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ETTA – Intervista alla cantautrice punk/rock napoletana

ETTA – Intervista alla cantautrice punk/rock napoletana

Ho parlato varie volte su questa pagina di Etta, travolgente cantautrice punk/rock, a me piace chiamarla così. L’abbiamo vista al concertone del Primo Maggio e ne hanno parlato anche nelle reti Rai per il su singolo “Amadeus”. Un singolo dietro l’altro che andranno a comporre il suo primo album completo che sarà un concept. Ne ho parlato con lei in quest’intervista.

Ciao Etta e bentornata su Tuttorock. Come stai?
Benissimo! Stressata come sempre ma con l’adrenalina a palla.

Dopo l’ultima intervista dove ci parlavi del tuo EP “Stressata”, è successo di tutto, ti abbiamo visto al Concertone del Primo Maggio a Roma che, oltre a dare una dose di sano rock alla manifestazione, hai distribuito assorbenti al pubblico, il TG 1 ha parlato di te e anche Fiorello ha parlato di te per il singolo “Amedeus”. Ti aspettavi tutta questa attenzione?
Di certo non mi sarei mai aspettata che il TG 1 decidesse di mandare in diretta un pezzo punk e distorto come Amadeus ma la cosa non mi è dispiaciuta affatto. Sicuramente tutto quello che faccio non è mai casuale, è stato bello vedere come un genere ancora tanto discriminato ha trovato in suo spazio nella tv nazionale.

Perché “Amadeus” con la maschera proprio del celebre conduttore? Il vero significato del brano?
Amadeus è un brano di denuncia e come ogni mio brano è ironico, ma ci invita a riflettere. In questo caso Amadeus è solo un volto scelto per rappresentare il Festival e il sistema musicale, purtroppo ancora discriminatorio. Basti pensare al fatto che non ci sia mai stata una direttrice artistica donna al Festival, oppure che il mercato musicale scelga di proporre su 30 canzoni una sola canzone rock. Amadeus ha fatto grandi passi per abbattere tante discriminazioni, ha chiamato le vallette co-conduttrici, ha dato voce alla Gen Z rinnovando completamente il Festival, ma il cambiamento richiede tempo ed ancora tanto lavoro.

Dopo l’altro singolo, “Nervous”, dedicato al cinema horror, alla figura di Jason Voorhees, protagonista della saga horror Venerdì 13. Perché e quale è il vero significato del brano?
Nervous è un pezzo ironico e cadenzato e descrive l’insieme di piccole cose che possono far cominciare male una giornata, ma la cui somma può portare al crollo; la classica goccia che fa traboccare il vaso. Ho deciso quindi di creare un personaggio che potesse esprimere il rancore nei confronti di una società individualista e menefreghista che ogni giorno ci lascia in balia di una routine vuota. Jason però pur  essendo un assassino di vecchiette che passano l’aspirapolvere di prima mattina rimane colorato e autoironico, proprio come me.

Arriviamo ora a “Pornostar”, nuovo brano e nuovo singolo, possiamo dire altra “provocazione”?  Racconta il brano.
Pornostar è un brano erotico ed eccentrico, con un sound catchy. Ho voluto trattare delle difficoltà che affronta una donna ogni giorno in una società patriarcale, dove è costantemente discriminata e sessualizzata. Un inno alla libertà, una denuncia contro il maschilismo con un unico messaggio: l’uguaglianza.

Tanti singoli ed un EP, è arrivato il momento di racchiudere tutto in un vero album completo?
Ovviamente sì. In un concept album di paranoie e speranza.

Quali sono le tue prossime argomentazioni? Sei un’Artista che stupisce, puoi anticiparci qualcosa?
Il mio nuovo singolo si chiama “Game Over” e parla di tutto ciò che per me affligge la nostra società, ma soprattutto di cosa mi turba. Non riesco a stare ferma con le mani in mano mentre tutto quello in cui credo è distrutto da mediocrità e superficialità.

Come sono andati i concerti? Hai qualche aneddoto da raccontare?
Benissimo. In realtà la vita da rocker è essa stessa un aneddoto hahah. La cosa più bella è sicuramente dividere ogni palco con la mia band, e non solo il palco. Sono felice e grata di condividere ogni esperienza con loro!

Festival di Sanremo si o Festival di Sanremo no? E’ tra le tue mete?Ovviamente. Sanremo è il palco italiano più importante e noi vogliamo anzi dobbiamo salirci.

Chiudi anche stavolta l’intervista come vuoi, un messaggio ai nostri lettori e ai tuoi estimatori, inizi ad averne un bel po’.
Pensate, fatevi delle domande e ricercate delle risposte, mettetevi in discussione, non siate mediocri, anche se può portarvi più tranquillità e meno paranoie. Siate inquieti  e soprattutto non diventate degli NPC!

FABIO LOFFREDO