Fabrizio Mocata racconta il suo “Volver”: omaggio personale a Carlos Gardel


“Volver”: la malinconia e l’assenza si intrecciano in un nuovo standard jazz, in bilico tra swing feel e fraseggio nostalgico
Ciao Fabrizio e bentornato tra le pagine virtuali di Tuttorock. Cosa significa per te suonare “Volver” a 90 anni dalla morte di Carlos Gardel?
Grazie per accogliermi nuovamente! Per me suonare Volver è sempre una bellissima cosa, e ancor di più con una interprete del calibro di Omara Portuondo. Un brano eterno, sempre verde, di ci abbiamo un gran numero di versioni, alcune sublimi e alcune terrificanti. Il mio sforzo è di tendere al sublime.
Come nasce la collaborazione con Omara, una delle voci più iconiche del son cubano (Buena Vista Social Club) e del movimento “Feeling”?
Il nostro incontro è avvenuto per tramite di Santiago Larramendi, un autore che collabora con lei. Avevo interpretato un brano da lui mi ha voluto conoscere e abbiamo insieme scritto per Omara un brano originale, che è stato inciso nella stessa sessione e pubblicheremo in autunno.
Portare Volver da Buenos Aires all’Havana è un atto musicale, ma anche culturale. Come hai affrontato il processo di traduzione emotiva e stilistica tra due mondi che condividono radici ma parlano lingue musicali differenti?
Durante la sessione di registrazione ho accennato le note di Volver e lei si è emozionata e l’ha cantata, così abbiamo deciso di incidere anche questo brano, che non era previsto. Sicuramente per per noi la chiave è stata la semplicità e la naturalezza, in quanto ciascuno è riuscito a portare il proprio universo musicale e ad armonizzarlo con quello dell’altro.
Il brano fonde l’eleganza delle armonie jazz con l’emotività del bolero e la forza evocativa del tango. Quali elementi idiomatici di questi linguaggi hai scelto di evidenziare e come contribuiscono a ridefinire il carattere del brano originale?
Per quanto mi riguarda, è una ricerca che parte da molto lontano. Mi sono avvicinato al tango grazie alla musica di Astor Piazzolla, e ho cercato di approfondirne la letteratura e lo stile. Nei miei viaggi a Buenos Aires e Montevideo, ho avuto la fortuna di collaborare con tanti artisti che rappresentano il tango di oggi e il legato del tango di ieri. Già diversi anni fa ho pubblicato un album intitolato “Swango” (Swing + Tango) che praticamente è un manifesto di come oggi vivo il tango. L’incontro con Atilio Stampone è stato un momento fondamentale, perché lui mi ha dato il “La” per intraprendere un percorso che ama e rispetta profondamente il tango e lo attualizza con la fusione del proprio bagaglio musicale. Nel mio caso è stato il jazz, ma ho lavorato anche come direttore musicale a progetti di fusione con la Opera (Recital CanTango) ad esempio insieme a Fabio Armiliato. Quando hai costruito il tuo punto di vista devi solo suonare.
“Volver” può essere considerato un inno nostalgico per milioni di emigrati. Un brano potente che racconta memoria e senso d’appartenenza, ponendo l’accento sul tempo che scorre inesorabile. Come hai lavorato sul piano interpretativo per preservare questo senso di malinconica sospensione temporale?
Volver vuol dire ritorno, ma assenza. Il sentimento di non essere mai completo, la tensione continua tra la ricerca di qualcosa di nuovo e l’idealizzazione delle proprie radici. L’appartenenza al nuovo ma anche la nostalgia di quanto uno ha lasciato alle spalle. Per quanto mi riguarda da siciliano in giro per il mondo, ho semplicemente dato sfogo ai miei sentimenti più naturali e profondi.
C’è un “momento” in questo brano che senti particolarmente tuo?
“Que veinte años no es nada, que febril la mirada errante el las ombras te busca y te nombra” una frase di enorme poesia e di grande significato, si può riferire al passato, alla vita o alla morte.
Ti capita di provare questa stessa emozione quando sei lontano dall’Italia, dalla tua casa?
Anche nella stessa Italia sono sempre diviso tra la terra delle mie radici, Mazara del Vallo in Sicilia, e Firenze, la mia città di adozione. In fondo bisogna avere la forza di sentirsi a casa ovunque nel mondo, ed accettare la mancanza come condizione necessaria e ispirazione.
Il videoclip è stato registrato da Miriel Santana presso lo storico Estudio Abdala dell’Avana, un luogo carico di memoria musicale. Com’è stata per te l’esperienza di lavorare in uno spazio così emblematico della discografia cubana?
Eravamo nella sala sinfonica, dove può registrare un’orchestra di 100 elementi. Potete capire la maestosità lo spazio e anche la intimità di una registrazione piano e voce. Non ho pensato alla storia del luogo, la storia vera l’avevo accanto a me, e condividevamo un momento di profondità artistica.
Quanto è importante per te che la dimensione umana emerga nel racconto visivo del brano?
Per me è fondamentale, la connessione umana in generale è alla base della musica. Ci sono molti tipi di musica che ormai prescindono da questo aspetto. Ma me ne tengo ben lontano.
Pensando ad un brano così retrospettivo, sapresti dirmi quale, secondo te, potrebbe essere il valore del “ritorno” nella musica? Si può davvero tornare a qualcosa – a un suono, a un’emozione, a un’origine – o la musica è sempre un andare avanti, anche nella memoria?
Andando avanti a volte si può procedere speditamente verso un burrone, quindi a volte è saggio fare un passo indietro e riscoprire qualcosa che si è lasciato nel cammino. Non è casuale che un brano di 90 anni fa riesca oggi a provocare più emozione e più stupore di un brano dell’estate scorsa (che spesso non ricordiamo neanche).
Ti ringrazio per il tuo tempo e ti auguro in bocca al lupo per la promozione del tuo Volver.
Viva il lupo! Grazie a voi!
SUSANNA ZANDONÁ

Better known as Violent Lullaby or "The Wildcat" a glam rock girl* with a bad attitude. Classe 1992, part-time waifu e giornalista** per passione. Nel tempo libero amo inventarmi strambi personaggi e cosplay, sperimentare in cucina, esplorare il mondo, guardare anime giapponesi drammatici, collezionare vinili a cavallo tra i '70 e gli '80 e dilettarmi a fare le spaccate sul basso elettrico (strumento di cui sono follemente innamorata). *=woman **=ex redattrice per Truemetal