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DESHEDUS – Il Brigante

DESHEDUS – Il Brigante

Il Brigante” è l’album di debutto dei romani Deshedus, musicisti poco più che ventenni che si ispirano ai mostri sacri del prog rock italiano e ne assorbono tutto, compresa l’idea di dar vita ad un concept album che ruota attorno alla figura del brigante, in questo caso colui che vorrebbe avere il controllo su tutto. Già prendendo in mano il vinile (eh sì, i ragazzi hanno scelto questo formato), si capisce subito che ci si trova davanti ad un prodotto di livello, che inizia dalla copertina rappresentante un brigante dagli occhi inespressivi, senza pupille.
La prefazione, con il protagonista che si presenta sulle note di “Sul bel Danubio Blu” di Johan Strauss, lascia spazio al rock vintage raffigurante il degrado ambientale di “Countdown” e a “Mister Tamburino”, un attacco alle generazioni passate che hanno lasciato come eredità, ai giovani attuali e futuri, un mondo colmo di problemi, illusioni, delusioni e miti infranti come quello della vecchia America. Ciò che si percepisce da queste prime note è che i Deshedus ci sanno fare e non poco in fase di composizione e anche in quella esecutiva e lo storico produttore Mauro Paoluzzi (Gianna Nannini, Bluvertigo, Roberto Vecchioni) ha fatto nuovamente centro.
Il lupo e il brigante” rende possibile, attraverso una splendida ballad, l’incontro tra l’animale (il lupo) e l’uomo (il brigante), colui che ha rovinato il pianeta, colui che ha fatto scattare il “Codice rosso”, dove l’elettronica fa un’incursione che dà ancor più risalto al tappeto sonoro.
Inizia quindi la dedica ad un’altra figura maltrattata dall’uomo, la donna, e la band romana lo fa con una trilogia di brani, la stupenda “Viola”, che sembra uscita dalla discografia italiana di 50 anni fa, alla quale fanno da cornice due cover, “Io vorrei…non vorrei…ma se vuoi” di Lucio Battisti e “La cura” di Franco Battiato, due scelte non facili, due prove ostiche ma superate brillantemente. Il tema portante di “Creuza de mä” di Fabrizio De André fa da sottofondo alla voce narrante che chiude l’omaggio alla figura femminile e ci porta sull’ “Attenti!”, traccia rock ironica che ci mette in guardia contro alcune categorie molto pericolose di uomini. “Il matto” è una dedica a quelle persone che vengono considerate pazze e vengono emarginate, ma siamo sicuri che siano loro ad essere sbagliati? Questo brano non avrebbe sfigurato all’interno della discografia dei primi Bluvertigo. L’ottima cover di “Still I’m sad” degli Yardbirds, rivista in chiave floydiana, lascia spazio all’episodio conclusivo dell’album, la speranzosa “Ulisse”, 8 minuti in cui troviamo anche un bellissimo assolo di sax.
Un debut album come non se ne ascoltavano da molto tempo nel nostro paese, ai Deshedus il coraggio non manca, e il coraggio molto spesso viene premiato. Speriamo che anche per loro sia così perché meritano di raggiungere più orecchie e di conseguenza più cuori possibili.

MARCO PRITONI

Tracklist:

01. Preludio
02. Countdown
03. Mister tamburino
04. Il lupo e il brigante
05. Codice rosso
06. Io vorrei…non vorrei…ma se vuoi
07. Viola
08. La cura
09. Interludio
10. Attenti!
11. Il matto
12. Still I’m sad
13. Ulisse

Credits:

Prodotto da Mauro Paoluzzi

Edizioni musicali Warner Music – Divinazione Music

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VOTO

Band:
Voce, Chitarra e Piano: Alessio Mieli
Chitarra e Basso: Gabriele Foti
Chitarra Conduttrice: Federico Rondolini
Batteria e percussioni: Federico Pefumi

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