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FEDE E GLI INFEDELI – Intervista a Federico De’ Robertis

FEDE E GLI INFEDELI – Intervista a Federico De’ Robertis

In occasione dell’uscita del suo nuovo singolo “STARE BENE” ho intervistato FEDERICO DE’ ROBERTIS.

Buongiorno Federico, piacere di averti sulle pagine di Tuttorock. Guardando l’eterogeneità musicale che abbracci nei tuoi lavori, mi viene naturale chiederti quali siano stati i tuoi primi ascolti?
Mio padre era l’ultimo di otto fratelli, i primi 7 mio nonno li aveva fatti studiare musica tutti, poi finite le disponibilità economiche proprio mio padre saltò questo passaggio. Ma lui era un grande appassionato di musica classica, per cui da ragazzo ho ascoltato tantissimo di questo genere, avendo lui una sconfinata collezione di vinili. Poi crescendo ho aggiunto cose tipo i Doors e Hendrix, facendomi le ossa con il rock tosto, grazie anche alla mia sorella maggiore che mi ha introdotto a questo tipo di musica. 

Mi è capitato spesso di trovare musicisti rockettari che sono cresciuti a classica.
E’ una grande scuola, ti apre talmente tante prospettive, dandoti una padronanza di armonia e melodia, che in seguito puoi applicare a svariati generi moderni diversi. Quando ti sei nutrito dei tre grandi della classica, Bach, Beethoven, Mozart, sei a posto con tutto. 

Prima di arrivare a formare la tua attuale band, hai lavorato su colonne sonore di film meravigliosi, da Eccezziunale Veramente 2 a Educazione Siberiana.
Sì, anche se su quest’ultimo feci solo una traccia techno, quando il protagonista si reca alla barca sul fiume, ma comunque, essere presente in un film come questo mi ha fatto tantissimo piacere. 

Poi Il Ragazzo Invisibile, il cui brano è grandioso e lo hai portato anche in una esibizione live al Lucca Summer Festival, assolutamente travolgente.
Sì, ho trasposto i pezzi fatti per le colonne sonore sui palchi, anche perché i musicisti con cui lavoro per il cinema, sono gli stessi che poi mi accompagnano live. Poi può capitare che ci siano da fare parti classiche, in quel caso chiamo anche artisti di questo genere con i loro strumenti. 

Poi nel 2011 hai deciso di formare questa band, Fede e gli Infedeli.
Esatto, come dicevo, sono gli stessi che lavorano con me quando realizzo le colonne sonore. Poi ci sono pezzi che ho creato anni fa, altri brani nuovi come quello uscito proprio questa settimana. Si tratta di qualcosa di eterogeneo, è il ‘problema’ che mi porto dietro da sempre, quando andavo in giro a cercare produttori mi sentivo dire: “Bello, ma fai troppi generi diversi” (risate). Non sapendo specializzarmi, per fortuna ho trovato il cinema, una realtà che ti chiede di fare tante cose diverse, proprio quello che cercavo (risate). Quindi ho incontrato questi ragazzi meravigliosi, che oltre essere ottimi musicisti, sono anche grandi amici, e abbiamo così messo su questa band.

Non fossilizzarsi su un genere unico è anche molto interessante, ti permette di esplorare tante zone diverse.
Sì, davvero, può essere che facendo sempre lo stesso ti specializzi, ma forse io sono un poco ‘superficialone’ in questo (risate). Io non aspiro a essere un rockettaro o un jazzista, io mi occupo di elettronica e amo lavorare con tutto. Per me la musica è soprattutto un gioco, e come per i bambini, dopo un poco mi piace cambiare gioco. 

Con la band quanti lavori avete già fatto?
Come dischi abbiamo realizzato un cd di 13 canzoni, “Gita per bambini”, una sorta di trenino immaginario che ti porta in 13 stazioni diverse. Poi abbiamo fatto alcuni singoli, come Invisible Boy e Believe, con un ragazzo bravissimo che è entrato a fare parte della nostra squadra, Matteo Pupa. Poi i 2 di Ragazzo Invisibile, un documentario con Salvatores, “Fuori era primavera”, realizzato nel primo lockdown con noi che pensavamo di esserne fuori, poi invece tutto è ripartito purtroppo.

A proposito di lockdown, abbiamo questo singolo che hai presentato, “Stare bene”, che oltre che essere musicalmente ottimo, è anche divertente. Questo barbone casalingo, in un periodo di depressione il vostro pezzo è una ventata di aria fresca.
E’ un poco la storia di tutti noi, ci siamo imbarboniti con questo stare chiusi in casa, il distanziamento sociale. Da qui ho osservato due comportamenti diversi, la depressione o la ricerca di un colpevole con cui prendersela, ecco che ho cercato di fotografare questa situazione che si è venuta a creare. Il ritornello della canzone dice proprio questo, che per stare bene non bisogna cercare l’aiuto degli altri, ma è necessario riuscire ad amarsi da soli, da cui discende anche amare gli altri. 

Progetti futuri? Un tour magari?
La colonna sonore del prossimo film di Salvatores a settembre, di cui non posso anticipare ovviamente il titolo, tantomeno la storia. Per i palchi vediamo, noi siamo più da festival per il genere che facciamo, abbiamo contatti con dei booking, vediamo cosa ne esce. Il nostro spettacolo è sicuramente divertente, con un florilegio di generi diversi e l’inserimento di parti teatrali, che impedisce agli spettatori di annoiarsi.

MAURIZIO DONINI

Band:
Federico de’ Robertis (compositore, arrangiatore, cantante e pianista)
Ale “AXA” Paolucci (basso e basso stick)
Claudio “Sax” Fabiani (sax e flauti)
Elisa Ghilardi (voce principale e corista)
Filippo Guerrieri (tastiere e arrangiamenti)
Francesco “The Violin” Carmignani (violino e loop station)
Luca Contini (sound engineering)
Luca Giovacchini (chitarre)
Piero Perelli (batteria e percussioni).

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