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TARCHON FIST – Intervista su “La rivincita dei dinosauri”

TARCHON FIST – Intervista su “La rivincita dei dinosauri”

Abbiamo avuto la possibilità di intervistare i Tarchon Fist quasi al completo dopo la loro vittoria alla Wacken Metal Battle Italy a Mantova lo scorso mese. Alle nostre domande hanno risposto Lvcio e Rix, i due chitarristi, Ramon, il cantante e Wallace, il bassista della band.
Quello che ne è uscito è un’intervista fiume, con risate e aneddoti improbabili, molti dei quali non pubblicabili! [La presente intervista sta uscendo con un ritardo imperdonabile a causa di problematiche personali importanti, ma approfittiamo per ricordare a tutti coloro che si recheranno al festival che potranno assistere all’esibizione dei Tarchon Fist al W.E.T. Stage alle 13.30 del 1° Agosto.]

Ciao ragazzi, grazie di essere qui con noi di Tuttorock. Avete appena vinto la Wacken Metal Battle Italy, come ci si sente ad avere la possibilità di rappresentare l’Italia ad un festival così importante a livello mondiale?
Lvcio: Molto bene direi… ci si sente un po’ come rappresentare l’Italia nei mondiali di calcio. Ramon: Si, ma questa è una cosa molto più importante dei Mondiali di calcio!
 
In una vecchia intervista vi avevano chiesto qual era il concerto che avreste sempre voluto fare e tu, Wallace, hai risposto proprio che sarebbe stato il Wacken Open Air, ma probabilmente sarebbe stato solo un sogno.. E ora?
Wallace: Ahahaha sì! Effettivamente per me è sempre stato un obiettivo suonare in questo festival, sin dal 2002, quando un mio amico, Paolo, mi ha convinto ad andare per la prima volta a questo concerto in Germania, grandissimo, con band fighissime!
Già da allora, anche se era molto più piccolo di come è adesso, circa 20000 persone, si era dimostrato una manifestazione fortemente professionale. Ottimamente organizzata, con uno spirito che in Italia si era perso già da un po’, in Germania l’anima metal si è sviluppata molto, anche dopo gli anni ‘90, ed è cresciuta tantissimo. E’ un festival che qui viene addirittura criticato in quanto troppo commerciale, ma avendo vissuto l’ambiente metal degli anni ‘90, dove la musica rock e metal la ritrovavi in moltissimi locali, pub, discoteche, radio, il fatto di far parte di una cosa mainstream non è per nulla negativa. Si entrava di più in contatto anche con le piccole realtà. La Metal Battle sicuramente aiuta anche band già avviate ma che ancora non hanno avuto la risonanza a livello europeo e mondiale adatta ad arrivare ad un palco come questo, il riscontro che dà e chiede, e nello specifico è sicuramente il coronamento di un sogno personale.
Lvcio: Beh sicuramente abbiamo visto la reazione di Wallace la sera della vittoria, è stata bellissima!
Rix: Quando hanno detto “Tarchon Fist: 61 punti” è stata un’emozione troppo grande… ci ho creduto per tutto questo tempo e fino alla fine. Quando realizzi poi che questa emozione è reale e non te la portano via, pensi che alla fine ne sia valsa la pena impegnarsi al massimo in questi 13 anni.
Ramon: Praticamente si sono concretizzate tutte le fatiche degli ultimi 13 anni, è stato devastante e bellissimo, la soddisfazione è enorme.
 
I vostri show sono sempre spettacolari e pirotecnici, fate ampio uso di petardi, e fontane di luce, state preparando qualcosa di specifico per il Wacken?
Lvcio: in realtà in questo momento stiamo cercando di farci accettare i fuochi, stiamo studiando cosa possiamo portare e con che documentazione; in questo momento ci stiamo concentrando su questo!
 
Alla finale avete battuto 3 band sicuramente di ottimo valore. Secondo voi che cosa hanno apprezzato nei Tarchon Fist i giudici rispetto alle altre band?
Lvcio: Ho avuto la fortuna di parlare con uno dei giudici, e non credevo che la gente capisse davvero ciò che facciamo sul palco. Le posizioni da tenere sul palco, la risoluzione dei problemi tecnici, sono cose a cui lavoriamo da anni. Alla finale abbiamo avuto problemi di audio con il nostro batterista. Per risolvere io mi muovevo verso di lui mimandogli le parole di Ramon (ndr, il cantante) e facendogli vedere cosa suonavo, e mentre io ero lì il bassista in automatico si spostava al mio posto per coprire la zona fronte palco lasciata vuota. Mi diceva che questa è una delle cose che l’ha colpito di più, considerando queste piccole cose come sintomo di professionalità ed esperienza.
Ramon: Forse anche le tempistiche dei cambi palco ci hanno premiato, e del soundcheck, che abbiamo completato entro i tempi stabiliti. Abbiamo inoltre fornito molta della strumentazione necessaria per la riuscita della serata. Wallace: Ogni band aveva il proprio punto di forza molto forte, dall’immagine, alla tecnica, allo stile in tutti i casi di ottimo livello. Noi forse abbiamo dimostrato di essere una band completa, che ci ha permesso di colpire positivamente i giudici.
Rix: Anche l’esperienza maturata nell’organizzazione per dieci anni di fila del 3 Days In Rock ci ha sicuramente aiutato. Suonare ad un festival ed organizzarne uno sono due cose differenti, ed avere un po di esperienza si ambo i fronti è sicuramente un vantaggio perchè sei sempre pronto a risolvere eventuali problemi in tempo reale anche durante la performance. Questi sono i Tarchon Fist, se ci metti insieme, diamo il 200% ! Probabilmente siamo stati premiati grazie al fatto di aver dato sempre in ogni singolo momento ogni cellula della nostra energia.
Ramon: Noi siamo una band assolutamente alla mano, di indole compagnona, come si dice qui a Bologna siamo “da balotta”, ma nel momento in cui si sale sul palco, la priorità è suonare, e suonare bene. Siamo persone molto goliardiche, ma assolutamente professionali; ciò non toglie che sul palco ci divertiamo sempre, e credo che si veda!
Rix: Inoltre siamo un gruppo che possiamo definire come plug & play: dove ci metti, suoniamo! Se possiamo montare tutto l’arsenale (abbiamo dalle macchine del fumo ai laser, dai fuochi pirotecnici ai petardi) benvenga! Ma in caso di serata “alla vecchia” non c’è problema: attacchiamo il jack, facciamo un unico suono sull’amplificatore e suoniamo lo stesso.
 
Come avete in mente di conquistare il pubblico internazionale del Wacken Open Air?
Ramon: io mi occuperò della metà femminile… Ahahahahah A parte gli scherzi, vai lì, suoni, ti diverti, e di conseguenza si diverte anche il pubblico!
 
E per quanto riguarda i giudici della Metal Battle? (Ricordiamo che i premi in palio sono molteplici, li potete trovare qui)
Ramon: Ah beh, porteremo gli arrosticini! Ahahahahahah
Wallace: le armi classiche del nostro show sono assolutamente quelle che possono funzionare bene su un palco teutonico, come già dimostratoci in passato per altre esibizioni tedesche, anche per la Wacken Foundation, che ci ha convinto di avere le carte in regola per conquistare questo tipo di pubblico.

Lvcio: Facciamo un’inversione. Dato che ci stai intervistando e sarai presente a Wacken, secondo te quali canzoni dovremmo suonare? Quale dovrebbe essere la nostra scaletta? Alessandra: Considerando che è dalla semifinale che mi ronza in testa e me la canticchio continuamente, direi “Play It Loud”, poi mi piace molto “I stole a kiss to the devil” “Eyes of wolf”, perchè è il primo pezzo che abbia mai sentito vostro… “Celebration” è bella, “It’s my world”… ah, e “Metal Detector” e poi temo che abbiate finito il tempo a vostra disposizione! Tanto lo so che le suonerete tutte diverse! Ahahahahahah
 
Una delle vostre principali caratteristiche è di essere un gruppo prolifico, sia a livello di uscite discografiche, che a livello di date, sia in Italia che all’estero: ho visto che avete fatto diverse date in Germania, Repubblica Ceca, Austria, Francia, Polonia, Svizzera. Qual è la differenza tra suonare ed essere musicisti in Italia e in uno stato straniero?
Lvcio: Parti dal presupposto che suonare in Germania è diverso dal resto d’Europa per me. Per quanto mi riguarda suonare fuori dall’Italia è un’emozione indescrivibile, perchè sei tu e la tua band, da soli, senza le persone che di solito ci supportano e aiutano, anche se ormai per noi suonare in Germania è comunque un tornare in famiglia, perché conosciamo un sacco di persone. Suonare all’estero è sicuramente un’esperienza che ci ha unito come band e come amici.
Per avere riscontro in Italia invece ti devi impegnare molto di più, come se per vincere una partita a calcio non bastasse totalizzare l’1-0, ma dovessi fare almeno 8 gol, perché altrimenti perdi. Pochi locali, con minore affluenza, meno interesse rispetto all’estero, dove la gente ha proprio voglia di uscire, bere e ascoltare musica.
Rix: Noi abbiamo la necessità per sopravvivere di portare in giro la nostra musica, e se casa nostra non ci supporta abbastanza, la esportiamo volentieri; a parte il fatto che è bello partire in camper e in furgone e andare in giro per l’Europa!
Ramon: Tra l’altro non è sempre semplice organizzare date all’estero, considerando che tutti noi lavoriamo, Lucio ha due figli e il nostro batterista abita in un’altra regione, e non è per nulla semplice considerando anche che non abbiamo le risorse di altre band più famose di noi.
Rix: Quello che ci spinge è la passione immensa che abbiamo per la musica, che non puoi e non riusciresti a mettere in un angolo. Ricordiamo sempre che i Tarchon Fist non siamo solo noi cinque, i traguardi che stiamo raggiungendo sono dovuti anche a persone come Steve, Celeste, Ilaria, Spillo, Francesca… che ci seguono ovunque, in lungo e in largo sempre col sorriso; noi cinque siamo solo la punta dell’iceberg.
Lvcio: Le persone vicino a noi spesso rinunciano ad un sacco di cose per starci vicino, io ad esempio prima di partecipare alla Metal Battle Italia stavo prenotando viaggio e albergo per le vacanze, per fortuna le date scelte si incastrano con le date del festival, ma ci è mancato poco!
 
La vostra lineup è sempre stata abbastanza stabile, l’ultimo ingresso è quello di Jack, che è con voi da circa due anni. Qual è il vostro segreto? Come fate a mantenervi così uniti?
Lvcio: l’ingrediente fondamentale è la tolleranza.
Ramon: Siamo cinque personalità molto diverse…
Rix: …ma con una volontà comune, e quello ti tiene insieme per forza!
Lvcio: Abbiamo perso Animal (il precedente batterista) per motivi di lavoro e personali, abbiamo cercato di fare di tutto per farlo restare con noi, ma purtroppo non è stato possibile, e ovviamente ci dispiace infinitamente. Wallace: Dato che gli impegni non sono sicuramente pochi, è fondamentale trovare un compromesso con sé stessi e con chi ci sta vicino per riuscire ad affrontare tutto questo con serenità. Nel raggiungere un obiettivo, la strada per arrivarci è lunga e difficile, e non tutti si ha la stessa idea su come arrivare a quell’obiettivo, ma quando ci si arriva è bellissimo, ma bisogna avere la maturità di essere onesti con sé stessi e riconoscere che ci si è arrivati tutti insieme.
 
Avete descritto il rapporto tra membri di una band come descriverei il rapporto di coppia…
Wallace: Si, credo che sia vero, con la differenza che non si è in due, ma in cinque!
Lvcio: Parlo per me, non passa giorno che io non dedichi almeno un paio d’ore ai Tarchon Fist, non so come si faccia ad avere più di una band!
Rix: Oltre alla tolleranza un’altra cosa fondamentale è la determinazione, ne serve molta; il momento in cui abbiamo dimostrato sicuramente queste due cose è stato dopo la dipartita di Animal dalla band, in cui per coprire le date già in programma lavoravamo con tre diversi batteristi: Stupa copriva le date, Animal faceva qualche partecipazione e Jack si è occupato di registrare l’EP in uscita “Proud To Be Dinosaurs”. E’ stato un momento che non augurerei a nessun musicista.
 
Come mai?
Rix: Il problema è che ogni batterista suona in modo diverso. Avevamo tre scalette diverse con ognuno di loro, e in mezzo a questo marasma, ci è spuntata una data nel bel mezzo di Agosto, mese nel quale di solito siamo tutti in vacanza! Per quell’occasione è stato preso un turnista, abbiamo fatto una prova e siamo partiti per lo Steel Meets Steel in Germania. E’ stata un’esperienza bellissima, oltre che la dimostrazione che la determinazione fa sì che una band possa suonare all’estero anche se si trova sparsa per tutta Italia e senza la line up completa!
Lvcio: Un’altra cosa fondamentale è l’amicizia… noi siamo prima di tutto amici, ed è matematico che se qualcuno di noi ha bisogno, tutti gli altri sono sempre pronti a risolvere il problema, facendosi in quattro per gli altri.
 
Dal titolo del vostro ultimo Ep, voi vi definite “Dinosauri”: cosa portate come valore aggiunto nel metal odierno e nelle nuove generazioni?
Lvcio: Dal punto di vista musicale, a parte che i nostri pezzi sono spiccatamente classici, old school, il modo di suonare di una volta si è un po’ perso a mio avviso, ora è meno genuino, anche se più preciso. Più che altro comunque possiamo trasmetterlo meglio in sede live, rispetto al disco.
Wallace: Portiamo un modo di suonare di altri tempi, perchè ormai se non è negli standard commerciali e paragonabili agli altri ora non si viene presi in considerazione, non si è facilmente fruibili dalle nuove generazioni; noi cerchiamo di mediare, dando un taglio molto classico come riff e melodie, cercando di aggiungere il nostro modo di suonare, la nostra intenzione ad un’esecuzione il più precisa possibile.
Rix: Metal classico con un po’ di freschezza contemporanea
Wallace: Ai ragazzi giovani serve riscoprire certe cose che una volta funzionavano!
Ramon: Per i ragazzini di oggi secondo me è’ bello il messaggio di non sacrificare il valore della musica con la stravaganza, perchè a volte la semplicità è la forma più alta di stravaganza.
Lvcio: comunque ho notato che si sta tornando ad un modo di registrare e comporre con un metodo che non è quello principale degli ultimi anni, troppo asettico e poco reale, a favore della genuinità, che aiuta anche le band a trasmettere un messaggio o un’emozione.
Rix: Quando a 18 anni mi sono trasferito a Bologna, sono andato nei primi due anni a vedere tutti i gruppi possibili della scena italiana, e ancora oggi non vado solo a vedere date di Iron Maiden o Metallica, ma anche di gruppi “meno famosi”; credo che sia proprio questo che è cambiato, ormai sembra essere più importante presenziare all’evento, piuttosto che godersi il concerto, dato che ormai si è bombardati da musica, principalmente non su supporto fisico, ma solo digitale.

Quali sono i vostri progetti futuri? Cosa ci dobbiamo aspettare dai Tarchon Fist?
Lvcio: Principalmente finire l’album, ormai manca molto poco; suonare a Wacken e che questo ci porti qualcosa di determinante per il futuro, anche se ormai per esempio le etichette non funzionano più come prima, è tutto diverso. A fine giugno e a metà luglio abbiamo tre date in Germania, a settembre saremo a Milano e la settimana dopo di nuovo in Germania.
Wallace: Il fatto di lavorare continuamente all’album, agli show mentre ci esibiamo in giro per l’Europa, ci permette di essere sempre pronti a farci valere su palchi anche più grossi. Lvcio: In questo momento stiamo ristampando e producendo nuovamente “Celebration”, dato che le copie in nostro possesso erano esaurite; stiamo progettando di girare un video per l’album nuovo. Stiamo anche rifacendo il sito internet e rinnovando la strumentazione, siamo proprio presi a 360°. Abbiamo tantissime cose sul fuoco, così tante che faccio fatica a ricordarmele tutte!
 
Grazie per l’intervista, ci vediamo a Wacken! (Rain Or Shine)
Tarchon Fist: Grazie a te e a tutta la redazione! Vi aspettiamo sotto al palco!
 
ALESSANDRA MERLIN
 

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