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NESSIE – Intervista alla giovanissima cantante rock napoletana

NESSIE – Intervista alla giovanissima cantante rock napoletana

Lei  è molto giovane, si chiama Nessie e ha il rock che gli scorre nelle vene, “Perdonami Lacie” è il primo singolo, molto trascinante ed un EP è in arrivo. Ho avuto il piacere di intervistarla, di seguito l’intervista.

Ciao e benvenuta su Tuttorock. Presentati ai nostri lettori, come nasce il tuo amore per la musica, per il canto e per il rock?
Salve a tutti, io sono Nessie e sono cresciuta con la musica rock. Il canto mi è stato “prescritto” da una psicoterapeuta da piccola, avevo problemi a comunicare con i miei coetanei e per lei poteva essere una soluzione. Mi sono innamorata della pratica e sono rimasta nella musica, l’ho vista come qualcosa a cui aggrapparmi, se ho la musica non sono mai sola.

Leggendo le tue note biografiche del comunicato stampa si nota un’infanzia difficile, mamma a soli 15 anni, tutto questo ha contribuito a farti maturare di più e a darti ispirazioni per la tua musica?
Diciamo che il mio vissuto ha influenzato molto i miei testi, la mia musica è una terapia, attraverso di essa cerco di metabolizzare svariati avvenimenti della mia vita, dal più tragico al più sopportabile; l’essere maturata mi ha dato la consapevolezza di scegliere la mia strada e così ho scelto la musica.

Parlami ora del singolo, “Perdonami Lacie” , in un brano c’è una storia, due personaggi in uno, correggimi se sbaglio, con caratteri opposti, in parte può essere autobiografico?
La canzone è completamente autobiografica, oltre al disturbo Borderline, ho un disturbo di personalità multipla che ho cercato di accettare scrivendo, con Etta, il brano.

Ci sono chitarre molto rock, è quello il tuo genere musicale?
Assolutamente si, niente può rappresentarmi meglio di una melodia rock con chitarre distorte.

Definiscilo tu il tuo genere musicale.
Rock, rock puro e distorto, di quello che ascolti in macchina a tutto volume.

Hai collaborato con Etta, come hai già detto, eravate già amiche ? Come è nata questa collaborazione?
Etta mi è stata presentata da V_Rus, il mio producer, facciamo parte della stessa etichetta e la collaborazione è stata quasi naturale. Mi ha aiutato a mettere in ordine i pensieri e dare metrica a ciò che scrivevo; col mio disturbo non è una cosa semplice da fare.

Dopo questo singolo? Stai preparando un album? Puoi anticipare qualcosa?
Stiamo lavorando ad altri pezzi e con V_Rus abbiamo in programma di far uscire un EP.

Quali sono le tue aspettative, i tuoi sogni? Ti cito i due opposti, Festival di Sanremo o Concertone del Primo Maggio?
A bruciapelo dico concertone del Primo Maggio, semplicemente perché ogni anno mi metto in fila già il giorno precedente per avere la prima fila assicurata. Ma anche Sanremo non ci fa schifo eh.

Come nasce un tuo brano? Da un testo, un accordo, una sensazione?
Direi più da un’emozione, sono abituata a scrivere tutto ciò che mi capita che sia degno di nota (per me), a scrivere delle mie emozioni: positive o negative che siano. Fa parte della mia terapia, è così che nascono i brani, da un’emozione.

Le tue preferenze musicali? Cosa ascolti?
Principalmente ascolto gente morta. Dai Sex Pistols alle Runaways, dagli AC/DC ai Guns, ho girato molto nel mondo rock e nell’emorock americano con i Black Veil Brides, i Pierce The Veil, gli Sleeping With Sirens… ma il mio idolo in assoluto resta Marylin Manson, un giorno riuscirò a vederlo live.

Definisci la parola musica, cosa è la musica per te?
La musica è ossigeno, non riuscirei a vivere senza musica.

Hai altre passioni al di fuori della musica?
Mi piace leggere e mi piace fare cosplay (a livello amatoriale), spesso faccio cosplay di coppia con mio figlio, ci divertiamo molto.

Che progetti hai per il futuro?
Sicuramente continuerò con il mio progetto. Magari un giorno avrò anch’io qualcuno in fila dal giorno prima per vedere il mio show, sarebbe fantastico.

Grazie Nessie, chiudi l’intervista come vuoi un messaggio per ascoltare la tua musica.
Ascoltare determinati artisti mi faceva sentire compresa come se fossi “a casa”. Questo è il mio obiettivo, far sentire le persone comprese e a proprio agio, spero che la mia musica arrivi a tutti quelli che si sentono fuori luogo, giudicati dalla società perché sono loro stessi e basta. Beh vi dico una cosa, non c’è cosa più bella che essere se stessi, fregatevene di ciò che dicono le persone, siamo giusti così come siamo. È questo il messaggio che voglio trasmettere.

Un messaggio che condivido totalmente

FABIO LOFFREDO