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DILIS – INFINITE FORME DI SALVEZZA

DILIS – INFINITE FORME DI SALVEZZA

“Infinite forme di salvezza è un monito per chiunque cerca la sua di salvezza, perchè sono infiniti i modi e le forme, ed è possibile trovarla ovunque se siamo bravi a cercarla”, così Dilis, nome d’arte di Pietro Di Lietro, cantautore e polistrumentista classe 1983 originario di Castellammare di Stabia in provincia di Napoli, presenta il suo nuovo disco che arriva quasi dieci anni dopo l’Ep d’esordio “L’alba negata”.

7 brani scritti molto intimi e personali, che raccontano la genesi e la fine di una storia d’amore attraverso tutte le sue fasi. Una sorta di concept in cui la “salvezza” non si riferisce alla storia d’amore raccontata nell’album, ma sono le stesse canzoni ad essere la forma di salvezza del protagonista, in particolare per affrontare e superare un momento molto buio della sua vita (i brani sono stati scritti durante un periodo di lotta contro una grave malattia).

Di fatto, le sette tracce del disco, sono state la soluzione per dedicarsi alla musica e uscire fuori dal tunnel della depressione.

Infinite forme di salvezza” è pubblicato da Disordine Dischi e gode della produzione artistica di Bruno Piscicelli (Brian Noize), il quale ha confezionato il giusto vestito sonoro alle bozze di brani inizialmente concepiti in solo in Piano/Acustica e voce. Agli arrangiamenti elettronici iniziali poi si sono aggiunti Ilaria Scarico al basso, Gianluca Timoteo alla batteria, Dario Patti al violino e Michele de Finis alla chitarra elettrica. Si tratta quindi di un lavoro corale, in cui ognuno alla fine ha contribuito con le sue idee alla stesura finale dei brani.

L’artista descrive così le tracce:

Infinite forme di salvezza: “Il brano di apertura del disco, mi piaceva l’idea di utilizzare una chiave di lettura per l’ascolto, un modo per preparare l’ascoltatore alle atmosfere che poi troverà in tutte le altre canzoni, anche per questo motivo prende il nome dell’album”.

Dove finisce la notte: “questa è la prima canzone che ho scritto del nuovo percorso, volevo un brano che avesse come tema principale solo il ritornello ma che non risultasse troppo ripetitivo, ho immaginato una camera da letto, dalle finestre i rumori della notte che iniziano ad affievolirsi ma niente ha importanza se non quello che accade nella stanza, di spalle il profumo dei capelli che tracciano un confine immaginario tra la notte ed il giorno”.

Naufraghi: “avevo questo giro di accordi da parecchio tempo ma non riuscivo mai a dargli una scrittura ben definita, poi il brano ha cominciato ad evolversi aggiungendo altri strumenti ed arrangiamenti che lo hanno completamente trasformato, il brano parla di un mondo alla rovina e noi naufraghi cerchiamo una bussola per continuare a navigare”.

Cambiare l’acqua ai fiori: “questo brano è nato in una notte, in quel periodo leggevo un libro che si chiama per l’appunto “Cambiare l’acqua ai fiori” di Valerie Perrin, avevo abbozzato da qualche giorno una melodia al piano ed una sera pensando alla storia del libro sono uscite fuori le parole, giusto il tempo di metterle in ordine ed il brano era pronto, il brano parla di un sentimento come quello del rancore che diventa un debito di rabbia che inesorabilmente sfoghiamo sulle persone che più amiamo”.

Ancora noi: “questo invece è un brano che avevo scritto molti anni fa ma che non aveva ancora trovato la sua forma definitiva, mancava sempre qualcosa nella parte strumentale fino a quando non decisi di affidare gli arrangiamenti della chitarra elettrica a Michele De Finis, sembrava un brano costruito proprio per esaltare il suo stile e credo di aver indovinato, il brano parla di temi molto attuali come l’interazione sempre più distaccata tra i social e la realtà”.

Inevitabili distrazioni: “è il brano più complesso del disco, è stato composto un mese prima di entrare in studio, volevo un brano che racchiudesse tutto il mio passato ma che al contempo indicasse la nuova direzione intrapresa, il brano racconta di quello che ci accade mentre siamo afflitti dalla solitudine e dall’illusione che nelle distrazioni si trovi il conforto.”

Goodbye: “questo è il brano che chiude il disco e che chiude la narrazione di questa storia, tutto il disco parla di una storia che nasce e finisce attraverso diverse fasi della sua evoluzione, goodbye è per l’appunto la fine, quando due persone non riescono più a comunicare, non si riconoscono, un addio doloroso ma che sa di rinascita, un nuovo inizio”.

Dilis riesce a trasformare il macigno che abbiamo dentro in una carezza per la nostra anima, la nostra mente e il nostro cuore e lo fa come solo i grandi artisti riescono a fare, alla maniera, giusto per citare due nomi, di Niccolò Fabi e Federico Zampaglione.

Speriamo vivamente di non dover attendere altri dieci anni per un nuovo episodio discografico dell’artista campano perché, in un periodo storico asettico che purtroppo sembra non aver termine, c’è un bisogno vitale di simili opere.

MARCO PRITONI

Tracklist:

01. Infinite forme di salvezza
02. Dove finisce la notte
03. Naufraghi
04. Cambiare l’acqua ai fiori
05. Ancora noi
06. Inevitabili distrazioni
07. Goodbye

Credits:
Testi e musiche: Pietro Di Lietro

Hanno suonato nel disco:
Ilaria Scarico: Basso
Gianluca Timoteo: Batteria
Michele De Finis: chitarra elettrica in “ancora noi” “dove finisce la notte” “inevitabili distrazioni”
Dario Patti: Violino in “Naufraghi” “Inevitabili distrazioni”
Bruno Piscicelli: elettronica, Sintetizzatori, processori di segnale
Produzione artistica: Bruno Piscicelli

Registrato e mixato da Ciro Galante presso il “Soundinside Basement Records” di Frattaminore (Na)
Masterizzato da Andrea Giuliana presso lo Stereo8 Napoli

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