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ZOOSTAT – Intervista e anteprima video di “Bianca”

ZOOSTAT – Intervista e anteprima video di “Bianca”

In occasione dell’uscita del videoclip del singolo “Bianca”, che anticipa l’album “Crash Test” (Maionese Project / Matilde Dischi) che sarà pubblicato giovedì 9 marzo, ho avuto il piacere di intervistare Giulio Gaietto e Gabriele Serpe, autori, produttori e musicisti genovesi che formano il duo Zoostat.

Attivo dal 2020, il duo propone un elettropop molto personale, canzoni elettroniche con testi in italiano e influenze che spaziano dalla musica techno al synth pop di matrice nordeuropea, dalla canzone d’autore al pop alternativo italiano anni ’90 e ’00. Il sound elettronico è fortemente caratterizzato dal synth modulare progettato e costruito dagli stessi Zoostat e completato dall’utilizzo di drum machines analogiche, elementi di computer recording e tecniche di field recording. Alla produzione musicale il duo affianca la produzione video, una ricerca espressiva incentrata sul sintetizzatore sia audio che video che ha portato gli Zoostat a misurarsi prima con la computer grafica 3D e poi con i moderni sistemi di intelligenza artificiale. Nel 2021 è uscito l’Ep “Cancellature” accompagnato dal videoclip in CGI (Computer generated imagery) della title track. A gennaio 2023 il singolo “Senza parlare” e il videoclip realizzato con l’ausilio dell’intelligenza artificiale.

Ciao ragazzi, benvenuti su Tuttorock, “Crash Test” è il vostro nuovo album anticipato da “Bianca”, che riscontri state avendo da questo singolo?

Ciao Marco, grazie mille!

GABRIELE Sì, e prima di “Bianca” anche “Senza parlare”, singolo e video. Oggi l’anteprima del video di Bianca, domani l’album… Il viaggio di Crash test è appena all’inizio. Anche se ormai i tempi delle canzoni sembrano essere usa e getta tipo i fazzoletti per soffiarsi il naso, noi vogliamo ragionare più sul lungo periodo. Sappiamo di non produrre per la New Music Friday per intenderci. Pensiamo che due settimane dall’uscita di una canzone non siano nulla e scriviamo immaginando una vita molto più lunga.

GIULIO Però abbiamo già riscontrato nelle persone che lo ascoltano un aumento delle percezioni neurosensoriali, con elevata attività nella zona entorinale. Questo ci ha portato a pensare che non solo il brano aiuti a passare momenti di svago ma probabilmente aiuta anche a prevenire malattie come l’Alzheimer (ride – ndr).

Un brano nato da quale idea?

GABRIELE “Bianca” è ispirato ad una antica storia che viene fatta risalire alla tradizione sufi. Le pecore che vedono altre pecore finire al mattatoio scappano dal gregge. Ma se chi le deve mangiare riesce a convincerle di essere una un leone, l’altra un’aquila, l’altra ancora un umano… allora torneranno tutte all’ovile ogni sera senza timore, perché penseranno che il mattatoio è la fine delle pecore, non la loro.

Nelle tracce dell’album si sentono gli echi del synth pop degli anni ’80, che vanno a dar vita ad un interessante ibrido con le sonorità dei decenni a seguire, è però la matrice elettronica l’elemento più importante per voi musicalmente parlando?

GIULIO Senza dubbio l’elettronica è l’ambito in cui ci troviamo più a nostro agio e che ci stimola maggiormente dal punto di vista delle sonorità. Abbiamo background che provengono da altri generi, il cantautorato ad esempio, o il rock, la new wave, che per forza di cose ci influenzano. Diciamo che in questo album l’elemento dei testi è sicuramente altrettanto importante di quello musicale.

Qual è invece il vostro rapporto con il mondo dei video, fate uso della cosiddetta intelligenza artificiale, avete mai pensato di dar vita ad un concept album con tanto di film in 3D annesso?

GIULIO Il video è uno degli aspetti più stimolanti della produzione, il fatto di poter arricchire un brano con la suggestione che solo le immagini possono creare è sempre fonte di grande soddisfazione. L’intelligenza artificiale poi sta rendendo possibili cose fino a poco tempo fa piuttosto complicate se non impossibili, e questo fa sì che tu stesso mentre lavori spesso ti stupisci del risultato, che è una cosa bellissima e rinvigorente. È comunque un processo molto impegnativo e fare un lungometraggio che possa fare da spalla a un concept album sarebbe un’impresa per noi decisamente titanica, soprattutto in questo momento dove essendo solo in due a volte facciamo fatica a seguire tutto. Comunque sì, l’idea l’abbiamo accarezzata varie volte… chissà che un giorno non veda la luce.

Degli artisti di oggi c’è qualcuno che vi ha particolarmente colpiti?

GIULIO Ci colpiscono costantemente artisti di ogni genere, artisti di oggi molto spesso sconosciuti ai più. Magari fanno video su Instagram per un pugno di like perché purtroppo il business della musica crea spesso un’omologazione e un appiattimento verso un determinato sound, un modo di fare musica e di esprimersi dove tutto il resto fatica a trovare il suo spazio, a volte anche solo per come funziona oggi il modo di diffondere la musica basato su tags e algoritmi.

GABRIELE Cerco di ascoltare quasi tutto quello che esce in Italia, 150 singoli ogni settimana sono tantissimi e ovviamente c’è sempre qualcosa di interessante. Di recente mi sono piaciuti i lavori di Miglio prodotti da Marco Bertoni dei Confusional Quartet. Mi è piaciuto il disco di Whitemary, ancora prima quello di Cosmo e de Il Quadro di Troisi. Ho apprezzato i lavori di PLZ e Marta Tenaglia. Ma ripeto, ogni settimana uno o due nomi interessanti li tiro via dal mucchio e me li salvo da qualche parte, al sicuro.

Come vi siete conosciuti e quando avete deciso di dar vita al progetto “Zoostat”?

GABRIELE Ci conosciamo da tempo. Avevamo già lavorato insieme su altri progetti in passato. Avevamo voglia di scrivere e produrre insieme partendo da due ingredienti principali. La musica elettronica e i testi in italiano.

Avete già pianificato qualche data live per la promozione dell’album?

GABRIELE Per noi in questo momento portare il progetto live non è semplice, perché per gran parte dell’anno ci troviamo a migliaia di chilometri di distanza.

MARCO PRITONI