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La darkwave è viva e si è trasferita a Roma Est: lunga vita ai BJLFP

La darkwave è viva e si è trasferita a Roma Est: lunga vita ai BJLFP

Una discesa negli inferi dell’ Oscura Combo Romana, in tour per l’Italia in questi giorni.

Bobby Joe Long’s Friendship Party. Un nominativo di una lungaggine micidiale che prende in prestito il nome di un serial killer che nel 1984 uccise e aggredì sessualmente dieci donne nell’ area di Tampa Bay in Florida, ma che ricorda anche – se visto un po’ da lontano – l’insegna di quegli sports bar & grill con grandi schermi al plasma che celebrano il mito americano degli anni ’50, servendo grossi hamburger accompagnati da birre lager leggere, genere Budweiser. Siamo scesi nelle cripte del post-punk più estremo per raccontarvi la band più gotica di tutta Roma.


Qual è l’entourage di Hanry Bowers e chi si cela dietro le apparenze di questo antagonista psicotico uscito dalla penna di Stephen King?

Se dobbiamo parlare di entourage vero e proprio cioè canonico, proprio non c’è. Diciamo che ho sempre collaborato con persone che hanno voluto collaborare con me. Ho sempre ragionato in termini di volontà di potenza (detta così sembra esagerato, ma il principio è quello).
Quando ho fatto il primo EP da cui poi per estensione è nato il primo album Roma Est ragionavo così. Perciò uscì quell’album che è poi diventato cult praticamente come un album di demo fatto senza mezzi e risorse e nessunissima promo. Per avere un’attrattiva devi manifestare e così è stato. Le persone intorno si sono poi create e sono molteplici. All’epoca partii con Angelo Puzzutiello alla chitarra, con cui ho fatto tre album fino alla sua scomparsa nel 2019, e alle grafiche con un mio collaboratore (chiamiamo le grafiche BJLFP col nome di Astuti Errori Grafici per chi non lo sapesse). Oggi, dopo quattro dischi e concerti leggendari nell’underground, il tutto si è integrato con tutta una serie di persone tra cui professionisti veri e propri.

Siete figli illegittimi dei vampirici Bauhaus, ma anche di Gary Neuman, Sisters Of Mercy ed altre band che hanno contribuito a dare origine al genere new-wave. Utilizzate le strutture della musica pop in maniera non convenzionale così come agli albori facevano Elvis Costello e Graham Parker. Sorge spontaneo, tuttavia, chiedersi come mai riesumare un genere così underground nella prima metà del XXI secolo?

Perché quello che ascoltavo in giro (parlo di roba mainstream) non mi piaceva, ma non perché non era fatto bene ma perché proprio alla base mancava di un retaggio musicale, perciò quello che prima era un sospetto (primi anni duemila), poi è diventato un delitto: hanno reso (non intendo gli artisti) la musica solo innocuo intrattenimento e non c’è stato nel frattempo un passaggio di consegne, non si è tramandato nulla. È un discorso lungo. Poi perché a me quel periodo piace, è il più evoluto, e ho voluto attingere da lì rinnovandolo alla nostra maniera. Ma noi facciamo una musica alla fine tutta nostra.

Verve romana e carattere sboccacciato. Unite degrado e poesia metropolitana, incorporando nei vostri testi letteratura, filmografia, arte, storia ed esoterismo.
Qualche esempio randomico in ordine sparso: nell’ EP “Vortice De Totip” si parte col manifesto futurista di Filippo Tommaso Marinetti, fatto di suoni visuali come Tuuump Zang Tumb Tumb!
In “Chi ha ucciso Laura Palmer?” strizzate l’occhio a David Lynch per raccontare la vostra verità.

Ma gli esempi sono molteplici e la ricerca del particolare ossessivo-compulsiva.
Quali sono le trame oppiacee da cui traete ispirazione per comporre la vostra musica?

Diciamo che ho un vissuto a cui attingere, fatti di concretezza urbana, esperienze e tanta lettura, perciò quando scrivo un testo ci metto tanto dentro, perché un testo è una cosa importante e mi accorgo dai testi oggi che sotto i trent’anni gli artisti odierni sono molto meno maturi ed evoluti dei ventenni degli anni settanta o ottanta ma pure novanta…

Il 16 Marzo è uscito il vostro ultimo singolo “Giovan Maria Catalan Belmonte”, citate un iperbolico e nobiliare Alberto Sordi dalla marcata erre mosicia nel film “I nuovi mostri”: “Ciao Giada, scusami con Renè e Chilone ma questa sera ho promesso a mammà di andare dalla principessa Altoprati…” , capitolando in un eversivo “chi c’ha fica se ne sta a casa, non si immette nel marasma”.
Il vostro brano si può considerare una vera e propria rottura. Anzi lo si potrebbe definire a tutti gli effetti un cerimoniale a base di ordinarie rotture quotidiane fatte di tran tran monotono ed asfissiante…

Da una parte mi piace recuperare un cinema monumentale e formativo che per noi è scontato, parlo di quelli della mia generazione che anche se erano già vecchi certi film quando eravamo pischelli noi, ci siamo cresciuti. In più i ventenni odierni mi fanno tenerezza perché non gli si tramanda più nulla e pensano che in Italia il cinema non si è mai fatto e sta tutto in America, e gli americani a noi non ci si cacano… in più c’è il ritornello slogan che è una cifra punk e alleggerisce, in modo che poi tocco altre tematiche nel testo. Perché pure quel singolo alla fine è serissimo.

Mi incuriosisce molto il pesce palla con il casco militare e i baffi alla Otto Von Bismark che fa capolino sulle vostre copertine. “Infido vessillo del mare più nocivo” (cit.)… me ne parlate?

Lui è Remo Agrippa Germanico Toten Hausen, fa parte del bestiario BJLFP (tra cui anche Er Cringebufu che non è ancora comparso…), e c’ha tutta una sua storia dove si narra che prese le parti di Giulio Cesare perché lui era per la tirannide contro la Repubblica… un giorno approfondiremo il discorso. Ma è una cosa molto BJLFP che si lega all’immaginario dei Maiden o i Mötorhead, come principio intendo…

Semo Solo Scemi ma King Kong non è come Godzilla ed in effetti a volte tra i due si fa un po’ di confusione. Che dite?

King Kong c’ha tutta una sua trasparenza fatta di schiamazzi, scavalchi su viste panoramiche tipo er Gianicolo, amari Averna e ossessione e bramosia nei confronti di donne bionde e tutte curve che se gli si spezza un unghia fanno questioni infinite. Godzilla invece non l’ho mai capito… forse è contro il liberalismo sfrenato oppure è uno che è colluso coi palazzinari e allora distrugge per poi far speculare i suoi amici occulti…
Non se sa, Godzilla è un enigma…

Sarete in giro per l’Italia fino al 27 Aprile con il vostro “Solo Gricie Ad Agarthi Tour” che città toccherete coi vostri tentacoli lovecraftiani?

Milano il 12, Torino il 13, Firenze il 18, Bologna il 19 e Roma il 27.

Roma Est, il vostro primo album interamente autoprodotto è stato inserito tra i migliori album prog da Rolling Stones (2016). Come ci si sente ad avere in classifica un album prog che però tecnicamente non lo è affatto?

Sinceramente tutto ciò che è un premio istituzionale non lo prenderei mai come una cosa importante, importante è quello che sei tu e quello che ti crei da solo, perché le Istituzioni prima ti lasciano solo e poi ti premiano se c’hanno il tornaconto. Peró l’idea di stare in una classifica prog con un album non prog mi piace, ed è una classifica quella fatta da chi ama la musica che per me è più importante di un premio istituzionale.

Un’ultima domanda: quest’oggi è sadness?

Sì pe’ capisse…

SUSANNA ZANDONÀ