BARBARISMS – Zugzwang

La Svezia come le grandi praterie americane, il grand Canyon e i monti Appalachi? Stoccolma come Nashville? Non sappiamo niente delle esperienze dirette in terra americana che possono aver ispirato al gruppo svedese dei Barbarism la musica di “Zugzwang”. Certo è che difficilmente, dopo aver ascoltato questo bell’album, si può negare quanto la musica tradizionale statunitense travalichi i confini geografici USA infischiandosene degli steccati di qualsiasi genere, di quanto essa, invece, vada a ispirare, salvo poi venir fuori al momento giusto e nella forma giusta, l’indole artistica di musicisti e autori di canzoni delle nazionalità più disparate che ne replicano magnificamente la bellezza, la profondità e l’espressività. Con quest’album la band di Nicholas Faraone arriva alla sua quarta prova discografica; nove belle songs per circa quarantacinque minuti di ascolto musicale complessivo, il CD, pur non aggiungendo niente, per originalità, alla storia della musica popolare d’oltreoceano, ci è parso, all’ascolto, molto credibile oltre che gradevolissimo. Il disco si muove tra dolci melodie e suggestioni guthriane-dylaniane e sembra trarre momenti di ispirazione anche da cantautori come l’indimenticato Harry Nillson: songs come “I want to change my mind”, “Central Stockholm”, “Another Sunday Morning”, e così via, saranno gradite, c’è da scommetterci, agli estimatori più irriducibili del genere “americana”. L’album esce per Devil Duck Records & A Modest Proposal Records; le liriche, intime e legate anche a esperienze vissute in prima persona, sono del frontman Nicholas Faraone. Oltre che Faraone, i Barbarisms annoverano Tom Skantze e Robin Af Ekenstam, che insieme al primo hanno scritto la musica, registrato e prodotto questo convincente CD.

GIOVANNI GRAZIANO MANCA 

Tracklist: