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ROSSELLA SENO – Intervista alla ‘cantattrice’ veneziana

ROSSELLA SENO – Intervista alla ‘cantattrice’ veneziana

Definita cantattrice Rossella Seno, veneziana ma romana di adozione, preferisce essere considerata una cantante e con il suo nuovo album “Pura Come Una Bestemmia”, rende tutto molto provocatorio, dai testi alla copertina e c’è poi la sua splendida voce e un sound molto vicino ai nostri cantautori. Il mio invito è di leggere attentamente questa intervista, dove Rossella ci invita a riflettere su varie tematiche e di leggere attentamente i testi delle canzoni. Di seguito il resoconto dell’intervista.

Ciao Rossella, benvenuta su Tuttorock. Come stai?
Ciao Fabio grazie, bene dai, a parte tutto quello che sta succedendo, stiamo diventando proprio strani, succedono cose molto strane, vedi i femminicidi e altre cose e questa pandemia è molto complice di quello che succede, poi ora è tutto virtuale, si fa tutto dietro un dispositivo e quindi il fatto stesso che oramai c’è lo shopping online, gli spettacoli in streaming, le call conference, lo smartworking, siamo sempre in chat e quando nella vita un a persona non ti piace, un rapporto non si aggiusta e quindi cancelli sui social, blocchi, siamo diventati questo, non riusciamo più ad accettare nulla, basta che uno dice una cosa che non fa parte del tuo pensiero o del tuo pensare lo elimini. Quindi stiamo vivendo un momento molto brutto, uno dei più brutti che io ricordi.

Si, un momento molto brutto, all’inizio della pandemia dicevano che tutta questa brutta esperienza avrebbe fatto uscite il meglio di noi, invece per me sta uscendo il peggio di ogni individuo…
Si, infatti sta uscendo il peggio di noi! Forse è per sopravvivenza, l’essere umano è un essere sociale, se togli la socialità togli lo scopo dell’essere, dell’esserci, quindi l’essere rinchiusi, l’essere tutti a casa a volte anche in totale solitudine, ci sta rovinando, il mondo sta diventando quello che non è il mio e che ci vivo molto male, non è la mia epoca questa. Vedere l’altro come un nemico, che poi è questo che ci ha portato la pandemia, ci sono poi i negazionisti… incredibile ho letto da poco che il papà di Syria, la mia bravissima collega è stato malmenato per aver detto ad una persona di mettersi la mascherina, tutto questo è assurdo, tu puoi anche credere che il virus non esiste e sei fortunato a questo punto, perché si vede che non hai conosciuto nessuno che ci si è ammalato, io conosco molte persone che lo hanno avuto ed alcune con conseguenze anche gravi, ma almeno rispetta il tuo prossimo. Guarda, veramente assurdo!

Ok, parliamo di musica anche se in questo album c’è un po’ tutto questo. “Pura Come Una Bestemmia”, un titolo forte e provocatorio, perché?
Praticamente perché l’album è una denuncia a quello che stiamo vivendo, stiamo mettendo l’avere al primo posto e l’essere all’ultimo. Per i testi è stato un lavoro molto lungo, questo album non è nato in un giorno, ma sono passati degli anni, ogni tematica è stata affrontata perché leggevo qualche notizia che mi interessava e che volevo mettere in forma canzone e ancora adesso ho molti argomenti che non vedo l’ora di trasformare in canzoni. Per esempio la storia di Simona Kossak, riagganciandoci a questa era che viviamo, una biologa che aveva lasciato tutto il mondo materiale per andarsi a rifugiare in una fascia della Foresta di Bialoweiza e vivere in una capanna senza corrente elettrica, senza acqua corrente, è stata quindi lei ad adeguarsi alla natura e questo è il motivo poi per cui la chiamavano strega e ho chiesto a Michele Caccamo se mi traduceva il testo per poterlo adattare ad una canzone da cantare. Ho poi affrontato la storia di Stefano Cucchi, una battaglia che stavo combattendo anche io che sono del cancro e ho un marcato senso della giustizia. Poi sono ambientalista, animalista e vegana e ho al cuore tutte queste tematiche che affronto in questi brani. Poi parlo degli immigrati e il titolo “Pura Come Una Bestemmia” mi è venuto in mente pensando a tutti quelli che si credono buoni e magari mentre pregano il Rosario, imprecano poi contro gli immigrati e sperano che affondino le barche con cui affrontano lunghi viaggi e poi vanno in chiesa e si fanno il segno della croce e il titolo è proprio questo, persone che si credono pure e buone solo perché vanno in chiesa, ma poi in realtà hanno i loro motti ‘prima gli italiani’ e quindi in fondo di buono non hanno proprio nulla. Praticamente il famoso predicare bene e razzolare male! A parole siamo tutti bravi come chi dice di amare gli animali e poi invece li mangiano. Io consco animalisti che poi si fanno le foto con un piatto di bistecca, con la mortadella e la porchetta, quindi se dici di amare gli animali, sai cosa deve patire quel povero animale prima di arrivate nel tuo piatto, perchè allora non cerchi delle alternative visto che adesso ce ne sono tante? Se vogliamo usare poi altri detti, tra il dire e il fare c’è sempre quel famoso mare!!

Possiamo quindi dire che in parte è un concept album?
Si e no, perché le tematiche sono tante e diverse, ma il pensiero è unico, il concept è il rispetto verso l’altro partendo dall’uomo per arrivare alla madre terra che ci ospita e che noi maltrattiamo e se vedi il retro copertina c’è la croce in un mare di rifiuti. C’è proprio un’altra mentalità, oggi  non si aggiusta più niente, si prende e si butta, sentimenti compresi, se qualcosa non funziona noi la prendiamo e la buttiamo via. Il risultato è questo mare di rifiuti, non solo materiali, ma anche umani.

Mi hai preceduto infatti, il disegno di copertina è molto particolare e provocatorio, ci sei tu crocefissa!!
E’ proprio il simboleggiare, il simbolo di un essere umano, non solo donna, dietro di me infatti c’è Gesù Cristo e nemmeno lui è riuscito a salvarci, come dire ‘siamo stati messi tutti in croce’, siamo stati messi in croce dal consumismo, da questo senso del potere e del profitto e il profitto vince su tutto. 

Perché allora secondo te sta succedendo tutto questo? Stiamo impazzendo o cos’altro?
Sai che non so darti una risposta? E’ una domanda che mi faccio sempre anche io. Vivendo a Roma ho scelto un posto in cui c’è un parco e vedere in una grande città degli alberi, tanto verde, mi dà un senso di pace, di serenità e tranquillità, mentre molte persone che vivono anche loro qui, volevo fare abbattere tutti gli alberi perché tolgono loro la luce, non è questa follia dunque? Molte persone sono estranee alla natura, sembra che non interessi nulla. Questo è l’essere umano ed è l’unica risposta che ti riesco a dare. Noi, l’essere umano, non siamo superiori, ma siamo un tutt’uno con il resto del cosmo. Se noi riuscissimo a godere delle piccole cose, che poi piccole non sono ma sono fondamentali, vivremo tutti più felici.

Infatti!! Parlami però ora un po’ di te, vieni definita una cantattrice, sei quindi, o ti senti, più cantante o attrice?
Io nasco come cantante e mi è sempre molto piaciuto cantare, ma è poi molto difficile fare quello che veramente vuoi fare e quindi sono scivolata anche nella recitazione e ho partecipato a svariate fiction e l’attrice è un ruolo che tu vesti  e poi torni a casa e ridiventi te stessa, mentre la musica la sento di più una cosa mia, privata e vera, con la musica non sono mai riuscita a fingere. Cerco di fare teatro canzone civile, portare dei messaggi e cercare di vedere le cose anche sotto un altro punto di vista che non è quello imposto e cercare di capire anche il ‘diverso’. Praticamente se tu provassi a conoscere il ‘diverso’, ti accorgeresti che non è poi così  ‘diverso’ è una persona che è semplicemente nata in un altro paese, ha un’altra cultura, o è cresciuta in una famiglia più disagiata, basterebbe soffermarsi a guardare l’altra persona e provare a capirla e a conoscerla, ognuno ha la propria storia. Oggi invece siamo tutti indottrinati, non vogliamo essere diversi, ci vestiamo tutti allo stesso modo, ascoltiamo tutti la stessa musica, cerchiamo di essere tutti uguali per far parte della massa e tutto questo è molto ma molto triste.

Il tuo album esce in questo periodo di difficoltà. Tu come pensi di bypassare tutto questo per farlo arrivare al pubblico?
Penso che è stata fatta la giusta promozione e forse proprio perché sono brani da ascoltare bene e attentamente, non penso che questo influenzerà molto. Per noi che non siamo molto conosciuti e che non facciamo parte del mainstream abbiamo sempre avuto difficoltà nel farci ascoltare e quindi non penso che questa emergenza abbia cambiato qualcosa.

Ok grazie Rossella, anche a te chiedo di chiudere l’intervista con un messaggio o un invito ad ascoltare il tuo album e a entrare nel tuo mondo musicale.
Il disco è proprio d’ascolto, quindi prendete un bel bicchiere di vino e sedetevi tranquillamente ad ascoltarlo, perché è un disco dai tempi lenti e i brani hanno dei testi che vanno letti con una certa attenzione e capiti.

FABIO LOFFREDO