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SECRET SPHERE – Intervista al chitarrista Aldo Lonobile

SECRET SPHERE – Intervista al chitarrista Aldo Lonobile

Con “Blackened Hearthbeat” tornano i Secret Sphere, band di punta del power metal italiano. Il nuovo album spinge di più l’acceleratore su un sound più heavy, ma lascio la parola al chitarrista Aldo Lonobile. Di seguito l’intervista.

Ciao e benvenuto su Tuttorock. Secret Sphere, una lunga storia, vogliamo ripercorrerla? Riassumi in poche parole questa storia.
I Secret Sphere sono una band di ragazzi, provenienti dallo stesso quartiere della stessa città, fortemente influenzati dalla scena power metal melodica/classica, che da una cantina scrivono ed arrivano a pubblicare il primo disco, Era il ’99.  Da li avanti, inizia un bel percorso, con episodi non sempre positivi, ma con tanti risultati e bei ricordi, collaborazioni con etichette blasonate, tour in giro per il mondo. Durante quasi 25 anni di attività e qualche cambio di formazione, la band arriva oggi al decimo album in studio con un entusiasmo ritrovato e più acceso che mai.

Gioie, soddisfazioni e delusioni e ripensamenti?
Soddisfazioni tante e nella stessa quantità degli errori direi, ci sono alcuni episodi che avrebbero cambiato il posizionamento della band con le giuste scelte al momento giusto, ma i ripensamenti non servono a nulla dal mio punto di vista, magari ci chiediamo come sarebbe andata sicuramente, ma siamo contenti di quello che facciamo oggi con la nostra musica.

Quasi 25 anni di carriera ed un nuovo album “Blackened Heartbeat”, come sono nati i brani?
Il sound di “BH”  va ad esaltare il lato più oscuro e cupo della band con i riff di chitarra più corposi e massicci ed un drumming serrato e veloce, avevamo voglia di virare verso un suono più metal e quando abbiamo iniziato a scrivere i brani, che sono partiti tutti da riff, abbiamo avuto chiaro da subito la direzione che stavamo seguendo. Le melodie stesse sono spesso intrinseche di quella sensazione di “oscurità” che penso sia davvero quella caratteristica differente rispetto al passato e che rappresenta appieno questa nuova produzione.

Ascoltandolo si nota effettivamente una maggiore potenza, velocità ed aggressività nei vari brani, è perché però questa scelta?
Si esatto come dicevo, abbiamo intrapreso da subito la direzione più aggressiva, abbiamo avuto sempre accenni di riff aggressivi, mitigati dalla componente più power, adesso abbiamo invertito le cose, la componente power compensa l’aggressività. Non saprei una ragione precisa, di base volevamo qualcosa che ci smuovesse dentro.

Quale è il significato del titolo e dei testi dei vari brani?
Il concept è stato definito con una giovane autrice, Costanza Colombo, abbiamo definito un’idea primordiale abbiamo avuto insieme, ovvero quella di scrivere una storia su patologie mentali e che, fondamentalmente, avesse ambientazioni oscure e a tratti violente ispirate ai racconti del Terrore. Ci sono, in particolare, un paio di canzoni che trattano direttamente di malattie mentali che causano comportamenti aggressivi, un po’ perché ci appassiona l’argomento e un po’ perché con i Secret Sphere abbiamo sempre toccato questo tipo di tematiche. Il nome stesso Secret Sphere ha a che fare con l’inconscio, il che ci ha portato a incentrare la trama su uno psicologo dotato di poteri paranormali; certo, il tutto avrebbe dovuto avere una base assolutamente realistica, ma con un alone di mistero, vista la capacità dello psicologo di entrare, durante le sedute, nella mente dei propri pazienti e di nutrirsi delle loro emozioni vitali. Abbiamo messo in mano questa storia a Costanza Colombo, lei ha un po’ definito i personaggi, la trama, ha scritto tre testi in maniera assolutamente autonoma.

Siete considerati i pionieri del power metal italiano, vi sentite dei pionieri?
Direi che facciamo parte di quella schiera di band che nelle seconda metà degli anni novanta hanno un po’ creato quel movimento che ha rappresentato a lungo il power prog metal italiano all’estero.

Dall’inizio del nuovo millennio, quando muovevate i primi passi ad oggi, di anni ne sono passati, quanto sono cambiati i Secret Sphere?
La cosa che mi rende orgoglioso della band è il fatto di aver creato un suono riconoscibile, basato sulla musica e sul modo che abbiamo di scriverla. E come noi molte band dell’ epoca hanno creato un sound unico anche con più risultati dei nostri. Quello che potevi fare quando siamo nati era scrivere nel miglior modo possibile le canzoni e performarle nel miglior modo possibile, Mistress fu inciso su nastro e quella cosa ci è rimasta.
Ovviamente adesso le possibilità di portare la musica ad un pubblico più ampio sono maggiori, ma bisogna avere un’attitudine social che purtroppo non ci appartiene, ovviamente abbiamo persone che ci aiutano, ma siamo cresciuti in un momento diverso.

Quali sono i segreti di quella sfera che portate avanti da tanti anni?
Bella domanda! Ma non è proprio una vaso di pandora la sfera segreta, abbiamo ben pochi segreti, quasi nessuno!

Quanto è cambiata la scena metal italiana ed internazionale da allora?
Molto e bene, ci sono molte band giovani che stanno ottenendo grossi risultati, meritati e questo vuol dire che è stato fatto un percorso che ha portato consapevolezza.

E quanto sono cambiati i Secret Sphere da allora?
Direi che abbiamo più mezzi, alcuni di noi si sono anche creati una carriera nella musica.
Come band le dinamiche sono le stesse, ma performiamo meglio e prendiamo decisioni più ponderate e meno di pancia.

Molto affascinante il disegno di copertina, quale significato ha? Chi è la donna raffigurata?
Allora, l’artwork è frutto dell’abilità di Augusto Silva, un ragazzo brasiliano che consideriamo un bravissimo artista dal punto di vista della grafica computerizzata e dandogli qualche indicazione sul fatto che avremmo voluto ambientarlo in una sorta di teatro dark ed Il titolo “Blackened Heartbeat”, ha avuto carta bianca ed ha creato questo splendido Artwork. Volevamo raffigurare l’oscurità dell’animo umano: quando il pensiero si contorce e diventa psicopatologia, crea come un ottenebramento dell’anima e questo processo lo abbiamo tradotto in un cuore annerito, un cuore che si offusca, fondamentalmente. La donna è da sempre la mascotte della band in copertina, che assume aspetti diversi in base al mood del disco.

Tour in preparazione?
Avremmo a brevissimo un mini tour Giapponese, poi un concerto per festeggiare i 25 anni di carriera, a Milano, a Febbraio andremo in Spagna e stiamo cercando di trovare la possibilità di agganciarci ad un tour.

Progetti futuri?
Siamo al lavoro su alcuni remaster e remix dei dischi passati, arricchiti da bonus track ed altro e qualcosa uscirà già nel 2024.

Chiudi l’intervista come vuoi, un messaggio ai vostri fan per ascoltare l’album.
Blackend Heartbeat è un disco che potrebbe far riavvicinare anche tutti quelle persone che hanno perso di vista la band quando ha mutato pelle.
Ti ringrazio molto per lo spazio concesso|

FABIO LOFFREDO

Band:
Roberto Messina – Voice
Aldo Lonobile – Guitars
Andrea Buratto – Bass
Gabriele Ciaccia – Keyboards
Marco Lazzarini – Drums

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