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LABYRINTH – Intervista a Olaf Thorsen e a Andrea Cantarelli

LABYRINTH – Intervista a Olaf Thorsen e a Andrea Cantarelli

I Labyrinth fanno parte della storia dell’heavy metal italiano e ultimamente, tramite Frontiers Records hanno fatto uscire “Architecture Of A God”, sicuramente il loro album migliore ed il live “Return To Live”, dove la band risuona per intero “Return To Heaven Denied” per il ventennale dalla sua uscita. Ne abbiamo parlato con Olaf Thorsen e con I Labyrinth fanno parte della storia dell’heavy metal italiano e ultimamente, tramite Frontiers Records hanno fatto uscire “Architecture Of A God”, sicuramente il loro album migliore ed il live “Return To Live”, dove la band risuona per intero “Return To Heaven Denied” per il ventennale dalla sua uscita. Ne abbiamo parlato con Olaf Thorsen e con Andrea Cantarelli, i due chitarristi.
 
Ciao e benvenuti tra le pagine di Tuttorock.net. Finalmente un album live dei Labyrinth, perché dopo più di vent’anni dalla nascita della band?
Andrea Cantarelli:
Onestamente in un mercato in cui la proposta supera abbondantemente la domanda, ci sembrava poco opportuno produrre un album live. L’occasione del ventennale di “Return To Heaven Denied” ci ha convinto a procedere in tal senso.
Olaf Thorsen: Credo che i live siano un prodotto particolare, da realizzare solo “se” e “quando” si creano i presupposti per poter effettivamente proporre qualcosa che abbia un senso. Diciamo che questo Frontiers Metal Festival cadeva a fagiolo, assieme ad una serie di eventi, quali il nuovo album ed il ventennale di “Return To Heavy Denied” e quindi abbiamo deciso di procedere.
 
Rimaniamo a più di vent’anni fa, riascoltando i vostri primi album, cosa ne pensate oggi? Cambiereste qualcosa?
Andrea Cantarelli:
Onestamente non cambierei nulla di quanto fatto in passato. Certo, alcuni album sono più riusciti, altri meno, ma ogni cosa prodotta in questi anni fa parte della nostra storia e merita per questo il rispetto più assoluto. Inoltre molta della magia di quegli album verrebbe a mancare se li ripensassi in una forma diversa.
Olaf Thorsen: Come dice Andrea, non cambierei niente di quanto fatto in passato, specialmente per tutte le emozioni ed i ricordi che quei tempi magnifici mi hanno regalato, anche se, guardando la fine che sta facendo oggi la musica, forse una cosa la cambierei: mettermi a suonare la chitarra,ahah!

Il concerto in questione al Frontiers Metal Fest, per festeggiare il ventennale di “Return To Heaven Denied”. Cosa ricordate di quell’esperienza?
Andrea Cantarelli:
Un ricordo pazzesco. E’ stata una delle più belle serate della mia carriera. L’affetto da parte del pubblico è stato semplicemente incredibile. E sul palco è stata una festa dalla prima all’ultima nota. Devo ringraziare per l’ennesima volta (ma non è mai abbastanza) Serafno, Mario, Elio e tutta la Frontiers.
Olaf Thorsen: Stupenda esperienza, una delle più forti provate in questi ultimi anni: risuonare un album del genere, dopo tanti anni, con nuovi amici sul palco e sotto al palco, tutti assieme a celebrare un qualcosa che, per la prima volta, mi ha fatto pensare di avere effettivamente fatto almeno una cosa quasi buona, nella vita!
 
“Architecture Of A God”, uscito lo scorso anno è per me uno dei vostri album migliori, se non proprio il migliore. Siete d’accordo? Come lo vedete se paragonato agli altri vostri album?
Andrea Cantarelli:
Concordo. Sono particolarmente entusiasta di “Architecture Of A God”. Credo che l’album ci rappresenti appieno. Non riesco a fare paragoni con gli altri album, ma di sicuro posso dirti che scrivere, registrare e poi suonare live le canzoni di “Architecture Of A God” mi ha regalato emozioni molto vicine a quelle che provavo ai tempi di “Return To Heaven Denied”.
Olaf Thorsen: Per me questo album è decisamente il migliore, il più maturo della nostra carriera e quello che raccoglie al suo interno anche tutte quelle che sono le nostre sfumature e differenti influenze. Non posso non capire quelli che, per ovvie ragioni, riterranno “Return To Heaven Denied” come il nostro miglior disco di sempre, ma per noi, che siamo vivi e che guardiamo al futuro, e che non siamo una semplice foto messa in un libretto, da tirare fuori ogni tanto in occasione di un Amarcord, è decisamente così. Diciamo che se invertissimo gli album in questione, per fare un esempio stupido, sono sicuro che oggi il risultato non sarebbe cambiato.
 
Ma come vi è venuto in  mente di coverizzare “Children” di Robert Miles? Un brano, un tormentone molto lontano dal vostro sound?
Andrea Cantarelli:
In realtà chi ci segue con attenzione dagli inizi sa che abbiamo sempre ri-arrangiato brani proveniente dal mondo Techno / Dance. Su “No Limits” lavorammo ad un brano di Rex Anthony “Vertigo”, su “Return To Heaven Denied”” producemmo la cover di “Feel”, sempre di Rex Anthony. Abbiamo semplicemente dato seguito a qualcosa che iniziammo molti anni fa.
Olaf Thorsen:  Abbiamo sempre strizzato un occhio a questo genere di musica, che specialmente nella metà degli anni 90 era agli antipodi di quello che si sarebbe mai osato ascoltare nell’ambiente Metal, molto più chiuso e schematizzato di oggi. I Labyrinth sono sempre stati anche questo e chi ci ha sempre seguito non solo lo sapeva, ma probabilmente se lo aspettava, visto il valore intrinseco che stavamo dando a questa nuova uscita.
 
E’ comunque una rivisitazione mole accattivante e ben fatta. Tornando al live, come è stata l’accoglienza del pubblico?
Andrea Cantarelli:
Come ti dicevo semplicemente fantastica. Sopra ogni aspettativa. Fu sorprendente scoprire che tra il pubblico erano presenti fan provenienti letteralmente da ogni parte del mondo.
Olaf Thorsen: Vedere un intero locale come il Live di Trezzo che canta i tuoi pezzi, che partecipa ai cori e che conosce quasi quanto te i brani che hai scritto, beh…è un’esperienza da pelle d’oca. Vedere bandiere di persone venute da Brasile, Giappone, Russia e tanti altri posti, ti fa sentire semplicemente amato, oltre quello che io mi sarei immaginato.
 
I Labyrinth continueranno in futuro con questa line-up?
Andrea Cantarelli: Io interromperei la domanda prima di “con questa line-up”! Seriamente, non so proprio dirti. Abbiamo bisogno di stimoli che devono arrivare prima di tutto da noi sei. Ma anche dall’esterno.
Olaf Thorsen: Questa non è una “line-up”, questi sono i Labyrinth oggi. Se e quando faremo qualcosa di nuovo, il problema non si pone neppure.
 
Quali sono i vostri progetti futuri?
Andrea Cantarelli: Personalmente sto concentrandomi sul nuovo album dei miei A  Perfect Day.
Olaf Thorsen: Sto lavorando a un album personale, che spero di terminare in tempi molto brevi.
 
Come è la situazione del metal italiano oggi? Ci sono gruppi interessanti?
Andrea Cantarelli: Non seguo molto la scena. Nè italiana nè internazionale. Purtroppo non ho molto tempo e quel poco che mi rimane lo spendo ascoltando la mia discografia storica.
Olaf Thorsen: C’è sempre qualcuno interessante, per fortuna, ma non invidio quelli che oggi devono sbattersi e sgomitare tra video youtube e social media, solo per urlare “hey ci ciamo anche noi e siamo fighi, guardateci”. Una volta funzionava tutto in un altro modo, ma mentre dico “una volta” mi sento improvvisamente più vecchio di quanto io non sia, o per lo meno fuori da questo tempo e dalle sue meccaniche virtuali.
 
Ci sono molte differenze se paragoniamo la scena a vent’anni fa?
Andrea Cantarelli: Se ti dico è semplicemente cambiato tutto (in peggio secondo me) rendo l’idea?
Olaf Thorsen: Le differenze ci sono, come c’erano allora, rispetto a venti anni prima. Le cose cambiano e si evolvono, che ci piaccia o meno. Di certo la musica si vive e si scrive in un altro modo. Oggi si fa al computer, a casa propria, di fronte ad un monitor da soli. Io vengo da quei tempi in cui si viveva in sala prove, si usciva assieme per una birra, si condividevano sogni e speranze e si godeva assieme dei risultati raggiunti. Non so se sia meglio o peggio, è semplicemente diverso, ma di certo non farei a cambio.
 
Come nasce un brano dei Labyrinth? E’ un lavoro di gruppo?
Andrea Cantarelli: I brani nascono quasi sempre da idee mie e di Olaf. Diciamo che nel nostro genere partire da una prima stesura basata sulle chitarre è più naturale. La bozza iniziale viene poi lavorata da tutti gli altri e poi completata tutti assieme. L’apporto di tutti nella band è fondamentale per arrivare al risultato finale.
Olaf Thorsen: Direi che non c’è altro da aggiungere a quanto ha appena detto Andrea.
 
Chiudete l’intervista come volete per i vostri fan e per i nostri lettori.
Andrea Cantarelli:
Mi sento semplicemente di ringraziare tutti coloro che ci stanno accompagnando in questa avventura da così tanto tempo. Senza l’affetto e il supporto del pubblico, una band non ha semplicemente senso di esistere. Grazie davvero.
Olaf Thorsen: Grazie di cuore a tutti, per l’affetto che ci hanno sempre dimostrato nel corso di questi anni, anche di fronte a dei lunghi silenzi o mancanza di notizie. Non so perché la gente provi tutto questo affetto nei nostri confronti, ma lo ricambio e sono grato a ciascuno di loro.
 
FABIO LOFFREDO
 
Members:
Roberto Tiranti: Voce
Olaf Thorsen: Chitarra
Andrea Cantarelli: Chitarra
Oleg Smirnoff: Tastiere
Nik Mazzucconi: Basso
John Macaluso: Batteria
 
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