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LOUIS SICILIANO – Intervista su Ancient Cosmic Truth

LOUIS SICILIANO – Intervista su Ancient Cosmic Truth

In occasione dell’uscita del suo nuovo album “ANCIENT COSMIC TRUTH IN 4 MOVEMENTS” ho intervistato LOUIS SICILIANO.

«“Ancient Cosmic Truth” è un viaggio musicale che parte dal Vesuvio, dall’epicentro del “Napule’s Power”, per circumnavigare le tradizioni musicali del mondo che pongono al centro del processo di guarigione la vibrazione – afferma Louis Siciliano – Il sound futuristico dei Synth e, allo stesso tempo, una marcata ancestralità caratterizzano profondamente questo mio progetto che nasce in un qui ed ora di gioia. Mi piacerebbe che le nuove generazioni potessero accedere alla musica di qualità, non solo la mia, ad una forma di terapia per l’anima per non dire ad una meravigliosa “Via alla Conoscenza”. È tempo che la violenza, la tracotanza, l’ignoranza e il razzismo si facciano da parte per lasciare spazio alla poesia, alla bellezza e alla risonanza che sono fondamentali per l’evoluzione di tutta l’umana famiglia».

Ciao Louis, piacere di averti sulle pagine di Tuttorock. Vuoi raccontarci come ti sei avvicinato alla musica?
Ciao, in maniera divertente direi, mia nonna mi portava in chiesa, io ero piccolissimo, avevo 4-5 anni, ma rimasi subito affascinato dal suono dell’organo e dai cori. Verso i 7 anni ho iniziato a suonare pianoforte e composizione, quindi ho cominciato davvero molto presto. 

L’organo ha un suono meraviglioso, enorme direi, a chi non piace?
Ti colpisce fisicamente, è una vibrazione tangibile fisicamente, quando lo suoni è come avere un’orchestra sotto le dita, con una infinita varietà di timbri. Il fatto poi che per suonarlo usi mani e piedi contemporaneamente, amplia tantissimo la quantità di suoni che puoi riprodurre. 

I tuoi primi ascolti musicali quali sono stati?
I grandi del jazz, mio padre mi regalò il mio primo album che avevo 8 anni, il Modern Jazz Quartet, poi arrivarono Charlie Parker e Dizzy Gillespie. In quel periodo la tv faceva ancora cose di grande qualità, c’era una trasmissione che si chiama D.O.C. con Gegè Telesforo, ideata da quel grande genio di Renzo Arbore. C’erano dei grandissimi artisti, da Pat Metheny a John Scofield fino a Miles Davis. Quando tornavo a casa, dopo la scuola, invece di guardare i cartoni animati seguivo questi musicisti in tv. 

Dalla tua biografia si vede la quantità di studi e lavori fatti all’estero e tanti luoghi lontani visitati, questo ha contribuito ad ampliare il tuo orizzonte musicale?
Certamente, la musica è come la vita, non si può stare chiusi e comporre. Pensa una città come la mia Napoli, aperta al mondo con il suo porto. Ricordo che fin da piccolo, per via della base NATO lì presente, vedevo questi musicisti afro-americani suonare nei locali della città in maniera incredibile, sembravano alieni. Ho voluto coniugare la mia musica con il viaggio, spostandomi tra le varie culture e ho approfondito molto la musica indiana, sono uno dei pochi europei a fare parte della Banaras Gharana, la casta dei musicisti di Varanasi sul Gange, proprio grazie allo studio dello Shehnai. Sono stato in Cina, in sud-America, a Cuba, nel nord dell’Europa come Lituania e Polonia. Il fine è sempre stato lo scoprire come tutte queste culture si relazionano al suono, per potere poi riportare tutto questo nella mia music. 

Ed in effetti, mi sento di potere dire che il tuo album rispecchia tutto questo? Quattro brani diversi tra di loro con sonorità diverse. Sei d’accordo?
Cogli esattamente il punto. Sono anni che, dopo avere fatto tante musiche per il cinema, volevo realizzare un disco che mi rispecchiasse così come sono, senza dovere aderire alle richieste di altri. Questo album è un viaggio, non solo fra le sonorità, ma anche per le sensazioni. Ho voluto creare un’esperienza immersiva per l’ascoltatore, anche ascoltandolo in cuffia si sente il suono muoversi continuamente. Questo accade perché ho usato delle tecniche spazializzazione molto avanzate, una tecnologia che viene chiamata “suoni organici”. Nelle canzoni contenute c’è tutta la mia vita, è un viaggio che ho voluto compiere assieme all’ascoltare; ho inteso fare un album di sintesi, cosa che oggi ritengo ancora più importante che in passato. Nei tempi attuali si corre sempre, si va molto più veloci, ci sono tanti stimoli, per cui ho cercato di coinvolgere l’ascoltatore senza annoiarlo o saturarlo. 

Con dei compagni di viaggio di primo piano aggiungerei, come musicisti.
Assolutamente sì. C’è Alex Acuna alle percussioni, dei Weather Report; Randy Brecker, considerato il più grande trombettista jazz vivente; Claudio Romano alla batteria, che ha suonato con tutti i più grandi artisti italiani e nel mondo; Umberto Muselli, con cui ci conosciamo fin dall’infanzia, ed è già definito l’erede designato di Randy Brecker.   

La tua musica è un jazz potente che può piacere anche a chi non è specificatamente un amante del genere.
Sai, noi abbiamo una particolare sensibilità mediterranea e io cerco sempre di inserire queste mie radici nelle composizioni. Ricordiamo che per anni abbiamo dettato legge nella musica, gli anglo-sassoni sono arrivati dopo. Mi fa molto piacere sentire, quando vado all’estero, avere riconosciuta l’originalità della mia musica dagli ascoltatori. 

Un disco che propone solo quattro tracce, è una scelta precisa? Ci sarà un seguito?
Hai perfettamente ragione, ma ti devo confessare che per finire questi 4 pezzi ci sono voluti 4 anni lavorandoci 12 ore al giorno (risate). Abbiamo mixato tutto in analogico, registrato in studi di registrazione con banchi analogici, gli strumenti accordati a 8hz, che è la vibrazione approssimativa del nostro pianeta. Tutti i suoni li ho creati io, questo spiega il tanto tempo impiegato, ci vuole una grande passione per tutto questo. 

Progetti futuri?
Adesso stiamo lavorando con un agente internazionale per portare la nostra musica al pubblico, quindi vorremmo fare un tour di concerti. La registrazione in studio ferma un istante creativo, ma poi ci vuole la performance live. Tutto sarà annunciato sul sito e i vari canali social, seguiteci ???? 

Ci sono altri lavori in studio in programma?
In questo disco ho messo 4 pezzi, ma in realtà ne avevo una quarantina, la mia volontà è di portare poi tutto questo lavoro su disco, con la qualità richiesta. 

MAURIZIO DONINI 

Band:
ALEX ACUÑA percussions
RANDY BRECKER trumpet
UMBERTO MUSELLI tenor saxophone
CLAUDIO ROMANO drums
LOUIS SICILIANO analog synths, keyboards, samples, live electronics & voice

www.louissiciliano.com
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