoria ( regia di Sebastian Schipper ) e si disse totalmente sopraffatto dall’acustica di quel luogo, la migliore che avesse mai sperimentato. Decise quindi traslocare il suo studio lì, dove ha passato gli ultimi due anni distruggendo e ricostruendo spazi, cablature e circuiti elettrici. Doveva essere tutto perfetto, in modo da poter rendere concreta la musica che aveva in testa. Una musica libera, in continua evoluzione, senza limitazioni spaziali né di concetto. Ed è questo che differenzia più di ogni altra cosa “All Melody” dalle precedenti opere, tutti dei concept album. In “All Melody la libertà e l’improvvisazione sono al comando, ma questo non significa che tutto non sia curato nei dettagli. Brani come Kaleidoscope, #2 e la splendida titletrack vibrano di mille sollecitazioni elettro-acustiche. Piano e sintetizzatore si rincorrono e si intrecciano, creando fitte maglie di note che viaggiano su ritmi cangianti. Un’ispiratissima verticalità musicale domina l’atmosfera, pur mantenendo un certo minimalismo cromatico. Altre tracce come My Friend The Forest mostrano invece ampi spazi che si dilatano fra una nota e l’altra, mostrando quindi una sorta di bipolarismo con la natura dei pezzi precedenti. Questa fa venire in mente un disco come Rock Bottom di Robert Wyatt. Seppur stilisticamente distanti anni luce, anche il cosiddetto disco “acquatico” del genio inglese giocava sul concetto di open-space sonoro, facendo da contraltare sia a se stesso che a tutto il repertorio prodotto nella militanza fra Soft Machine e Matching Mole, estremamente denso.
Tornando a Frahm c’è da dire che in “All Melody” si è sentito talmente libero da infrangere una delle sue regole, ossia il non far partecipare altri artisti nei suoi lavori da solista.
Qui sono presenti infatti splendidi cori femminili, una tromba, una marimba e varie percussioni particolari che insieme al piano, ai sintetizzatori, alla drum machine e al pipe-organ  ( costruito da Nils ) compongono un’inedita tavolozza di colori.
Interessanti sono anche le parole che Frahm pronuncia riguardo questo album una volta ultimato. Spostando la sua attenzione non solo su quello che è, ma soprattutto su quello che non è. In quanto l’idea di musica che aveva in testa una partorita e registrata , è diventata qualcosa di diverso rispetto all’origine. Concludendo con: “La musica che sento dentro di me, non potrà mai finire su disco, sembra che possa suonare solamente per me stesso”
Insomma Nils Frahm, oltre ad essere una delle stelle più brillanti di questo nuovo panorama musicale, in questo momento è senza dubbio un portatore sano di sperimentazione, innovazione e soprattutto di “idee”. Ragion per cui qualcuno dovrebbe guardarlo con attenzione per cercare di trovare nuove ispirazioni e linfa vitale, un po’ come ha detto Jack White.   

di Francesco Vaccaro

Tracklist:

  1. The Whole Universe To Be Touched
  2. Sunson
  3. A Place
  4. My Friend The Forest
  5. Human Range
  6. Forever Changeless
  7. All Melody
  8. #2
  9. Momentun
  10. Fundamental Values
  11. Kaleidoscope
  12. Harm Hymn

Label: Erased Tapes Records / Self

Link utili:
http://www.nilsfrahm.com/
https://www.erasedtapes.com/